AGI - Una telefonata fra gli staff di Giorgia Meloni e Elly Schlein per fare il punto sul duello Tv. L'unica certezza che ne emerge è che il duello si farà. Per il resto, come chiariscono fonti del Partito Democratico, è ancora tutto da definire, a cominciare dalle regole di ingaggio. Un primo punto sullo svolgimento del duello potrebbe essere fatto la prossima settimana quando, ai contatti telefonici, subentreranno gli incontri in presenza. Si parla di un pranzo di lavoro già programmato durante il quale si dovrebbero fare passi avanti in direzione dell'appuntamento.
Il timing, comunque, è ancora lungo: non se ne parlerebbe prima della fine del mese di marzo. Prima di allora, la segretaria dem sarà impegnata ancora nel suo tour elettorale per l'Italia (domani, venerdì, sarà ad Alghero al fianco di Alessandra Todde, esponente M5s e candidata dei progressisti alla presidenza della Regione). Nel frattempo, la segretaria dem continua a cercare la polarizzazione del confronto con la premier, convinta che sia la chiave di volta per arrivare alla soglia psicologica del 21 per cento alle prossime elezioni europee e che le consentirebbe anche, da candidata, di incassare un consenso personale che la 'blinderebbe' al Nazareno.
Anche in caso di risultato negativo del Pd, è il ragionamento che si fa in Transatlantico, un buon risultato personale respingerebbe eventuali tentazioni di avvicendamento nutrite dalla minoranza dem. Non sfugge, infatti, che le correnti sono in fase di posizionamento: le due convention di Energia Popolare a cui lavora Stefano Bonaccini, nonostante le rassicurazioni degli esponenti della corrente che le definiscono funzionali al radicamento dell'area e in funzione del successo del Pd, sono guardati con un misto di sospetto e preoccupazione dagli alti dirigenti dem.
Anche in virtù di questa polarizzazione necessaria con Meloni, la segretaria dem ha alzato i toni dello scontro ed ha infittito le risposte alla premier e agli esponenti del suo governo. Ieri, ad esempio, nel corso del sit in davanti alla sede Rai di viale Mazzini non ha mancato di dedicare una canzone del festival di Sanremo all'avversaria: "La rabbia non basta". E non basta la polarizzazione fine a se stessa: perché il duello con Meloni abbia successo a livello di numeri alle urne, ragiona una fonte dem di primo piano, è necessario che la competizione elettorale sia reale. Ovvero, che sia Schlein sia Meloni siano in pista con le rispettive candidature.
Al momento quella della segretaria èdata praticamente per certa, mentre più cauti sono gli alti dirigenti di FdI: "Le elezioni europee potrebbero essere una occasione per verificare il consenso fra i cittadini", ha detto la premier in una intervista di due settimane fa. E il presidente del Senato, co-fondatore di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa, aveva aggiunto poco dopo: "Secondo me" Giorgia Meloni "fa bene a scegliere all'ultimo. Quando mancherà un mese e mezzo al voto, a quel punto tirerà le somme. Dopodiché, se si dovesse candidare, sarebbe nella norma, nella regola. L'unico dubbio, perché me ne ha parlato, è se la candidatura togliesse tempo al governo. Ci sta pensando".