AGI - "Habemus papam". Lo dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa, lo ribadisce il leader di Azione, Carlo Calenda. Dopo mesi di battibecchi, scontri e polemiche che si sono susseguite in un crescendo di tensioni, infatti, oggi al Senato lo strappo delle settimane scorse è diventato un vero e proprio divorzio.
La Giunta del regolamento di Palazzo Madama ha, di fatto, stabilito che, consenzienti le 'due parti, i 4 senatori di Azione confluiranno nel gruppo Misto mentre i 7 renziani continueranno a fare gruppo senza nemmeno bisogno di deroghe rispetto al regolamento, visto che non si tratta di una formazione politica nata ex novo.
È dal 19 ottobre che si aspettava la soluzione dopo l'annuncio, da parte del capogruppo Enrico Borghi, del cambio di nome da Az-Iv a Italia viva-Centro-Renew Europe. Decisione assunta a maggioranza in una riunione che si era tenuta in assenza degli esponenti Azione, pronti a presentare ricorso.
Il cambio di denominazione era "la conseguenza di una presa d'atto di posizione politica" aveva spiegato Borghi scatenando l'immediata reazione della 'controparte: "Contrariamente a quanto dichiarato alla stampa dal senatore Renzi, nessuno ha deliberato o chiesto la separazione dei gruppi di Iv e Azione. Cosa che invitiamo il senatore Renzi a fare, visto che lo ha già annunciato mille volte. Per quanto riguarda la delibera sul cambio di nome abbiamo scritto al presidente del Senato per segnalare una doppia violazione dello Statuto operata oggi dal capogruppo del gruppo Azione-Italia Viva-Renew", metteva nero su bianco Azione.
Ma tant'è, dopo la scia di polemiche e scintille verbali, oggi a Palazzo Madama si è giunti, 'apprezzate le circostanze', a una separazione che sembra consensuale ma che lascia un po' di amaro in bocca. 'Anche in questo caso il tempo è galantuomo. Il gruppo si chiama Italia Viva Il Centro Renew. Buon lavoro ai colleghi del Misto", si osserva dalle parti di Italia viva.
Per i calendiani, invece, si sottolinea in ambienti parlamentari, 'il gruppo con il nuovo nome di cui ha parlato Renzi di fatto non esiste", viene riferito, i quattro senatori che vanno nel Misto mantengono, benchèsi fosse vociferato il contrario, le risorse economiche che gli spettano.
Non solo, alla Camera, dove i calendiani sono 12 èpossibile che le parti si rovescino e che il gruppo resti a Azione. Oggi la Giunta del regolamento del Senato ha deciso all'unanimità e spetterà al Consiglio di presidenza stabilire formalmente quali saranno le conseguenze del passaggio al Misto di Azione.
Lo ha spiegato il presidente del Senato al termine della riunione: "C'è "un'intesa fra i gruppi che noi abbiamo sollecitato all'unanimità". E questo "sostanzialmente invitando, apprezzate le circostanze, il gruppo minoritario" della formazione parlamentare "presieduta da Borghi a emigrare non forzatamente nel gruppo Misto. Tutte le condizioni che accompagnano questo passaggio saranno esaminate nell'imminente riunione del Consiglio di presidenza" che si potrebbe tenere già domani, ha detto La Russa.
La Giunta ha stabilito di "non decidere più sul quesito principale" e cioèa chi spetta stabilire "sui regolamenti interni" delle formazioni parlamentari "avendo rilevato che c'è un accordo all'interno del gruppo che si divide". Quanto a Italia viva, che conta 7 senatori, per fare gruppo non c'è bisogno di alcuna deroga rispetto ai numeri previsti dal regolamento poichè "non è un gruppo nuovo".