AGI - Il disegno di legge sulla riforma costituzionale, secondo quanto si apprende, dovrebbe essere assegnato al Senato, ramo da cui partirà l'iter, nelle prossime ore, dopo il previsto passaggio al Colle. Tra le novità, la modifica del titolo del ddl Casellati, licenziato dieci giorni fa dal Consiglio dei ministri. Secondo quanto apprende l'AGI da fonti che si occupano del dossier, non sarà più "introduzione dell'elezione popolare diretta del Presidente del Consiglio dei ministri e razionalizzazione del rapporto di fiducia", ma si ricorrerà a una formula più 'snella'.
A cambiare sarà la seconda parte: una scelta dettata dall'esigenza del governo di semplificare al massimo il quesito referendario, qualora si dovessero consultare i cittadini. L'obiettivo dell'esecutivo è, quindi, quello di rendere plasticamente chiaro agli elettori che il prossimo presidente del Consiglio sarà scelto dal popolo. Insomma, una domanda diretta cui i cittadini dovranno rispondere con un sì o un no.
La premier Meloni già venerdì scorso si è rivolta agli italiani. "Voi cosa volete fare, volete contare e decidere o stare a guardare mentre i partiti decidono per voi? Questa è la domanda che faremo se sarà necessario e quando sarà necessario", ha spiegato. Ad essere modificato è stato anche l'articolo 4. Nell'ultima versione del ddl Casellati si sottolineava che, "in caso di cessazione dalla carica del presidente del Consiglio eletto, il presidente della Repubblica può conferire l'incarico di formare il governo al presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare che è stato candidato in collegamento al presidente eletto". La dicitura "candidato" è stata corretta in "eletto". Si tratta di piccoli cambiamenti che vanno nella direzione, viene spiegato, di rendere sempre più chiaro il testo.
Meloni tornerà sul tema delle riforme nel 'premier time' previsto per giovedì prossimo a palazzo Madama. Il cronoprogramma della maggioranza prevede sempre un primo via libera entro le Europee. Si tenterà di accelerare ma si attendono anche gli ultimi voti sul ddl Calderoli in Commissione Affari costituzionali al Senato sull'autonomia. Per quanto riguarda le riforme, si prevede un confronto tra maggioranza e opposizioni anche sulle liste di chi audire in Commissione, ma in ogni caso il presidente di palazzo Madama ha assicurato che porterà avanti il dialogo. Anche se l'impianto dovrà restare quello del ddl, hanno chiarito da Fratelli d'Italia.
A chiedere "un clima costituente" è stato anche il presidente della Cei, il cardinale Zuppi. Meloni - oggi è stata in visita istituzionale nella sede della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo di Roma - sarà nell'Aula della Camera a rispondere al 'premier time' il 13 dicembre. Martedì 21 novembre toccherà al ministro degli Esteri Tajani il compito di spiegare alla Camera il contenuto dell'accordo sui migranti siglato con l'Albania. Al termine delle comunicazioni del titolare della Farnesina, si procederà con le votazioni. Dunque, una 'apertura' alle richieste delle opposizioni, che nei giorni scorsi hanno protestato per l'esclusione del Parlamento. Certo, non si tratterà di una 'ratifica' dell'intesa fatta con Tirana - passaggio escluso dall'esecutivo - ma di un voto sulle risoluzioni che i gruppi presenteranno.