AGI - Uniti, ma non troppo. La nota congiunta che annuncia la proposta di legge unitaria sul salario minimo non riesce a nascondere le rivalità, piccole e grandi, che attraversano l'opposizione. E non c'entra il solo Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva si è immediatamente sfilato dalla partita per, si dice dalle parti del Pd, mantenere un posizionamento politico che gli permetta di marcare le differenze con il resto dell'opposizione, da Conte a Fratoianni, e contemporaneamente rincorrere l'elettorato moderato di centrodestra.
Per farlo, però, è necessario che non 'strappi' del tutto, né con la maggioranza né con il governo. Da qui la scelta di non mettere la propria firma in calce alla proposta di legge unitaria, sottolineando che userà lo stesso metodo 'critico' in tutti i passaggi parlamentari che riguardano i testi presentati dalla maggioranza, dalla giustizia, alle infrastrutture, alla sanità.
"Bella forza", commenta chi ha partecipato alla stesura della proposta sul salario minimo: "La maggioranza i numeri ce li ha. Con o senza Renzi". Ma non è solo Renzi a turbare una giornata che, per l'opposizione, dovrebbe segnare un punto a favore. Prima e, soprattutto, dopo la nota che annunciava l'accordo, è filtrato un certo disappunto per come è stata gestita la comunicazione. In particolare ha destato un certo fastidio il tweet con cui Calenda ha "bruciato" la nota congiunta, rivendicando ad Azione buona parte dei contenuti della proposta.
"Tutte le opposizioni hanno raggiunto un accordo sul Salario Minimo. È un provvedimento equilibrato che riprende i punti fondamentali della proposta depositata dal Terzo Polo", scrive Calenda. Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, risponde con ironia: "Calenda brucia gli altri sul tempo e decide di uscire da solo, prima di tutti, per avere 15 minuti di notorietà. Ma come si fa a fare politica con uno che da bimbo giocava coi...l'ego?".
A partecipare alla corsa per rivendicare la paternità della proposta è anche Giuseppe Conte. In un post apparso sui suoi profili social, il presidente del M5s spiega che "Da anni il M5s si batte per introdurre, anche in Italia, il salario minimo legale". Per Conte, quindi, la novità non è il fatto che le opposizioni si presentino per la prima volta insieme su un provvedimento: "Questa battaglia non la combatteremo più da soli: è questa la novità", scrive per sottolineare, poi, che la proposta di legge porterà la sua prima firma.
La segretaria del Pd si mostra entusiasta del passo avanti fatto e invita il governo a sostenere la proposta. Tuttavia, a scandagliare gli eletti dem, si ricava anche un certo fastidio per l'atteggiamento dell'alleato pentastellato: "Conte? Veramente fu con il Pd che si affacciò il tema del salario minimo, sul quale il governo Draghi fece appena in tempo ad aprire un tavolo di lavoro con i sindacati, per poi dovere andare a casa, sfiduciato da Lega e M5s", ricordano fonti parlamentari del Pd.
Chi non sembra interessata alla gara per rivendicare la primogenitura della proposta di legge è la segretaria dem: "Si tratta di una proposta di legge che unisce le lotte delle opposizioni su una misura quantomai necessaria per lavoratrici e lavoratori", dice Schlein a chi ha avuto modo di sentirla in queste ore. "Ora il governo non si giri dall'altra parte e la approvi".