AGI - Quando Matteo Piantedosi, nell'intento di "dissipare ricostruzioni fantasiose circa asseriti inasprimenti delle attività di Polizia" e riferendosi a "chi ha voluto collegare il tema della gestione delle manifestazioni di piazza a quello delle identificazioni operate dalle forze di polizia" osserva che "l'aumento di quest'ultima attività, quella delle identificazioni, evidenziato anche da alcuni organi di stampa, è avvenuto soprattutto per effetto del rafforzamento del controllo del territorio e delle operazioni cosiddette ad alto impatto" e dice che "si tratta di attività invocate e apprezzate dai cittadini e concordate con gli amministratori locali", si levano nell'emiciclo le voci di Federico Fornaro e Laura Boldrini che ribattono con un amaro "anche alla Scala".
'Applausi' polemici dell'opposizione
Il presidente di turno, Giorgio Mule', invita a "interiorizzare il dissenso", invitando le opposizioni a ricordare che "poi avrete modo di esplicitarlo nei vostri interventi". È uno dei flash dall'Aula nel dibattito che segue, ma anche inframmezza, l'informativa del ministro dell'Interno. Un botta e risposta informale, quello che accompagna le parole del ministro dell'Interno, come sempre accade nelle occasioni più 'calde'. Il centrodestra sceglie di sottolineare con applausi i passaggi salienti, dopo la vera e propria standing ovation iniziale, e le opposizioni applaudono a loro volta, ma l'intento è chiaramente polemico, come del resto segnala lo stesso resoconto stenografico di Montecitorio, per esempio non appena Piantedosi ribadisce la sua condivisione delle parole di Mattarella sugli scontri di Pisa.
Un dibattito che si snoda mentre poco prima, nello stesso Palazzo ma a margine di un convegno, Antonio Tajani declina il "forte sostegno di Forza Italia alle forze dell'ordine" invitando a "non fare di tutta l'erba un fascio" con echi, se non altro di fatto, del Pasolini sui fatti di Valle Giulia nel '68. È quando il vicepremier e segretario FI parla degli agenti di Polizia come "figli del popolo" segnalando che "spesso quelli che li attaccano sono figli di papà radical chic, violenti che non hanno nessun rispetto della legge, dell'autorità dello Stato".
Poi si passa al merito, e al dibattito vero e proprio. "I fatti non si sono svolti come ha raccontato il ministro Piantedosi", scandisce Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del Pd ed ex vice ministro dell'Interno. "A Pisa - riprende - non era in atto la presa della Bastiglia. Lì c'erano un centinaio di ragazzi, esattamente uguali a quelli che fino a pochi minuti fa erano su queste tribune a seguire i lavori della Camera. C'erano i nostri figli, le nostre figlie, che dovremmo ringraziare perché dimostravano di avere una coscienza politica e civica. A Pisa sono successe cose gravi e il tema che si pone è quello del controllo democratico su come viene gestito l'ordine pubblico. Questo rappresenta un pezzo di democrazia, utile ai cittadini e alle stesse forze dell'ordine".
"Allora - e la voce sale di tono - non accettiamo l'accusa che sta avanzando sui mezzi di informazione, tramite le dichiarazioni anche della presidente del Consiglio e oggi del ministro Piantedosi, di strumentalizzazione. Noi esprimiamo solidarietà agli agenti aggrediti ieri a Torino e se c'è qualcuno che sta provando a strumentalizzare quanto accaduto, siete esattamente voi e l'avete messo nero su bianco in queste ore attaccando la sinistra come se fosse quella che fomenta. La libertà d'espressione è uno dei diritti che non deve essere comprimibile in una democrazia liberale. Vi chiedo: vi sentite di operare all'interno di una democrazia liberale o No? Perché altrimenti c'è un problema".
"Ma lo sapete - aggiunge - che sono 800 giorni che le forze dell'ordine aspettano il rinnovo del contratto? Conoscete i problemi di organico che hanno? Sapete che sono venti mesi che non ricevono il pagamento degli straordinari? Alla Camera è incardinato un Ddl sulla Sicurezza a prima firma Piantedosi, nell'articolo 11 si prevede una reclusione a due anni in caso di blocco stradale. Vuol dire che se tre ragazzini si mettono a protestare davanti a scuola e fermano il traffico si beccano due anni di galera. E voi dite che in questo momento in Italia non c'è un clima che vuole limitare il dissenso? È questa l'idea di Paese che avete in testa? Noi - conclude - abbiamo in testa tutta un'altra idea d'Italia".
