AGI - "Non si disturba chi produce ricchezza", ha ripetuto oggi la premier Giorgia Meloni. Concetto che sottolineerà anche domani mattina alla Camera nella conferenza stampa, insieme al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e al viceministro Maurizio Leo, convocata per illustrare la riforma del fisco. La parola d'ordine è "fisco amico": è la scommessa del presidente del Consiglio che ha voluto aspettare le elezioni in Sardegna e Abruzzo per poi accelerare con i decreti, l'ultimo varato ieri dal Cdm. Sempre ieri, poco prima del Consiglio dei ministri, ha riunito i leader della maggioranza proprio per rimarcare la necessità di accelerare sul percorso di governo. Il ragionamento è che non bisogna farsi distrarre dalle Regionali, di fatto lo scopo è 'depotenziare' anche le elezioni in Basilicata.
"Non è da quello che si misurerà la cifra di questo esecutivo", ragiona un 'big' del centrodestra. Oggi il Capo del governo, a Trento e Bolzano per la firma degli accordi sui fondi di coesione tra esecutivo e Trentino-Alto Adige, non si è tirato indietro neanche sull'autonomia differenziata (la Lega, tra l'altro, chiede di procedere speditamente con un calendario serrato), "rispetteremo gli impegni", ha detto. Discorso che vale in primis per il fisco e le riforme costituzionali. Sul fisco l'orizzonte è più ampio, ci sono i decreti attuativi e tappe già fissate.
"Di uno Stato che vessa, che è visto come un nemico, che non collabora quando ti vede in difficoltà, è uno Stato di cui è più difficile fidarsi", ha spiegato Meloni. L'altro dossier su cui punta il governo è il pacchetto di riforme costituzionali. Il ddl Casellati potrebbe approdare in Aula tra due settimane ma non è escluso - osserva un esponente della maggioranza - che nel caso di ostruzionismo dell'opposizione in commissione il centrodestra decida di andare in Aula senza mandato al relatore. L'obiettivo è stringere sui punti fondanti del programma entro l'estate. L'appuntamento cerchiato in rosso è quello delle Europee e, anche se non c'è alcun annuncio in vista, nel centrodestra c'è il convincimento che sia Meloni che Tajani possano scendere in campo.
Salvini scommette su un cambio totale delle istituzioni a Bruxelles: "Chi sceglie la Lega sceglie meno Europa, meno burocrazia, meno tasse, meno ideologia pseudo green", ha rimarcato. Frenando anche l'ipotesi che ci possa essere un congresso federale prima di giugno. "Si farà il congresso federale quando sarà opportuno farlo, prima bisogna vincere le elezioni europee", ha tagliato corto.
I fari della coalizione di maggioranza sono puntati proprio sugli 'ex lumbard'. La Lega domani ripresenterà in Aula l'emendamento al dl elezioni (domani si apre la discussione) sul terzo mandato per i presidenti di Regione, annuncia il capogruppo Romeo. L'orientamento, secondo quanto si apprende, è quello di andare dritto. E ribadire la volontà di portare avanti la battaglia pure nell'emiciclo, dopo il 'blitz' in Commissione, dove il testo è stato respinto con il parere contrario del governo. Anche se tra i leghisti non sono pochi i dubbi sull'eventualità di spaccare la maggioranza in Aula, anche perché Fdi avrebbe aperto a una discussione ma dopo le Europee.
"In questo modo si rischia solo di compattare il Pd" che ha già detto che si opporrà, ragiona un esponente del partito di via Bellerio. Mentre alla Camera c'è un ddl già depositato da tempo: "Con l'articolo 1 della presente proposta di legge si propone di estendere, da due a tre, il limite di mandato consecutivo per l'elezione a suffragio universale e diretto del Presidente della Giunta regionale, al fine di valorizzare il lavoro svolto dai governatori e lasciare ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente da chi essere rappresentati, in linea con il sistema democratico che contraddistingue il nostro Paese", si legge. E ancora: "L'articolo 2 precisa che le disposizioni della presente proposta di legge si applicano con riferimento ai mandati successivi alle elezioni effettuate dopo la data di entrata in vigore delle leggi regionali di attuazione".
"Il Veneto rimarrà leghista", la promessa di Salvini. L'altro dossier importante per l'esecutivo è il Pnrr. "Faremo in modo che vengano spese e il nostro obiettivo è far spendere a tutti le risorse che vengono loro assegnate", la linea del presidente del Consiglio. Sul tavolo poi c'è il 'caso dossieraggio'. "Lasciamo lavorare l'Antimafia", ha sostenuto la premier. Saranno Andrea De Gennaro, comandante generale della Guardia di Finanza, Michele Carbone, direttore della Direzione investigativa Antimafia (Dia) ed Enzo Serata, direttore dell'Unità di informazione finanziaria (Uif) di Banca d'Italia i prossimi ascoltati dalla commissione bicamerale Antimafia. A essere auditi anche l'editore Carlo De Benedetti e il giornalista Emiliano Fittipaldi.