AGI - "FdI è totalmente estranea all'episodio dei saluti romani alla commemorazione delle tre giovanissime vittime dell'attentato di Acca Larentia. Peraltro, il fatto è stato eclatante e ha avuto molta visibilità, ma il partito davvero non ha alcun ruolo o responsabilità in quello che è successo". Ignazio La Russa, presidente del Senato, lo dice in un colloquio con il Corriere della Sera, dopo le polemiche di ieri.
"Abbiamo sempre detto ai nostri di non partecipare a certe manifestazioni, che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci. Non si va a certe commemorazioni. Non c'entriamo nulla, non c'entra il partito", ribadisce.
Il presidente del Senato dice anche di aspettare "con interesse la prevista riunione a sezioni riunite della Cassazione", perché "è possibile che si stabilisca che un saluto romano durante una commemorazione non sia apologia di fascismo, e quindi non sia reato, come molte sentenze stabiliscono. Servirebbe chiarezza, ce lo aspettiamo. Da avvocato più che politico. Perché, ripeto, come partito noi siamo estranei a certe manifestazioni. Quindi non abbiamo nulla da cui dissociarci".
Udienza fissata il 18 gennaio
Le sezioni unite penali della Cassazione esamineranno la questione relativa al "saluto fascista" in un'udienza fissata per il 18 gennaio prossimo: i supremi giudici, in particolare, sono chiamati a sciogliere il 'nodo' a seguito di un contrasto interpretativo in materia, come osservato dalla prima sezione penale della Corte che, con un'ordinanza dello scorso settembre, ha trasmesso gli atti alle sezioni unite.
Il caso di specie riguarda un processo relativo a una manifestazione avvenuta a Milano il 29 aprile 2016, per commemorare la morte di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani, alla presenza di oltre mille persone: gli imputati, e' la ricostruzione degli inquirenti, risposero alla chiamata del "presente", eseguendo il "saluto fascista".
Salvini: Basta perenne dibattito su 70 anni fa
"Chi si dice fascista o comunista nel 2024 mi fa tenerezza, sono stati sconfitti dalla storia, fortunatamente non torneranno". Questo il commento del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, a Rtl 102,5.
"Io sono proiettato nel futuro - ha aggiunto - e spero che anche la politica italiana la smetta di guardare al passato. Questo perenne dibattito giornalistico stanco su 70 anni fa, anche basta".