AGI - "Abbiamo già fatto un intervento sulle banche dati che è nel disegno di legge cyber: se ci fossero già state queste norme sarebbe stato più difficile fare quello che abbiamo scoperto, anche in termini di pene la risposta sarebbe stata più significativa. Quello che posso fare è auspicare che il parlamento le approvi prima possibile perché sono norme che a questo punto ancora di più diventano molto, molto urgenti". A Pordenone, dove ha preso parte alla cerimonia della firma degli accordi tra il governo e la Regione Friuli-Venezia Giulia sui fondi di coesione, la premier Giorgia Meloni invita le Camere a fare presto per evitare in futuro un altro 'caso dossieraggio'. "Bisogna soprattutto sapere chi sono i mandanti e quali sono gli interessi che si nascondono dietro questo sistema da regime", il parere del Capo dell'esecutivo.
A fine gennaio il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge sulla cybersicurezza che dovrebbe iniziare l'iter parlamentare alle commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia della Camera. Prevede una stretta sugli accessi abusivi, da qui la richiesta del presidente del Consiglio di accelerare i tempi del semaforo verde. Nel giorno in cui il ministro della Giustizia Nordio propone una commissione d'inchiesta. "Siamo arrivati ad un punto di non ritorno", ha sottolineato il responsabile di via Arenula. "Io non sono assolutamente contrario, però ci vuole ancora tempo. Intanto andiamo avanti con il lavoro dei magistrati", ha detto il vicepremier Tajani, "ho fiducia nel procuratore Antimafia, nella magistratura di Perugia e nella commissione Antimafia. Si vada avanti e si scoprano i mandanti e i responsabili di quello che è accaduto". "C'è già la commissione Antimafia che può lavorare da subito per fare piazza pulita di chi ha abusato della Procura antimafia e di altre strutture attingendo in maniera illegale alle banche dati", ha affermato anche il senatore azzurro Gasparri.
Lunedi' è in programma un ufficio di presidenza della Commissione Antimafia e si valuteranno tutte le richieste di audizione. Non è detto che la richiesta avanzata da FI e Iv di audire l'esponente del Movimento 5 stelle De Raho, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo dal 2017 al 2022, venga accolta. Il ministro della Difesa Crosetto, il primo a fare l'esposto, si è detto invece disponibile a essere audito e concorde sul varo della Commissione. Bisogna "approfondire - ha osservato - i temi più rilevanti e oscuri che sono emersi finora, indagando sull'abuso nell'utilizzo delle banche dati, sulle regole che ne possono consentire il controllo, sull'esistenza di un sistema di dossieraggio, su eventuali mandanti o beneficiari, sui poteri necessari per difendere lo Stato e i controlli per evitare l'abuso di tali strumenti".
"Il governo è inerte davanti a un enorme scandalo", l'affondo della dem Serracchiani. "La sfrontatezza del Pd non ha limiti", la risposta del capogruppo di Fdi alla Camera Foti. Quello sui presunti dossieraggi "è uno scandalo clamoroso", attacca il leader di Iv, Renzi. "Delimitiamo l'indagine, non attacchiamo le istituzioni, e prendiamo tutte le precauzioni perché non accada più", il parere dell'ex premier Conte, "M5s non prende affatto sottogamba l'inchiesta, la Procura deve andare in fondo e fare tutte le verifiche" ma occorre "assolutamente salvaguardare le istituzioni". "Temo che ci sia qualcosa di ancora più grave: quindi tutto ciò che è possibile fare per arrivare a un chiarimento effettivo deve essere fatto", ha detto il governatore della Lombardia Fontana. Del caso dossieraggio è possibile che se ne parli in Consiglio dei ministri, ha affermato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani.