AGI - Il centrodestra reagisce alla debacle sarda e, all'indomani della sconfitta nelle regionali del 25 febbraio, accelera e finalizza l'accordo per la ricandidatura dei governatori uscenti in tutte le elezioni del 2024. Mentre tutti gli occhi sono puntanti sull'Abruzzo, dove si vota tra dieci giorni, una nota congiunta siglata da tutti i partiti di maggioranza annuncia l'intesa sui candidati forzisti Vito Bardi, in Basilicata, e Alberto Cirio in Piemonte, e la leghista Donatella Tesei in Umbria. "I presidenti di Basilicata, Piemonte e Umbria che hanno ben governato saranno i candidati di tutto il centrodestra unito ai prossimi appuntamenti elettorali regionali", annuncia il comunicato siglato da Fdi, Lega, FI, Noi moderati e Udc. All'indomani della prima sconfitta elettorale dall'insediamento del governo di Giorgia Meloni, nella coalizione di governo si professa poi "ottimismo" sull'esito del voto nella Regione dove il governatore uscente Marco Marsilio, uomo vicinissimo a Giorgia Meloni, correrà il 10 marzo contro l'ex rettore dell'Università di Teramo, Luciano D'Amico, alla guida di una coalizione di centrosinistra. A sostegno di Marsilio, martedi' i tre leader della coalizione - Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani - saranno a Pescara, per un comizio di coalizione, come già fatto a Cagliari per Paolo Truzzu.
Nel centrodestra si cercano, quindi, di 'congelare' le frizioni per affrontare al meglio il nuovo appuntamento elettorale in data cosi' ravvicinata e, dopo la nota congiunta sulla 'lezione' sarda da cui imparare, si è deciso di accelerare e chiudere la discussione sulle candidature dell'anno in corso. Altri nodi restano, dalle candidature alle Amministrative a quelle alle Regionali del 2025, con lo scoglio dell'ok al terzo mandato preteso dalla Lega - e osteggiato da FI e FdI - per consentire le rielezione di Luca Zaia in Veneto.
Sui rapporti tra i partiti della coalizione, oggi è intervenuto Francesco Lollobrigida per ribadire che "i litigi sui giornali non aiutano" la maggioranza. Parlando coi cronisti in Transatlantico, il ministro per le Politiche agricole ha poi respinto le accuse mosse da Lega e FI, all'indomani della sconfitta in Sardegna: Truzzu è stato indicato "dai territori", ha sostenuto, e FdI "mai ha scelto i candidati in base ai rapporti di forza". Il ministro si è poi detto fiducioso sull'esito del voto in Abruzzo: andrà "benissimo", ha assicurato. Sul fronte del ddl sull'autonomia differenziata, la commissione Affari costituzionali della Camera ha, invece, dato il via libera alla riduzione "fino a un massimo di 15" delle audizioni richieste da ogni gruppo. Le audizioni passeranno quindi dalle 260 richieste a circa un'ottantina. Il Pd ha protestato per le decisione, parlando di "forzatura inaccettabile" da parte della maggioranza. I dem avevano presentato richieste per 37 audizioni, 145 il M5s e 58 Avs. Qualcuno ha interpretato l'alto numero di audizioni concesse (una ventina in più del Senato) come 'fuoco amico', una mossa da parte degli altri partiti di maggioranza di rallentare il percorso del ddl e impedire l'approvazione del provvedimento bandiera della Lega prima delle Europee. In realtà, FdI aveva presentato la richiesta per sette audizioni, FI per cinque, la Lega tre. E lo stato di avanzamento dell'esame del provvedimento difficilmente non porterà all'approvazione definitiva nei prossimi tre mesi.