Il contrasto Meloni-Mattarella
"Noi abbiamo il dovere, come parlamentari della Repubblica, di giustapporre due principi fondamentali: il diritto di manifestare in questa nazione, il ministro Piantedosi ci ha fornito i numeri, che è ampiamente garantito e il diritto a che questo avvenga nel rispetto delle regole". La deputata FdI Sara Kelany lo dice per ammonire che "questi due principi devono viaggiare assieme, unitamente, e invece in questi giorni troppe voci si sono levate nel senso della contrapposizione, nel senso del doppiopesismo e, mi duole doverlo segnalare, della strumentalizzazione politica. Una triste strumentalizzazione politica che non giova ne' allo Stato ne' alle istituzioni, non giova neanche alla causa di chi vuole e ha il sacrosanto diritto di manifestare liberamente".
"Si è tentato anche, maldestramente, di contrapporre le parole del Capo dello Stato, che, poi, sono le stesse che ha usato il ministro sia nell'incipit della sua prolusione sia in chiosa, che recitano che quando si arriva a dover utilizzare la forza pubblica in questo modo e in questi contesti spesso è un fallimento, a quelle del presidente del Consiglio, che ha espresso, molto banalmente, un concetto che dovrebbe essere proprio di tutti, di quest'Aula. Di noi che facciamo politica, di noi che siamo istituzioni, ossia che è pericoloso togliere il sostegno alle forze dell'ordine", contrattacca. "Nella contrapposizione di queste due prese di posizione, solo chi è in malafede vede conflitto, solo chi soffia sul fuoco dei contrasti può vedere delle divergenze", aggiunge.
Vittoria Baldino, vicecapogruppo M5s, ribatte a Piantedosi che "al posto suo avrei chiesto scusa ai ragazzi che chiedono pace e futuro. Invece lei è venuto in quest'aula a pavoneggiarsi per aver concesso il diritto di manifestare. Dobbiamo forse ringraziarla?". "Di quali processi sommari alle forze dell'ordine parlate? Piuttosto è lei che fa un processo sommario ai ragazzi, colpevoli' di essere scesi in piazza, come dire che a Cutro i migranti sono morti perché non dovevano partire", attacca. "Ormai siamo abituati a queste sue sparate. Piuttosto siete voi che avete rimosso in fretta e furia la dirigente del Reparto mobile di Firenze per dare uno scalpo all'opinione pubblica. Vi dite dalla parte delle forze dell'ordine ma poi scaricate su di loro le vostre incapacità.
Non cadiamo nel vostro gioco sporco dello scontro tra buoni e cattivi. Voglio ricordarvi di quel funzionario della Polizia di Forlì che denunciò pubblicamente l'atteggiamento del viceministro Bignami che si permise di chiedere alla Polizia di impedire una manifestazione di dissenso contro la presidente Meloni", aggiunge. "La stessa presidente Meloni che ieri sera si è posta in aperta contrapposizione con il Presidente della Repubblica Mattarella, il quale ha rivolto, a lei ministro, parole molto forti e nette per ricordare che l'autorevolezza delle forze dell'ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacita' di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Onore a quel funzionario di Polizia che ha ricordato come il diritto di manifestare sia un pilastro della democrazia. E onore - ribadisce l'esponente M5s - a tutte le donne e gli uomini delle forze dell'ordine che lavorano per la nostra sicurezza nonostante le gravi carenze di organico e nonostante un governo che non ha stanziato nulla per colmare quei vuoti di risorse umane". Dalla Lega è Edoardo Ziello, a ringraziare Piantedosi "per l'informativa tempestiva" e a esprimere "solidarietà a quegli agenti di Polizia attaccati dai centri sociali di sinistra durante un rimpatrio".
"Non possiamo ignorare la contraddizione della sinistra che un giorno critica le forze dell'ordine e l'altro mostra vicinanza, aizzando così qualche facinoroso", avverte. "Condividiamo le parole del Presidente della Repubblica. L'uso dei manganelli con i giovani è 'un segno di fallimento'. È il fallimento educativo soprattutto delle famiglie di quegli studenti che hanno cercato lo scontro, il fallimento di alcuni docenti che hanno soffiato sul fuoco della protesta utilizzando quei manifestanti come una clava da buttare addosso a forze di polizia. È questo il fallimento che vediamo noi", manda a dire.
"Il ministro Piantedosi ha descritto un manipolo di facinorosi dimenticando che a Pisa e Firenze c'erano giovanissimi studenti ai quali le istituzioni devono chiedere solo scusa", è il richiamo del vicecapogruppo Avs alla Camera Marco Grimaldi che lamenta "abbiamo invece ascoltato una relazione negazionista da parte del responsabile del Viminale, mentre l'aria di contenimento e di repressione del dissenso si è fatta ormai pesantissima". "Chiediamo per questo codici identificativi sui caschi degli agenti", rilancia. "L'incapacità del governo di gestire i processi democratici comincia a essere conosciuta dal Paese. La luna di miele sta finendo, forse - annota - è già successo".