AGI - Il Pd targato Elly Schlein ha lanciato la manifestazione e le sigle sindacali - Rete Nobavaglio, Articolo 21 e Moveon -, hanno risposto presente. Sono oltre 200 le persone scese in piazza, sotto la sede Rai di viale Mazzini, nella serata di mercoledì, per difendere la libertà di informazione e "far capire a tutti che c'e' emergenza democratica" su questo fronte e "tutta la politica è responsabile di questa grave situazione", come spiegano alcuni manifestanti. "Dobbiamo batterci per il servizio pubblico e la libertà di stampa", ha affermato Elly Schlein ringraziando anche le associazioni e le altre forze di opposizione presenti, "basta con Tele Meloni e con un servizio pubblico svilito a cassa di risonanza di questo governo". Sandro Ruotolo, ex senatore e fedelissimo del nuovo segretario dem, ha spiegato che questo "è il primo passo: serve ad accendere una luce. Noi consideriamo questa 'Tele Meloni', perché hanno occupato quello che c'era da occupare e fatto fuori le opposizioni".
"Il Tg1 ha perso la sua credibilità e la sua autorevolezza: noi siamo preoccupati per questo - aggiunge Ruotolo -. Come anche per la Meloni che attacca lo scrittore Roberto Saviano e la trasmissione Report". Il responsabile dell'informazione del Pd assicura che c'è la volontà di "discutere per una riforma che renda indipendente dai partiti la Rai". Ma su questo le opposizioni devono essere unite: "Mi dispiace che non ci siano qui Giuseppe Conte e i 5 Stelle che non capiscono il momento che stiamo vivendo", si è rammaricato. Erano presenti invece Nicola Fratoianni, deputato di Sinistra Italiana, Angelo Bonelli dei Verdi e Maria Elena Boschi di Italia Viva, oltre al giornalista di Report Sigfrido Ranucci. "Io ho sempre fatto il mio lavoro con la mia squadra in libertà: sono venuto qui perché si manifesta per la libertà di stampa e ho sentito la necessita' di partecipare - dice -. Spero che i sindacati, tutti quelli presenti in Rai, mi difendano contro gli attacchi che ho subito dal centrodestra perché il sindacato serve a questo: difendere la libertà dei giornalisti". Ranucci aggiunge, in merito a una possibile riforma: "Se non si fa non si va da nessuna parte. L'unico editore è chi paga il canone".
La #Rai è diventata #Telemeloni, strumento di propaganda di #palazzoChigi. Sotto attacco e’ l’articolo 21 della Costituzione. Siamo considerati dal sindacato europeo dei giornalisti (Efj) uno dei paesi ostili ai giornalisti. Bisogna liberare la #Rai dall’ingerenza dei partiti. pic.twitter.com/g6VYhBUe6d
— sandro ruotolo (@sruotolo1) February 7, 2024
Per Beppe Giulietti, coordinatore di Articolo 21, "bisogna andare ovunque ci sia il rischio di bavagli". "Andremo ancora per chiedere la liberazione di Ilaria Salis dal carcere - aggiunge -. Noi crediamo sia a rischio la Costituzione di questo Paese. Vorrei che questo fosse chiaro a tutti: mi auguro si arrivi a una iniziativa unitaria". "La Meloni è la presidente che ha scagliato più querele bavaglio contro scrittori e giornalisti. Quello che sta avvenendo in Rai è gravissimo e non ha precedenti nel Servizio Pubblico", ammonisce Giulietti. Il sit-in e' terminato sulle note di "Bella Ciao" cantata dai manifestanti presenti. Poco prima, sempre davanti alla sede della Rai, c'è stata una contro-manifestazione dei giornalisti legati a UniRai, sindacato che, in contrapposizione a UsigRai, rappresenta i cronisti di viale Mazzini. "Siamo nati dalla necessita' di dare una casa a tanti colleghi che nel sindacato storico non si sentivano rappresentati: siamo una voce che si aggiunge a quelle gia' esistenti", spiega all'AGI Francesco Palese, leader del sindacato Unirai. "La Rai e' di chi paga il canone: né destra né sinistra. Fino a ora c'e' stato un sindacato a senso unico: noi abbiamo altre idee", aggiungono i presenti, una trentina. Entrambe le manifestazioni si sono svolte davanti all'occhio attento delle forze dell'ordine.