AGI - Dialogo a 360 gradi ai massimi livelli per evitare una esclation del conflitto nella regione e allerta per il rischio di emulazione da parte di chi voglia replicare in Italia il "terrore" delle gesta di Hamas in Israele. Giorgia Meloni si dice "preoccupata" dalla situazione in Medio Oriente.
La presidente del Consiglio si trova nella capitale del Mozambico, Maputo, in visita per colloqui con il presidente della Repubblica Filipe Nyusi, in vista del vertice Italia-Africa, rinviato a gennaio proprio per la crisi mediorientale. Ma prima di volare nella Repubblica del Congo, seconda tappa della missione africana, si concede alle domande dei giornalisti, a bordo del cacciatorpediniere Durand de la Penne dove la Marina militare italiana fa addestramento a un team mozambicano.
"Noi stiamo in queste ore lavorando con tutti gli attori della regione. Io ho sentito nei giorni scorsi diversi capi di Stato e di governo, non solo Netanyahu, ma anche il primo ministro libanese, lo sceicco degli Emirati arabi uniti, del Qatar, il presidente al Sisi, il re di Giordania. Stiamo cercando di scambiare informazioni e mantenere i contatti a 360 gradi proprio per lavorare il più possibile per evitare una escalation che possa portare a un conflitto regionale e quindi molto molto più esteso", scandisce nel giorno in cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani è in missione in Israele e Giordania.
"E' una fase sicuramente molto delicata", continua la premier, "credo che sia una fase in cui, sia a livello di alleati, il formato quinto, sia a livello degli attori che possono essere coinvolti nella regione, bisogna mantenere le interlocuzioni al più alto livello possibile. Io confesso di essere abbastanza preoccupata dallo scenario generale ma penso che ci sia un lavoro che si possa fare - e non a caso stiamo facendo - per evitare che il conflitto possa avere una escalation".
A chi le chiede se sono mutate le misure di sicurezza previste in Italia, la premier conferma che "non c'è attualmente un livello di allerta particolare" nel nostro Paese. "Una delle primissime cose che abbiamo fatto nel giorno degli attacchi atroci di Hamas è stato proprio quella di rafforzare la sicurezza dei luoghi sensibili e delle nostre comunità ebraiche", aggiunge, ricordando la sua visita alla sinagoga di Roma. Poi c'è la questione, umanitaria, delle durissime condizioni imposte dallo Stato ebraico alla popolazione di Gaza, senza luce e gas da giorni.
"Il tema umanitario è un tema sul quale ci siamo mossi nei giorni scorsi", risponde Meloni ai cronisti. "E' una delle questioni che sono state poste dai nostri interlocutori, il ruolo della Giordania e dell'Egitto possono essere ruoli delicati. Così come il tema degli ostaggi sul quale ci sono interlocutori che si stanno muovendo per capire se ci sono i margini per trovare una soluzione. E' una situazione delicata. Tutto quello che si può fare è continuare a dialogare a parlare. Non è facile neanche la posizione di Israele dopo le immagini che si sono viste. Non è una situazione facile. Bisogna muoversi con cautela".
Ma c'è un tema che tiene a sollevare la premier italiana, la scelta 'comunicativa' di Hamas di riprendere e documentare con dovizia di particolari le scene di terrore messe in campo in Israele. "Io sono stata estremamente colpita - e secondo me è un elemento di valutazione di questa vicenda - dal fatto che i miliziani di Hamas volessero riprendere scene cosi' atroci. E' una cosa che secondo me deve fare riflettere nella dinamica di questi giorni. E chiaramente questo può portare al rischio che qualcuno ritenga di dover emulare un tale terrore".
"Tutti i nostri servizi di sicurezza sono allertati ovviamente. Credo che questa valutazioni si debbano fare nel controllare chi entra e chi arriva, particolarmente sulla rotta balcanica. è uno degli elementi su cui lavoriamo incessantemente", garantisce Meloni.