AGI - Rilanciare sulle riforme per spiazzare governo, maggioranza, ma anche qualche 'alleato' di opposizione. Con questo obiettivo Carlo Calenda lancia un appello per rilanciare l'idea del cancellierato, avanzata un anno fa dal Pd e che trova estimatori anche nel Movimento 5 Stelle.
I dem avevano presentato nell'ottobre 2022 un disegno di legge che si ispira al modello del cancellierato tedesco, dotando il presidente del Consiglio di poteri sulla revoca dei ministri, introducendo la sfiducia costruttiva e introducendo il meccanismo della fiducia data non dalle due Camere separatamente, ma in seduta comune. In ogni caso, viene riferito da fonti dem, "è presto per esprimersi".
Scetticismo al Nazareno
La condicio sine qua non dei dem per sedersi a un tavolo è sempre la stessa: "Non si toccano le prerogative costituzionali del Capo dello Stato", riferisce una fonte qualificata del Pd. Ma all'interno dei gruppi dem circola un certo scetticismo sulla proposta di Calenda. "In un momento come questo, con famiglie e imprese in ginocchio per il caro vita e l'inflazione, parlare di riforme sembra solo un modo per alzare polveroni attorno ai problemi che piu' affliggono i cittadini", viene osservato.
E tra i parlamentari Pd c'è chi si spinge a ipotizzare che quello di Calenda non sia che un assist a un governo che si appresta ad affrontare una manovra "senza soldi". Da un mese, è il ragionamento, il governo è alle prese con la crisi migranti e il caro vita: "Il 27 settembre è vicino, quello sarà il momento della verità per il governo: ci dovranno dire se ci son soldi o se faranno una manovra i deficit. Speriamo solo che, in questo secondo caso, abbiano il buonsenso di avvertire Bruxelles".
"Ci siamo per studiare a fondo elementi per altri modelli, però per immaginare un modello italiano. Siamo contrari all'indebolimento delle prerogative del presidente della Repubblica, che è l'istituzione che in anni difficili ha garantito la credibilità internazionale del nostro paese e la stabilita'", avverte Elly Schlein che cita, fra le proposte del Pd portate al tavolo con il governo "la sfiducia costruttiva, la modifica della legge elettorale e il rafforzamento degli istituti di partecipazione come referendum e leggi di iniziativa popolare", aggiunge la segretaria dem.
Anche Conte punta sulla "fiducia costruttiva"
Anche per Giuseppe Conte quello delle riforme è "un bluff" con il quale Giorgia Meloni vuole "nascondere il disastro sull'immigrazione". In ogni caso, il punto non è "fare una proposta alternativa" a quella del governo, "ma fare una diagnosi chirurgica". E la diagnosi di Conte è che i governi italiani "oggi sono deboli e questo ci pone in una posizione di svantaggi competitivo rispetto ad altri paesi". L'intervento che propone Conte, dunque, è "sulla fiducia costruttiva, la vera chiave di volta per il M5s".
Il perimetro dell'intesa a cui aspira il leader di Azione è largo, lo schema resta quello visto con il salario minimo: un lavoro congiunto di tutti per arrivare a un testo unico. Il nome di Matteo Renzi non viene fatto, ma quello con il capo di Italia Viva è un rapporto ormai consumato.
Si riaccende il derby al centro
Non a caso, l'appello di Calenda alle opposizioni riaccende il derby al centro dello schieramento politico. "Se Calenda propone un accordo a Conte e Schlein, io propongo un accordo agli elettori del Terzo Polo" che hanno votato Azione-Iv anche sulla base della riforma "per l'elezione del Sindaco d'Italia", sottolinea Renzi. "È la stessa riforma", ricorda, che tanto piaceva "al Pds nel 1993 e nel 1994, e poi al Partito Democratico" a trazione renziana.
Ma l'affondo del leader Iv a Calenda arriva quando si tocca il tasto dei nuovi ingressi nelle fila renziane: "Stiamo assistendo non a una fuga da, ma verso Italia Viva", dice per poi soffermarsi sugli incassi da 2 per mille: "Abbiamo preso più soldi della Lega e di Forza Italia. Nel 2022 azione e Italia Viva si divisero 50% a testo il numero delle dichiarazioni di redditi. Fatto cento il numero di dichiarazioni lo stesso anno, finì 50 e 50", tra Italia Viva e Azione: "Adesso siamo a 36 Azione e 64 Italia Viva".