AGI - Difesa dei redditi da lavoro, sanità pubblica e crescita economica: sono questi i tre fronti su cui le forze politiche di opposizione intendono marciare unite da settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari, e soprattutto in vista della sessione di bilancio. Entro il 15 ottobre, l'esecutivo dovrà inviare a Bruxelles il Documento programmatico di Bilancio (la griglia con la sintesi degli interventi che saranno poi inseriti nella legge di bilancio).
Infine, entro il 20 ottobre (anche se non è un termine perentorio, visto che in passato è stato spesso 'sforato') il governo deve licenziare in Cdm e poi trasmettere alle Camere il disegno di legge di Bilancio vero e proprio. Un passaggio che impensierisce non poco la maggioranza alle prese con risorse limitate.
"Con la manovra non si potrà fare tutto", avverte il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. E il collega di governo, Raffaele Fitto, lancia l'allarme sul Patto di Stabilità: "Se non si trova un accordo sul nuovo modello il rischio è che da gennaio 2024 tornino in vigore le vecchie regole e le conseguenze sarebbero complesse".
Per il Movimento 5 Stelle, tuttavia, "a essere complicata non è la manovra in sé, come ha detto Giorgetti, ma la manovra di un Governo che ha scelto di tagliare gli investimenti e le tante reti di protezione dello stato sociale a favore dei più fragili", spiega il vicepresidente del Movimento, Mario Turco. E Riccardo Magi, leader di Più Europa, risponde a Fitto sottolineando che "non è passato nemmeno un anno dalla campagna elettorale in cui i partiti attualmente al governo promettevano di tutto e di più. La loro propaganda si sta già scontrando con la realtà e, come da copione, già mettono le mani avanti accusando l'Europa".
Il timore delle opposizioni è che a pagare siano i cittadini con tagli ai servizi essenziali e con il depauperamento ulteriore dei redditi. Per questa ragione, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Azione, Più Europa e Alleanza Verdi e Sinistra preparano quella che presentano come una "battaglia d'autunno".
Rimane esterna a questo perimetro, per il momento, Italia Viva che si è tirata fuori dalla battaglia sul salario minimo e non sembra particolarmente interessata a coordinarsi con il resto delle opposizioni. Anzi. Matteo Renzi ha avviato un suo progetto di Centro, una forza che dia voce ai riformisti e moderati che non si sentono più rappresentati da Giorgia Meloni, per quel che riguarda l'ala destra dell'arco parlamentare, o da Elly Schlein, per la sinistra.
Lo fa, Renzi, prendendo le distanze dall'alleato Carlo Calenda, al punto da mettere in discussione anche i gruppi unitari di Azione-Iv presenti in Parlamento. Il Pd, attraverso Antonio Misiani, lascia le porte aperte, ma avverte anche che "se qualcuno si chiamerà fuori, spetterà a lui spiegare il perché. Noi del Partito Democratico continueremo a lavorare per la massima unita' di tutte le forze di opposizione".
La segretaria dem, dopo aver incassato un primo successo con il salario minimo - approdo della proposta di legge in Aula alla Camera e raccolta firme a quota trecentomila - ha lanciato la sua sfida al governo sulla sanità. "Dopo un'estate militante dedicata al salario minimo nelle piazze e nelle spiagge, si continuerà da qui fino a fine settembre per poi dare battaglia in Parlamento", fa sapere Schlein: "Sarà tempo, poi, di rilanciare una battaglia chiara e forte dell'opposizione sul tema della salute, perché la sanità non può essere zero euro in manovra. Dopo gli anni del Covid occorre tornare a investire nel garantire territorialità, universalità e qualità della sanità".
Dossier che, come quello del salario minimo, è fortemente collegato alla manovra di Bilancio. La proposta che i dem intendono sottoporre agli alleati dell'opposizione, prima, e alla maggioranza, subito dopo, è costruita su tre pilastri. A spiegarla è il responsabile Economia del Pd Antonio Misiani. "Ci sono poche risorse che vanno messe sui capitoli fondamentali", dice, "a cominciare dalla difesa dei redditi e in particolare quelli da lavoro dipendente" con un "grande patto sociale per arrivare a una legge sul salario minimo, che sarebbe a costo zero per l'erario, e una politica di contenimento della dinamica dei prezzi".
Il secondo capitolo su cui intervenire, per Misiani, è la "sanità pubblica che rischia il collasso, siamo al punto che in alcune regioni si stanno introducendo i pronto soccorsi a pagamento per cui, se ersi 150 euro salti la fila. Una vergogna. Il ministro Schillaci ha ammesso che servono 4 miliardi nel 2024. È il minimo sindacale: servono quattro miliardi all'anno per cinque anni. Si deve poi arrivare alla quota pre Covid di 7,5 miliardi all'anno per il Fondo Sanitario Nazionale, da raggiungere con uno sforzo in più anni. Un percorso simile va impostato anche per gli investimenti sull'istruzione".
Terzo capitolo riguarda la crescita e lo sviluppo industriale: "Un obiettivo da perseguire facendo leva sul Pnrr". I segnali che arrivano dal resto dell'opposizione sono, in questo senso, incoraggianti. Calenda ha già avvertito il governo che "la prossima legge di bilancio deve avere al centro gli investimenti sulla sanità. Inutile tagliare pochi euro di tasse e poi lasciare le famiglie sole, sempre più spesso obbligate a indebitarsi per pagare le cure. Su questo fronte le opposizioni devono muoversi unite", assicura il leader di Azione.
Anche per Giovanni Paglia, responsabile Economia di Sinistra Italiana, "la sanità è a pezzi, ma dal governo Meloni fanno sapere che non c'e' un euro disponibile. In compenso mezza maggioranza è impegnata a smantellare la già ammaccata imposta sugli extraprofitti delle banche. Di lotta all'evasione nemmeno si può parlare, ma intanto", prosegue l'esponente dell'Alleanza Verdi Sinistra, "si rastrellano soldi dalla benzina. In mezzo a tante chiacchiere questi sono i fatti".