AGI - Un duello televisivo non è all'ordine del giorno, ma fra Elly Schlein e Giorgia Meloni qualcosa potrebbe essere organizzato prima delle europee. Alcuni timidi contatti fra gli sherpa di FdI e Pd sarebbero già avvenuti, a sentire fonti dem in Parlamento. Ma si è trattato più di contatti esplorativi a cui non sono seguiti, fino a oggi, inviti o ipotesi di confronto.
Elly Schlein non si sottrarrebbe: "Sono sempre pronta al confronto", dice. La segretaria dem predilige l'Aula parlamentare, come ha spiegato in passato. La prima e unica occasione di confrontarsi pubblicamente con Meloni c'è stata solo durante le comunicazioni della premier del 15 marzo scorso, dopo il naufragio di Cutro. Lontane dalle telecamere, poi, Schlein e Meloni si sono viste a Palazzo Chigi, quando la premier ha ricevuto le opposizioni per discutere di salario minimo.
Un tema, tra l'altro, rimasto terreno di scontro fra i rispettivi partiti, con la scelta della maggioranza di affossare la proposta delle opposizioni per presentare una legge delega al governo, dal contenuto molto diverso: "Un antipasto di premierato, la direi cosi'", osserva Schlein aggiungendo di non essere delusa da Meloni perché "quando le aspettative stanno a zero, non c'è la possibilità di rimanere delusi.
"In un momento in cui l'inflazione morde alle caviglie le categorie più deboli, come si fa a voltare loro le spalle? Evidentemente a loro sta bene che ci sia il lavoro povero in Italia", attacca la leader dem. Nemmeno una eventuale partecipazione ad Atreju avrebbe visto Meloni e Schlein sullo stesso palco visto che, come rivela la stessa Schlein, alla festa di FdI non era previsto il confronto, "non è così che l'hanno messa quando mi hanno invitato".
Dunque, "ho rifiutato di andare ad Atreju e confermo che non c'è un ripensamento su questo. Il confronto ci sarà in Parlamento", spiega la segretaria. "Questo non vuol dire che su alcuni temi specifici non ci possano essere confronti, lo dico da questa estate. Chiedo a Meloni, almeno sulla violenza di genere, di fare un confronto per un passo in avanti". Rimane da capire a chi tornerebbe più utile un faccia a faccia. In gioco, infatti, non ci sono soltanto i consensi, ma i voti delle prossime elezioni europee.
A scandagliare fonti parlamentari, la leader dem sarebbe in attesa di una mossa della premier: "Se Meloni si dovesse candidare lo farebbe anche Schlein". Partirebbe così una corsa a due che, quasi sicuramente, avrebbe come momento di svolta un confronto televisivo. Rimane da capire a chi delle due gioverebbe di più questo confronto. I dem sono divisi fra chi è convinto che polarizzare lo scontro faccia bene alla segretaria e chi, al contrario, ritiene che Meloni abbia tutto da guadagnare nell'ingaggiare un duello con una competitor stretta fra alleati riluttanti, i Cinque Stelle, e un partito tutt'altro che monolitico, sebbene le correnti sembrino al momento "narcotizzate", per dirla con una fonte dem.
A quest'ultima scuola di pensiero si iscrive anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi convinto che un faccia a faccia televisivo tra Elly Schlein e Giorgia Meloni "serve più alla premier per radicalizzare lo scontro. Forse anche a Elly. Ma la sinistra deve scegliere cosa fare da grande. Dopo di che in bocca al lupo a Elly Schlein, in bocca al lupo a Giorgia Meloni".
Al momento, quindi, ci si deve accontentare di un confronto a distanza e in differita, sebbene di pochi minuti. Meloni e Schlein sono state ospiti di Bruno Vespa, per una puntata tematica di Porta a Porta tutta dedicata alla lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. Ma la leader dem ha messo piede negli studi di via Teulada alle 16,30, mentre la presidente del consiglio solo un'ora e mezza dopo, quando Schlein era già tornata al Nazareno.
È dal quartiere generale che la segretaria ha ripreso a cannoneggiare su Palazzo Chigi. Prima su Dalmastro, con il rinvio a giudizio del sottosegretario per rivelazione di segreto per il caso Cospito: "Penso che sia molto grave", dice Schlein: "Al di là della vicenda giudiziaria, c'è stato il rinvio a giudizio e la vicenda giudiziaria farà il suo corso, a me interessa soprattutto l'aspetto politico: sia il ministro Nordio e poi Giorgia Meloni hanno difeso Delmastro sostenendo che quegli atti non fossero coperti da segreto. Ora il Gup, il giudice e i Pubblici ministeri hanno confermato invece che si tratta di atti coperti da segreto. Non esiste uno scenario in cui Delmastro sia adeguato al ruolo che ricopre", spiega ancora: "O era consapevole di aver passato a Donzelli atti coperti da segreto, e in questo caso è nel posto sbagliato, oppure non era consapevole e quindi è del tutto inadeguato al ruolo che ricopre". Quindi la frecciata a Meloni: "Vorrei capire cosa ne pensa Meloni e cosa ne pensa il ministro Nordio. Anche perché aveva parlato lei per prendere le difese di Delmastro".