AGI - Il rapporto con Israele, ma anche le tensioni con la Russia, il sostegno all'Ucraina e il piano Mattei per l'Africa. Antonio Tajani dal palco del congresso di Forza Italia traccia le linee guida del governo in politica estera. La morte di Aleksei Navlany riporta agli anni bui delle pratiche sovietiche per eliminare il dissenso.
"La Russia ha scelto la strada del conflitto all'esterno e all'interno - dice il ministro degli Esteri - ha scelto la via della repressione tornando indietro verso le pagine più buie del 900. L'aggressione all'Ucraina non è soltanto il tentativo di schiacciare la libertà di un popolo sovrano, è la sfida all'Occidente e alla legalità internazionale. La morte di Navalny riporta ai metodi impiegati spietati dell'Unione Sovietica".
Tajani: "In Medio Oriente la pace è lontana"
E Tajani non manca di affrontare anche la questione Medio Oriente e di ribadire la posizione italiana nel conflitto tra Israele e Hamas. "Siamo amici di Israele - dice - Abbiamo pianto con Israele per il massacro di vittime innocenti, per la caccia all'ebreo che c'è stata il 7 ottobre e non possiamo neanche paragonare Israele ad Hamas. Noi continuiamo a lavorare per la pace, ma purtroppo in Medio Oriente la pace è lontana". Per Tajani la necessità di reagire al terrorismo da parte del governo di Netanyahu è "comprensibile", "ma di fronte a tutto questo, abbiamo il dovere di dire ai nostri amici israeliani di comportarsi secondo quelle regole di civiltà e di umanità che condividiamo". "Non lasciamo l'Africa a Cina, Russia e Iran"
Centrale per il ministro degli Esteri del governo Meloni è anche il rapporto con i Paesi africani. Ricorda Silvio Berlusconi che considerava l'Africa "terra del futuro". "Una terra di drammi ma anche di opportunità - la definisce il leader di Forza Italia - Una terra che al suo interno grandi ricchezze e grandi potenzialità. L'Europa e l'Italia non possono perdere, a vantaggio della Russia, della Cina e dell'Iran, la sfida di uno stretto rapporto con l'Africa. A differenza loro, il nostro non sarà mai un approccio neo coloniale, un approccio basato sullo sfruttamento". Per Tajani "la nostra strada è quella della collaborazione con i paesi africani nell'interesse reciproco". E rivendica l'importanza del piano Mattei, varato dal governo Meloni. "Dovrà essere parte di quel grande piano europeo per l'Africa per il quale mi sono battuto quando ero presidente del Parlamento Europeo, e che è stata una delle stelle polari della politica estera di Silvio Berlusconi".