AGI - In attesa della verifica invocata da ambedue le parti sulla possibile separazione dei gruppi parlamentari, in casa Terzo Polo il clima rimane sempre teso. L'impressione è che una decisione definitiva verrà presa dopo la pausa estiva del Parlamento, ma è altrettanto vero che, nella situazione presente, i margini di ricomposizione appaiono veramente esili.
Se infatti nella fase del fallimento del progetto di partito unico a prevalere erano state le incompatibilità caratteriali tra i due leader Matteo Renzi e Carlo Calenda in questo caso, ad allontanare Italia viva e Azione, ci sono anche questioni di merito politico, a partire dal salario minimo, passando ovviamente per la questione della richiesta di dimissioni del ministro Daniela Santanché e le relative polemiche.
Renzi, dopo aver presentato in Senato un ddl a sua firma, continua a incalzare, oltre che il governo, Azione sul fronte delle riforme e in particolare dell'elezione diretta del premier, che a suo avviso "è un punto fondamentale per chi crede nella difesa della democrazia in questo tempo di crisi, ed è anche una delle riforme che il Terzo Polo aveva proposto in campagna elettorale". "Noi - aggiunge - non abbiamo cambiato idea".
Il Parlamento chiude per qualche settimana per ferie. Ma noi continuiamo a lavorare, soprattutto su Italia Sicura, elezione diretta Premier, riforma della giustizia. Vi racconto come nella Enews di oggi. Scrivetemi i vostri suggerimenti.https://t.co/9y5YhUJWWi
— Matteo Renzi (@matteorenzi) August 4, 2023
Alludendo poi ai rapporti con Calenda, scrive nella e-news - "credo che su questi temi sarebbe bello discutere senza inventare polemiche sul niente come purtroppo altri fanno: nella settimana in cui si doveva discutere di questo, o del Niger, o della delega fiscale ci siamo trovati ad affrontare un dibattito assurdo tra Capalbio e Forte dei Marmi. Da parte mia - ha concluso - continuo a costruire e seminare con l'impegno che conoscete. E con una incredibile pazienza che non conoscevo nemmeno io".
Da parte sua il leader di Azione rivendica le battaglie che il suo partito sta conducendo, prima fra tutte quella sul salario minimo, dove le divergenze con Iv sono oggettive: "Abbiamo fatto una campagna per l'abolizione dell'abuso d'ufficio e a favore del nucleare e ci hanno detto che flirtavamo con la destra; facciamo una campagna a favore del salario minimo e dicono l'opposto. Semplicemente destra e sinistra non sono le categorie con cui ragioniamo. Siamo democratici, repubblicani, europeisti. Partendo da questi valori ragioniamo liberamente su cio' che e' giusto per l'Italia".
Abbiamo fatto una campagna per l’abolizione dell’abuso d’ufficio e a favore del nucleare e ci hanno detto che flirtavamo con la destra; facciamo una campagna a favore del #salariominimo e dicono l’opposto. Semplicemente destra e sinistra non sono le categorie con cui ragioniamo.… pic.twitter.com/Sp2Uy36Nor
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 4, 2023
Tornando alla questiome concreta della sopravvivenza o meno dei gruppi comuni in Parlamento, il renziano Luigi Marattin osserva di non sapere "se i gruppi tra Italia Viva e Azione verranno rotti". "Se c'è qualcuno che intende farlo - ha aggiunto - ci convochi, ci indichi qual è la prospettiva politica e ne discuteremo. Mi aspetto se ne parli. Non penso che a Senato chiuso si possa fare molto".