AGI - Una foto di famiglia variegata, in cui compaiono storici alleati politici ma anche "amici" con cui costruire un dialogo, per scardinare il 'sistema' e attaccare l'attuale esecutivo europeo. È l'immagine che mandano da Firenze i sovranisti di Identità e democrazia, il gruppo cui aderiscono, tra gli altri, Marine Le Pen, la Lega di Matteo Salvini, la tedesca Alternative fur Deutschland e l'olandese Geert Wilders.
Id tenta di rinsaldarsi in vista delle elezioni europee e prova ad allargarsi al contributo di altre formazioni. Anche se solo i consensi e i successivi negoziati per costruire alleanze potranno dire se il gruppo sopravviverà al voto di giugno 2024. Alla Fortezza da Basso fiorentina va in scena la sfilata dei leader euroscettici mentre il padrone di casa Salvini torna a inviare un avvertimento agli alleati italiani di governo.
L'esecutivo di Giorgia Meloni "non è in discussione", durerà "fino al 2027", premette il vice premier leghista, ma Fratelli d'Italia e Forza Italia commetteranno un "errore fatale" se decideranno di allearsi con forze non di centrodestra in Europa, sarà una grande "occasione mancata". Salvini si dichiara ancora una volta contro "l'inciucio" con i socialisti, che, a suo avviso, sembra "preparare" il commissario Ue Paolo Gentiloni con le sue dichiarazioni. Ma il leghista non risparmia neanche l'alleato di governo Antonio Tajani, che "sbaglia" quando non esclude un'alleanza bis tra socialisti e Popolari (quest'ultimo il gruppo cui aderisce storicamente FI).
Solo il centrodestra unito anche in Europa, torna a ripetere il ministro delle Infrastrutture, "può vincere e liberare Bruxelles da chi la sta occupando abusivamente per proprio interesse personale". L'attacco alla burocrazia e all'attuale esecutivo Ue è un fil rouge che percorre tutti gli interventi dell'evento 'Free Europe'. Mentre, in altre parti della città, vanno in scena le due contromanifestazioni. La prima, in mattinata, è organizzata dalla rete democratica, con tante bandiere dell'Ue, e vi partecipa il sindaco Dario Nardella. Nel pomeriggio, si tiene invece il corteo dei centri sociali aperto dallo striscione 'Firenze è anti-fascista'.
All'evento di Id, il leader del partito romeno Aur George Simion - che però è stato invitato come ospite e spiega di aver fatto richiesta fin dal 2020 di adesione ai Conservatori europei - arriva a paragonare l'Unione europea all'inferno dantesco. "Noi ora vogliamo passare al Purgatorio e poi al Paradiso", dice, dopo aver definito Ursula von der Leyen e Frans Timmermans come "pazzi e malati". Non è molto più cauta Le Pen, nel videomessaggio inviato all'amico Matteo.
Per la presidente della commissione Ue, attacca la leader del Rassemblement national, l'immigrazione irregolare "è un progetto, non un problema", la commissione porta avanti un "modello di annientamento dell'identità dei popoli europei". La nostra vittoria in Olanda, scandisce, dal canto suo, Wilders, nel filmato inviato al convegno, sarà un "terremoto politico per i pesi massimi in Europa" e "l'inizio di vittorie elettorali" in altri Paesi.
Tra i più duri il co-leader di Afd, Tino Chrupalla, che arriva a definire von der Leyen come la "persona più pericolosa d'Europa", oltre a parlare di "schiavitù" dell'obbligo vaccinale imposto dalle "elite" e di Ucraina "da fermare" perché "non può vincere la guerra". Le conclusioni dell'evento sono affidate a Jordan Bardella, giovane presidente del partito di Le Pen e a Salvini. Il francese, che pronuncia il suo intervento in italiano in omaggio alle sue origini, avverte come "l'Unione europea sia diventata un pericolo che cerca di imporre ai popoli la decrescita con la ripartizione dei migranti".
Infine, il segretario leghista, davanti a tutto lo stato maggiore del partito in platea (compresi il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e i governatori leghisti Luca Zaia e Massimiliano Fedriga), tiene e citare il passaggio dell'Antico Testamento che narra la sfida di Davide a Golia. Nell'iconografia 'salviniana' il ruolo di Golia è interpretato dai "banchieri, dai burocrati" e dai "tecnocrati massoni". "Oggi qua a Firenze sono convenute donne e uomini che, armati di buonsenso, coraggio e fede sconfiggeranno un gigante che è il primo nemico dell'Europa. Noi dei Golia-Soros", avverte con riferimento al banchiere e filantropo ungherese, "non abbiamo paura, di chi finanzia la distruzione della nostra civiltà non abbiamo paura". E a Salvini arrivano i "saluti" e gli "auguri" di Viktor Orban. "I venti del cambiamento sono a Firenze", sentenzia il primo ministro ungherese.