AGI - Dopo l'estate militante il Partito Democratico "non smobilita, ma rilancia". Parola di Elly Schlein che dalla direzione dem invia diversi 'messaggi' agli altri partiti di opposizione, ma anche dentro il Pd. La segretaria appare determinata ad archiviare al più presto le tensioni interne alla minoranza e, per farlo, intende giocare sul terreno che le è più congeniale, quello delle piazze. L'undici novembre è la data scelta dal Partito Democratico per una manifestazione che, sulla carta, è convocata per difendere la sanità, la scuola e il lavoro, ma che diventa una mobilitazione generale contro il governo di Giorgia Meloni e l'apertura di un cantiere "per costruire l'alternativa alla destra".
"Inchiodare il governo ai numeri"
Una data, quella di metà novembre, scelta con attenzione. Governo e maggioranza, in quegli stessi giorni, saranno nel pieno del lavoro sulla Legge di Bilancio: entro il 15 ottobre è previsto l'invio del documento programmatico di bilancio a Bruxelles, entro la fine del mese è atteso il via libera della manovra in Consiglio dei Ministro e tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, la manovra dovrebbe essere presentata alle Camere. L'obiettivo dei dem è, quindi, quello di "inchiodare il governo ai numeri".
E i numeri, sottolinea, Schlein sono da brividi: "La Nadef ci dice che l'economia è in affanno. La Nadef è tirata e inadeguata: previsioni di crescita sovrastimate, 20 miliardi di privatizzazioni in tre anni che è un obiettivo irrealistico, la spesa per interessi che è a 78 miliardi coi rendimenti Btp al 5%. Basta poco per far saltare i conti: conti difficili e manovra che non dà risposte per un governo che ha passato un anno a piantare bandierine negli occhi dei più fragili invece di ridurre le diseguaglianze e aiutando la crescita". Quella che porta all'undici novembre, tuttavia, sarà una marcia a tappe forzate per il Pd. La segretaria chiede al partito di mobilitarsi, dai territori ai dirigenti nazionali ed eletti in Parlamento.
"Un green deal con il cuore rosso"
Il primo appuntamento sarà domani, con la partecipazione allo sciopero per il clima. "Il sei ottobre, domani, c'è lo sciopero per il clima e noi lanciamo una campagna per presentare a tappeto in tutti i consigli municipali d'Italia degli ordini del giorno a sostegno delle comunità energetiche". Il clima e la transizione energetica ricorre a più riprese durante la relazione della segretaria che, su questo tema, trova una 'sponda' insperata nell'enciclica Laudate Deum con cui il Papa ha aperto il sinodo. "Un messaggio potente ed efficace che fa cadere alibi, sottovalutazioni, e negazionismi", per Schlein. Durante la relazione, poi, la segretaria introduce anche il tema della sostenibilità sociale della transizione ecologica. Ovvero, di come accompagnare lavoratori e lavoratrici attraverso i cambiamenti dei modelli di sviluppo. "Serve un green deal con un cuore rosso", è la sintesi offerta da Schlein.
La seconda tappa di avvicinamento all'undici novembre è rappresentata dalla manifestazione della Cgil di sabato a cui i Pd parteciperà perchè "con la destra l'Italia frena, noi vogliamo che ricominci a crescere con nuove politiche industriali". Una piazza, quella del sindacato, che sotto lo slogan "La via maestra, insieme per la Costituzione" si propone di lanciare le proprie proposte su salari, pensioni, giovani, pace, Costituzione. Una piattaforma sovrapponibile in larga parte con quella del Pd. Non a caso, il giorno successivo, partirà il Firma Day sul salario minimo per il quale Schlein conta di rimettere assieme i pezzi dell'opposizioni "per arrivare più forti all'appuntamento con l'Aula", il 17 ottobre, quando la proposta unitaria sul salario minimo approderà all'assemblea di Montecitorio. Questo, al netto di sorprese. Perchè i dem hanno alzato la guardia rispetto alle mosse di governo e maggioranza e temono un blitz per far tornare il testo in commissione. La scelta di Giorgia Meloni di investire il Cnel e il suo presidente, Renato Brunetta, di una "istruttoria" sul tema generale dei salari non è piaciuta.
Lo scontro sul salario minimo
E tantomeno è piaciuta la "bocciatura" arrivata dal Cnel al salario minimo. "Una cosa ci devono spiegare Meloni e company: se dopo tutta questa sceneggiata, le sospensive e gli emendamenti soppressivi fino all'anno palla gettata al Cnel, hanno davvero intenzione di fare qualcosa sul salario minimo", dice il deputato Pd, Arturo Scotto: "Il 17 ottobre tuttavia la nostra legge torna in Parlamento e dovranno dire un si o dovranno dire un no. Tertium non datur. Una cosa è certa: non potranno più scappare".
Ricucire con le opposizioni, dunque, nonostante le tensioni, i distinguo e i veri e propri strappi - l'ultimo è stato quello sul contratto di servizio della Rai - visti negli ultimi giorni. Schlein è consapevole che gli scarti di lato di Conte e Calenda sono destinati ad aumentare con l'approssimarsi delle elezioni europee, ma è anche convinta che una gara con le altre opposizioni per strappare uno zero virgola di consensi non faccia bene al Pd.
Un tempo non ordinario
"Nei prossimi mesi ci attende un tempo non ordinario", avverte, "sfide che richiedono la passione di ciascuno e ciascuna di noi, le elezioni europee sono uno spartiacque, uno snodo decisivo per le politiche di domani. Ma non è una conta, non è questo lo spirito con cui le affrontiamo: siamo sempre disponibili a costruire una alternativa a questa destra. La posta in gioco è l'Unione Europea che vogliamo". Stringere i bulloni dell'opposizione, dunque, ma anche dei Socialisti Europei. Per questa ragione, Schlein annuncia, "i primi di dicembre, una grande conferenza sull'Europa con le forze sindacali, politiche e sociali che vogliono difendere con noi il patrimonio costituzionale comune nato dalla lotta al nazifascismo",
Assieme a questo, "stiamo lavorando alla risoluzione del congresso del Pse che si terrà a Malaga". Un congresso che dovrà affrontare anche il 'nodo' Slovacchia: "Le posizioni di Robert Fico pongono un tema di compatibilità con i valori del Pse. Ieri abbiamo assunto una iniziativa forte per ribadire i valori imprescindibili del Pse: difesa dello stato di diritto, della solidarietà, rispetto dei diritti civili, dei diritti dei migranti, solidarietà all'Ucraina".
E sulla guerra Schlein ribadisce: "Noi stiamo dalla parte dell'Ucraina perchè è inaccettabile che qualcuno pensi di riscrivere i confini d'Europa con l'esercito. è per questo stesso motivo che accanto al necessario sostegno di aiuto, anche militare, dobbiamo esplorare qualsiasi intervento diplomatico". Parole che generano il plauso di un 'big' della minoranza dem come Lorenzo Guerini: "Bene la relazione di Elly Schlein alla Direzione del Pd, soprattutto sull'Europa e le sfide che dovrà affrontare e sulla riaffermazione del sostegno all'Ucraina, quanto mai importante in queste ore".