AGI - La gestualità, come di sovente le capita, è eloquente. Davanti al popolo del centrodestra riunito a Pescara, per sostenere Marco Marsilio nelle regionali di domenica, Giorgia Meloni allarga le braccia, le richiude sulla testa e poi a coprirsi il volto. "C'ho l'elmetto", scandisce, mentre parla della sfida delle europee di giugno. E poi ripete ancora: "Io ho già messo l'elmetto e vinceremo anche questa battaglia". La frase scalda una piazza Salotto bagnata dalla pioggia, cui la premier chiede, prima ancora del voto europeo, di sostenere la conferma del primo presidente di Regione di Fratelli d'Italia nell'impresa di essere anche il primo governatore rieletto in Abruzzo.
Nel breve tour abruzzese in vista delle regionali di domenica, Meloni fa tappa prima a Teramo, dove incontra imprenditori e rappresentati delle associazioni e del mondo produttivo. La premier si dice "molto ottimista" sull'esito del voto regionale. "L'effetto Sardegna dobbiamo ancora vederlo, perché non si è ancora capito com'è finita", aggiunge rispetto ai problemi di conteggio dei voti dopo le regionali sarde, comunque perse dal candidato di FdI, Paolo Truzzu.
"Essendo io stata eletta qui sarebbe brutto se mi cacciate", scherza poi con gli imprenditori. Il riferimento è al suo collegio di elezione alle politiche del 2022 (Camera-uninominale L'Aquila-Teramo).
Guardano a lunedì con ottimismo anche i vice premier Matteo Salvini e Antonio Tajani, insieme sul palco di Pescara, con anche Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi.
Il Centrodestra unito per @marcomarsilio Presidente dell’Abruzzo pic.twitter.com/VZX6RF5iOm
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) March 5, 2024
"In Abruzzo si vince e la Lega farà un risultato a due cifre", prevede il capo di via Bellerio. "Escludo secondi e terzi passi falsi" dopo la Sardegna, assicura il segretario azzurro. "Sono convinto che il centrodestra vincerà perchè girando per l'Abruzzo percepisco un clima molto, molto positivo in particolare per Forza Italia".
Tutti e tre i leader del centrodestra mostrano poi grande preoccupazione per il caso del dossieraggio. Tajani chiede "verità", Salvini promette "denunce" e pretende di sapere se "i vertici della Guardia di finanza fossero informati". "Credo che serva fare molta chiarezza su quello che scopriamo in queste ore dai giornali, da un'inchiesta a Perugia, secondo la quale ci sono funzionari dello Stato italiano che fanno dossieraggi ad personam per passare le notizie ad alcuni giornali, segnatamente al giornale di De Benedetti", scandisce Meloni. "Vogliamo sapere chi sono i mandanti perché questi sono metodi da regime".
Per il resto, il comizio segue il 'canovaccio' classico sperimentato più volte dalla coalizione. Parlano prima i leader dei partiti 'piccoli, Cesa e Lupi, poi, in rigoroso ordine di rappresentanza parlamentare, Tajani, Salvini e Meloni (l'inversione, prima Salvini e poi Tajani - causata da un ritardo del forzista -, aveva assai indispettito i leghisti la volta scorsa a Cagliari. E non si ripete a Pescara).
Dal palco, Tajani ricorda Silvio Berlusconi e il suo "amore per la terra" abruzzese. Comincia a spiovigginare e la presentatrice allunga un biglietto al segretario forzista. Il quale però non capisce bene: allora lei ad alta voce lo invita a concludere l'intervento perché la pioggia sta aumentando, sono le 19,30 e devono parlare ancora Salvini e Meloni. La foto di gruppo di tutti i leader sul palco con Marsilio viene quindi anticipata prima della fine del comizio, perché si teme l'aquazzone. Poi tocca a Salvini. Il segretario leghista riduce il più possibile il suo intervento, parla degli interventi per l'Abruzzo e ribadisce di ripudiare i termini genitore 1 e genitore 2 e la maternità surrogata, oltre al fanatismo islamista che non rispetta i diritti delle donne.
La parola quindi passa alla premier. "Voi non potete immaginare quanto per me sia importante, in una vita fatta tutta di problemi da risolvere e aerei da prendere, ogni tanto tornare qui e riprendere dalla piazza la benzina di cui ho bisogno per andare avanti fino alla scadenza successiva", esordisce Meloni. "In Italia ci sono due realtà quella che raccontano i giornali di sinistra" che corrisponde ai loro desideri, "e poi c'è la realtà dei fatti. E i fatti dimostrano che questo governo procede veloce nelle sue decisioni", assicura. "Noi in Abruzzo ci mettiamo la faccia perchè stiamo insieme per scelta. Ho visto cose incredibili in questa campagna elettorale: Conte che diceva che non era alleato con Renzi, Renzi che diceva che non è alleato con Conte, sono tutti alleati ma si vergognano a dirlo. Noi insieme governiamo una nazione e molte Regioni. I risultati si stanno vedendo", aggiunge.
La difesa delle forze dell'ordine è poi strenua. "Non ci si puo' ricordare delle forze dell'ordine solo quando c'è da insultare, solo quando qualcosa non è andato alla perfezione", afferma la leader di FdI. "Lo scorso anno 120 agenti sono finiti all'ospedale. E nessuno ha espresso solidarietà a questi agenti. Vergogna a chi dice che gli si deve sputare addosso perchè gente così non puo' rappresentare le istituzioni della Repubblica", continua la leader di FdI.
Meloni poi racconta che una delegazione di agricoltori abruzzesi le ha annunciato che le regalerà un trattore per ricordarle di difendere le loro istanze. "Lo metto volentieri nel cortile di Palazzo Chigi", dice.
La pioggia aumenta, il comizio si chiude con l'inno di Mameli. Prima di lasciare Pescara, Meloni si trattiene con una piccola folla di sostenitori che le regalano fiori e le chiedono selfie. E via sull'auto per il rientro a Roma. "Cerco sempre di tornare a casa prima che mia figlia dorma", aveva spiegato prima agli imprenditori.