AGI - "L'Africa non è un continente povero: detiene il 60% di metalli e terre rare, il 60% di terre arabili, è un continente in crescita demografica, con un enorme potenziale di capitale umano che non sempre è stato messo nelle condizioni di sfruttare al meglio quelle risorse. In Africa l'Europa ha avuto in molti casi la capacità di cooperare lasciando qualcosa sul territorio, ma un approccio di questo tipo va rafforzato e messo a sistema se vogliamo essere competitivi con altri attori presenti su quel continente e che hanno un approccio diverso, a mio parere". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo alla prima riunione della cabina di regia sul Piano Mattei a Palazzo Chigi.
"Questa capacità di un rapporto pari a pari è molto ben vista dagli interlocutori africani che sono stanchi di essere considerati o trattati come persone che vanno salvate da qualcosa", ha sottolineato Meloni secondo la quale "scrivere una nuova pagina è l'obiettivo ambizioso che ha l'Italia nei rapporti e nella cooperazione con il continente africano. Non è una cosa che noi vogliamo o possiamo fare da soli, ma io penso che l'Italia possa essere pioniera in questo nuovo approccio. Ma è fondamentale che riusciamo, con il nostro buon esempio, a coinvolgere tanti altri: è un tema che riguarda l'Unione Europea e il G7". "Se vogliamo riuscire nel nostro sforzo - ha aggiunto la premier - cioè immaginare una strategia italiana utile non solo all'Italia e portare gli altri su quella strategia dobbiamo saperlo fare bene noi. Se non sappiamo fare bene noi, difficilmente coinvolgeremo gli altri".
Per la cooperazione con l'Africa nell'ambito del Piano Mattei, che interesserà aree di intervento quali "l'istruzione e la formazione, la sanità, l'acqua e l'igiene, l'agricoltura, l'energia e le infrastrutture, sono nove le nazioni che abbiamo individuato: Algeria, Congo, Costa d'Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico e Tunisia". Per l'Africa - ha ricordato ancora la premier - servono "risposte durature, non iniziative spot, e con il Piano Mattei condividiamo con i Paesi africani, nell'ambito di quelle cose che l'Italia sa fare bene, quelle che per loro sono prioritarie". "In queste settimane si sono svolte le prime missioni operative della struttura di missione" per il Piano Mattei, "a Bruxelles, per condividere a livello europeo il lavoro che stiamo facendo, poi ad Addis Abeba e in Costa d'Avorio. Nei prossimi giorni sono previste visite in Kenya, Marocco e Tunisia. Domenica - ha annunciato Meloni - sarò in Egitto con la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, e alcuni altri primi ministri. C'è una iniziativa simile a quella che abbiamo portato avanti in Tunisia, quindi il Memorandum of Understanding, che stiamo portando anche in Egitto".
La premier ha quindi ricordato che al vertice Italia-Africa, svoltosi a Roma il 28 e 29 gennaio scorso, "hanno partecipato i leader di 46 nazioni africane, i vertici delle massime istituzioni europee, internazionali, finanziarie, delle banche di sviluppo. E' stato, e lo dico senza timore di smentita, un grande successo italiano, una iniziativa che non ha precedenti nella centralità dei rapporti tra l'Italia e il continente africano. E non lo dico perchè ci si possa lodare dei nostri successi, ma per segnalare che quella partecipazione in quella conferenza era un'enorme apertura di credito nei confronti dell'Italia. Di fronte a questa apertura di credito ci sono solo due strade: o la confermi o deludi quell'aspettativa. Quell'apertura di credito per me significava che i tanti leader africani, che spesso non partecipano a queste iniziative, hanno intravisto nel nostro approccio delle innovazioni", hanno visto un "approccio nuovo che non è predatorio, paternalistico o caritatevole, un approccio che non ti guarda dall'alto verso il basso", ha concluso Meloni.