AGI - Lo chiamano l’asse dell’A4 ma ha poco o nulla a che vedere con l’autostrada. Anche perché a ben guardare i suoi confini si estendono ben oltre l’infrastruttura. Si tratta di una striscia di terra che taglia trasversalmente l’Italia del Nord e che unisce territori tradizionalmente di centrodestra ma amministrati da sindaci del centrosinistra che, contro ogni previsione, hanno presentato mix vincenti di civismo e politica.
Uno di questi è rappresentato da Vicenza. Qui lo scorso maggio Giacomo Possamai, soli 33 anni, è diventato il più giovane sindaco di sempre di Vicenza, città veneta dove per la prima volta un sindaco uscente non è stato riconfermato ed unico capoluogo di quella tornata elettorale strappato dal centrosinistra.
Ma la sua vittoria ha dell’incredibile anche e soprattutto se si considera che è arrivata alla fine di una campagna elettorale dove esisteva una regola ferrea condotta senza alcun leader di partito. A 17 anni era già referente provinciale del Pd (quindi decisamente ben radicato nel partito) eppure ha chiesto un passo indietro a Schlein e a Bonaccini, che pure aveva sostenuto nella corsa alle primarie del Pd. Solo vicentini tra i vicentini. Ed ha ribaltato così gran parte delle previsioni indicando una rotta anche al centrosinistra nazionale.
E così oggi da Milano a Padova, lungo la A4 compare una unica fascia senza soluzione di continuità amministrata dal centrosinistra. Fascia che si estende fino a Udine se si fa eccezione per la Venezia di Luigi Brugnaro.
"Una nuova fase del centrosinistra"
“L’asse dell’A4 manda un messaggio chiaro: la proposta politica del centrosinistra risponde alle aspettative degli elettori nei capoluoghi e nelle città – ha spiegato Possamai all’AGI – certo, molto va fatto ancora nelle province ma si va verso una fase tutta nuova”.
Una fase nuova che significherà per il centrosinistra tentare di trasformare i successi dei singoli municipi prima a livello regionale per il dopo-Zaia del 2026 e poi in successi politici. “La vera sfida sarà mettere assieme tutti, i sindaci, le tante realtà civiche, ma lo spazio per costruire alternative c’è – ha poi proseguito rispondendo all’AGI – Il mio sogno è quello di un Pd capace di una maggiore connessione con i cittadini. E’ questo che serve al Pd dopo anni di minoranza e di fronte ad governo che ad occhio ha tutta l’intenzione di durare. C’è tanto da fare ma anche tanto tempo per prepararsi”.
La necessità è quella di un approccio più vicino ai propri elettori, quasi “fisico” come i sindaci che vivono sulla loro pelle i temi quotidiani. Così per la sicurezza (proprio ieri Possamai a Roma ha incontrato il ministro Piantedosi per “chiedere di poter dislocare alcuni militari dell’operazione Strade Sicure a Vicenza”) o per il Pnrr, che vede Vicenza coinvolta in una vicenda che ha dell'assurdo.
Persi 10 milioni di euro per 32 secondi
Un episodio “triste e per alcuni versi tragicomico” ribadito proprio in questi giorni dal Tar del Lazio che ha dato ragione a ministero dell’Agricoltura e Invitalia confermando quanto emerso negli ultimi tempi: ovvero che una mail inviata dal Comune di Vicenza circa un anno fa dalla precedente amministrazione del sindaco Francesco Rucco per accedere ad un bando da 10 milioni di euro sarebbe stata spedita troppo tardi: alle 12.00 e 32 secondi, 32 secondi dopo la scadenza prevista delle 12.
E che quindi non è stata presa in considerazione, facendo perdere alla città 10 milioni di euro.
L'emergenza abitativa
“L’emergenza abitativa però è una delle cose che più mi ha colpito, un fenomeno che sta toccando trasversalmente tutte le fasce popolazione – ha infine aggiunto - l’albergo cittadino che ospita i senza fissa dimora conta ora 200 persone quando normalmente ne ospita 130, 140 perché ci sono tante persone che avrebbero reddito per un affitto o un mutuo ma non la trovano e quindi dormono con senza fissa dimora”.
“Abbiamo fatto una richiesta ai cittadini di mettere a disposizione abitazioni da affittare come Comune e avuto una sola risposta una sola risposta in una città da 110 mila abitanti. Serve un piano casa nazionale e interventi di edilizia non necessariamente popolare ma anche convenzionata” ha infine concluso.