AGI - L'immagine è di impatto, così come il gesto, ma poi nel messaggio finale ci sono il senso e la sintesi di una visita così particolare. Che un presidente del Consiglio visiti una mostra dedicata a un'eminente figura politica del passato non è cosa rara e insolita. Ma negli spazi dell'ex Mattatoio di Testaccio a Roma c'è tutto il percorso politico, storico e anche umano di un leader che ha lasciato un solco profondo.
Enrico Berlinguer rappresenta ancora oggi un'idea, un punto di riferimento per una sinistra riformista, aperta e inclusiva. Il leader che riempiva le piazze, che appassionava, che portò una generazione nuova a dirigere il partito. E Giorgia Meloni arriva da un fronte completamente opposto: le radici nella destra che si contrappose con forza alla sinistra di Berlinguer, ma che si presentò a capo chino ai funerali del leader comunista.
"Il racconto di una storia, politica. E la politica è l'unica possibile soluzione ai problemi" ha scritto sul registro dei visitatori la presidente del Consiglio, dopo un giro tra le foto, i manifesti, le pubblicazioni e le ricostruzioni multimediali dell'attività di Enrico Berlinguer.
Per un attimo passa accanto a un manifesto elettorale dei tempi andati: "Vota Comunista", a lettere cubitali, quando i social non c'erano e la propaganda aveva un sapore semplice. Sorride e passa oltre, con l'aplomb della consapevolezza che quel messaggio appartiene ormai a una sinistra radicale che non ha più il "dolce Enrico".