AGI - Testa e cuore alle europee, senza fare di Piemonte e Basilicata la battaglia della vita. Nel Partito Democratico si moltiplicano le voci di dirigenti che chiedono alla segretaria di non ripetere l'errore fatto in Abruzzo, dove il voto regionale è stato "caricato di una aspettativa eccessiva". Il risultato è che nella regione il partito ha raddoppiato il consenso e, nonostante questo, si trova a dover fare l'analisi di una sconfitta dell'alleanza, peraltro attesa.
I dati che arrivavano al Nazareno fino al giorno prima del voto e che parlavano di una rapida ripresa dei dem erano attendibili, come dimostrato anche dai numeri del voto di lista. Ciò che in pochi si aspettavano è il risultato deludente di M5s e Azione, partiti che messi l'uno accanto all'altro sembrano annullarsi. Certo, all'alleanza larga non c'è alternativa, come ripete Elly Schlein: "Avanti con il campo largo? Assolutamente si' perché uniti si vince e a volte si perde pure, ma preferisco perdere con le coalizioni che non perdere perché ci si presenta divisi. Uniti si vince e si perde, ma divisi non si gioca nemmeno la partita".
Concentrarsi sulle elezioni europee, dunque, dove ci si conta con il proporzionale e le preferenze, senza coalizioni. È li' che si definisce il peso vero delle forze politiche. Per questo lo stato maggiore dem è concorde nello spostare la sfida alle destre dal voto regionale, locale e per molti versi civico, a quello europeo, più politico e di valore nazionale. Sulla propria candidatura la segretaria non ha sciolto la riserva, ma nessuno fra i dem dubita che il nome di Schlein sarà in lista. Da capire in quale posizione e se in tutte le circoscrizioni. Per il resto, le candidature sembrano ormai definite. Per non fare da 'tappo' alle candidature femminili, Schlein potrebbe candidarsi quarta o quinta in lista in tutte le circoscrizioni. Tra i ricandidabili si fanno i nomi del capodelegazione Pd Brando Benifei, della sua vice Elisabetta Gualmini, di Pietro Bartolo e Camilla Laureti. I dem sperano di portare in lista anche l'ex direttore di Avvenire, Marco Tarquino. Nella circoscrizione Centro sono ai blocchi di partenza Nicola Zingaretti, Matteo Ricci e Dario Nardella. A questi nomi si aggiunge quello del braccio destro della segretaria al Nazareno, Marta Bonafoni. Nella circoscrizione Nord Ovest ci potrebbe essere Cecilia Strada accanto a Stefano Bonaccini, Emanuele Fiano e Pierfrancesco Maran. Spostando lo sguardo alla circoscrizione Nord Est, il responsabile diritti del Pd, Alessandro Zan, è sempre in pole per una candidatura. La segretaria, tuttavia, non sembra avere intenzione di accantonare il nodo regionali.
"È più determinata che mai a seguire la strada dell'unità delle opposizioni", dicono i dirigenti più vicini a Schlein. Una strada lastricata di ostacoli, in Piemonte come in Basilicata. In Basilicata il nodo è tutto interno al Partito Democratico: il gruppo dirigente lucano, infatti, è fermo sul nome di Angelo Chiorazzo, imprenditore sostenuto inizialmente da Roberto Speranza, ma senza il placet di Cinque Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra. Un nome, viene spiegato da fonti parlamentari, in grado di portare voti sia dal centrosinistra che dal centrodestra moderato. Azione, se si concretizzare la possibilità di una candidatura di Chiorazzo, sarebbe pronta a sedersi al tavolo con il Pd. Per il momento, Calenda e i suoi promuovono il nome di Marcello Pittella. Senza pero' escludere la possibilità di sostenere il presidente uscente e di centrodestra, Bardi: "Un moderato perbene, ma niente è deciso, tutto da verificare", dice Calenda che sarà nel fine settimana in Basilicata per parlare con i suoi. La prima scelta di Azione, tuttavia, rimane Pittella.
"Lui le elezioni le ha già vinte", spiega Matteo Richetti all'AGI, "Ma nella coalizione che hanno in testa Schlein e Conte non è previsto che il candidato non sia di loro espressione". Forte dell'investitura ricevuta dalla direzione regionale del Pd appena dieci giorni fa, Chiorazzo ha ribadito a più riprese di non volere fare passi indietro. Chi si sta occupando da vicino del dossier, tuttavia, dice che il nome dell'imprenditore attivo nel Terzo Settore è praticamente superato. Per sciogliere il nodo, i dem contavano su Roberto Speranza, esponente che ha lavorato a stretto contatto con Giuseppe Conte ai tempi del governo giallorosso, con ottimi rapporti con Avs e, soprattutto, lucano doc. L'ex ministro della Salute, però, ha detto a più riprese di non avere intenzione di correre da presidente della Regione. L'incertezza di queste ore unita all'approssimarsi della dead line del 22 marzo, quando dovranno essere presentare le liste elettorali, sta provocando non pochi mal di pancia all'interno del perimetro dell'opposizione. Avs e Azione lamentano uno scarso coinvolgimento nel dossier della candidatura lucana.
"Quello che sappiamo lo leggiamo dalle agenzie", lamenta un parlamentare: "Il Pd e il M5s sono ormai irreperibili". A scandagliare fonti parlamentari, una delle piste percorribili potrebbe essere quella che porta a Piero Marrese, sindaco di Montalbano Jonico già presidente della Provincia di Matera. Un altro nome che viene fatto è quello di Piero Lacorazza, consigliere regionale e già presidente della provincia di Potenza. Ma nelle ultime ore, fonti lucane del Pd hanno accennato anche alla possibilità di convergere su Giacomo Lasorella, presidente Agcom e già vicesegretario generale della Camera dei Deputati.