AGI - "Non posso che inchinarmi al segreto istruttorio: ci sono delle indagini in corso, sarebbe improprio, forse addirittura delittuoso, se rivelassi qui cose, ammesso che le sapessi e che in verità non so, il segreto istruttorio in questo caso è stato per fortuna doverosamente tutelato".
Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha risposto in Aula al Senato a un'interrogazione presentata dal leader di Iv Matteo Renzi sul caso relativo ad Emanuele Pozzolo, il deputato Fdi sospeso prima dal suo partito e poi dal relativo gruppo parlamentare, dopo l’incidente con il colpo di pistola avvenuto il primo gennaio alla festa di Capodanno organizzata dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.
Uno sparo che ha causato il ferimento dell'elettricista Luca Campana, il genero del capo scorta dello stesso sottosegretario. Pozzolo, indagato dalla procura di Biella per lesioni aggravate, ha negato di aver sparato anche se l'arma era sua.
"Se domani dovessero emergere da parte della magistratura ricostruzioni adeguate e obiettive sarei il primo a riferirle qui. Ora ci inchiniamo all'autonomia e alla tanto decantata indipendenza della magistratura", ha aggiunto Nordio.
"C'è un'indagine in corso - ha ribadito il Guardasigilli - noi non possiamo in questa sede introdurre il condizionale, introdurre l'ipotetico. Aspettiamo che sia la magistratura ad accertare cosa sia avvenuto realmente quella sera, e poi non ci sottrarremo alle risposte, anche politiche, che dovremmo dare".
Nordio ha poi aggiunto che "esiste una forma di tutela esterna, che è quella che si occupa della garanzia del tutelato, per quanto riguarda gli ambienti circostanti. Una volta che questa è stata assicurata, esiste una tutela interna, perchè se il tutelato rimane in un ambiente chiuso deve essere accompagnato da chi deve assicurarne la tutela, e quindi non vi è nulla di scandaloso se a una manifestazione conviviale partecipano anche le persone che devono tutelare chi partecipa a quella situazione conviviale".
La risposta di Nordio non è piaciuta a Renzi. "E' chiaro che qualcuno sta mentendo agli italiani - ha sottolineato il leader di Iv - ma lei signor ministro è in grado di ricostruire che cosa è successo? Perchè qui qualcuno poteva morire, e se vi sembra questo il modo di svolgere il lavoro di deputato non è così che la pensiamo noi, abbiamo evidentemente due concetti diversi di dignità".
Renzi si è poi rivolto alla maggioranza: "Io ritengo che questa vicenda denoti un'incultura istituzionale spaventosa, un utilizzo proprietario della Polpen e una reticenza omertosa di fronte alla verità. La notte di Capodanno avete toccato il fondo, cercate di rialzarvi".
"Appare del tutto inopportuno - era evidenziato nell'interrogazione presentata da Italia viva - che un sottosegretario di Stato indichi un proprio compagno di partito quale responsabile della propria scorta armata; dalle ricostruzioni emerge che il sottosegretario avrebbe abbandonato per qualche minuto la sala della festa, da solo e senza la scorta, che sarebbe rimasta all'interno a proseguire i festeggiamenti in maniera del tutto anomala e irrituale".
E ancora: "Le circostanze della notte di San Silvestro evidenziano un legame diretto e personale tra il sottosegretario Delmastro delle Vedove e una parte della polizia penitenziaria (i cui agenti hanno persino sfilato con magliette di sostegno al sottosegretario anche durante il veglione, contestando la decisione di rinvio a giudizio disposta dall'autorità giudiziaria per la rivelazione di atti secretati relativi al caso Cospito), rendendo plastica una pericolosa commistione tra istituzione, ruolo di governo e persona, che si traduce in un ricorso disinvolto e sconsiderato di personale addestrato e armato".
Da qui la richiesta di sapere "se il ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga utile intervenire affinchè venga fugata ogni possibile interferenza, ingerenza o influenza del sottosegretario Delmastro rispetto agli organi della polizia penitenziaria e al personale della sua scorta".
Sul caso Pozzolo ha anche detto la sua il ministro dell'Interno, intervenuto a 'L'aria che tira', su La7. "Sulla vicenda - ha spiegato Matteo Piantedosi - si è fatto un collegamento improprio con una presunta simpatia del governo per la diffusione delle armi. I fatti dicono invece che quest'anno il numero delle licenze è calato; meno persone, cioè, si sono viste concedere il porto d'armi e sono aumentati i provvedimenti sanzionatori sugli abusi. In Italia, rispetto alla popolazione maggiorenne, soltanto lo 0,02% possiede un'arma".