AGI - "Questa mattina il mio consigliere diplomatico Talò ha rassegnato le dimissioni". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni dopo il caso della telefonata fake, rispondendo alle domande dei cronisti nel corso della conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri.
"Siamo tutti dispiaciuti. Questa vicenda non è stata gestita bene", ha proseguito "da parte del consigliere diplomatico è stato un gesto di responsabilità. Di queste telefonate - aggiunge la premier - ne abbiamo fatte almeno 80 e mi dispiace che in questo inciampo sia messo in discussione ciò che è stato fatto. Ringrazio lui e l'ufficio diplomatico. Io se ricevo una telefonata dall'ufficio del consigliere diplomatico la devo dare per buona... Penso che si sia confermata la coerenza del governo".
Nelle scorse ore, anche l'ufficio del consigliere diplomatico del presidente del Consiglio dei ministri aveva diffuso una nota in cui "si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il presidente della commissione dell'Unione africana e che è stato messo in contatto telefonico con il presidente Meloni. L'episodio è avvenuto il giorno 18 settembre nel contesto dell'intenso impegno sviluppato in quelle ore dal presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell'Assemblea generale dell'Onu tra il 19 e il 21 settembre". È quanto si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi.
Il presidente Meloni "è stata tratta in inganno al telefono da un personaggio che è riuscito a spacciarsi attraverso l'ufficio diplomatico di palazzo Chigi come presidente dell'Unione Africana. Nonostante il tentativo di farle dire frasi 'scomode" Meloni ha invece ribadito nella sostanza le posizioni assunte dal governo, pur nei toni consueti di estrema cortesia formale che si tengono in interlocuzioni con rappresentanti istituzionali stranieri. Il presidente del Consiglio, nonostante le provocazioni, ha confermato il pieno sostegno all'Ucraina e le politiche italiane di contrasto all'immigrazione illegale", hanno poi spiegato fonti di Palazzo Chigi.
Gli autori e la conversazione
La finta telefonata è opera di due comici russi, Vovan (Vladimir Kuznetsov) e Lexus (Alexey Stolyarov), uno dei quali si finge un "politico africano".
Durante la conversazione Meloni tratta in primo luogo il tema dell'immigrazione. "La situazione è molto difficile per noi, dall'inizio dell'anno abbiamo avuto circa 120mila arrivi, per la maggior parte dalla Tunisia", dice la premier nella registrazione della telefonata diffusa da alcune piattaforme. "Un flusso che dovrebbe aumentare per la situazione in Africa, in Sahel, e per il problema dell'Ucraina".
"Quello che non capiscono in Europa è che non è possibile che il problema sia risolto solo dall'Italia. La dimensione del fenomeno coinvolge, nella mia opinione, non solo l'Unione europea ma anche le Nazioni Unite. Il problema è che agli altri non interessa, non rispondono al telefono. Tutti credono che l'Italia debba risolvere questo problema da sola", aggiunge. "Posso chiederle una cosa che rimanga tra noi, pensa che quello che sta succedendo in Niger sia contro la Francia?", chiede Meloni. "Io vedo che la Francia sta premendo per una sorta di intervento. Io sto cercando di capire come possiamo sostenere uno sforzo diplomatico".
"Il problema è che per noi è impossibile integrare questi migranti, osserva poi Meloni. "L'Ue lo comprende nelle conclusioni del consiglio europeo e nelle parole di Ursula von der Leyen ma poi quando chiedi loro di stanziare i soldi per investire in questi Paesi tutto diventa più difficile, per dire la verità. Questo vale anche per quanto riguarda il memorandum firmato con la Tunisia a luglio, il presidente Saied non ha ancora visto un euro".
Il conflitto in Ucraina
"C'èmolta stanchezza da tutte le parti", sostiene Meloni, e "si avvicina il momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d'uscita". "Il problema - continua - è trovare una via d'uscita accettabile per entrambe le parti nel rispetto del diritto internazionale. Ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma aspetto il momento giusto per metterle sul tavolo". "La controffensiva dell'Ucraina non sta andando come ci si aspettava", afferma ancora, e "non ha cambiato il destino del conflitto".
Quindi, "tutti capiscono che potrebbe durare molti anni se non cerchiamo di trovare una soluzione". "Non credo che ci sia un problema di nazionalismo in Ucraina - aggiunge, rispondendo a una domanda sul tema -, io credo che il nazionalismo sia un problema di Putin". Gli ucraini comunque,"stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli".
Libia
Durante la telefonata, la premier fa poi un breve cenno alla Libia. "Potremmo discutere per ore cosa è successo in Libia. Forse oggi qualcuno capisce che la situazione del dopo non èstata cosi' buona, non èstata migliore".