AGI - Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giorgia Meloni, visto il parere espresso all'unanimità dal Consiglio superiore della Banca d'Italia, ha deliberato la nomina di Fabio Panetta a governatore dell'Istituto, a partire dal 1 novembre 2023, successivamente al termine naturale del mandato del governatore Ignazio Visco, previsto per il prossimo 31 ottobre. È quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.
Il relativo decreto di nomina, precisano le stesse fonti, sarà quindi sottoposto al presidente della Repubblica, come previsto dalla procedura di nomina stabilita dall'articolo 19, comma 8, della legge del 28 dicembre 2005, n. 262 e dallo Statuto della Banca d'Italia. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha svolto in Consiglio dei ministri una relazione di presentazione.
Figliuolo alla Ricostruzione
Nella riunione del Consiglio dei ministri odierna, il generale Francesco Paolo Figliuolo è stato indicato quale commissario per la ricostruzione in Emilia Romagna e nelle altre zone alluvionate. Non è stato, quindi, ancora nominato, sottolineano fonti di Palazzo Chigi. Lo sarà con un altro provvedimento ad hoc, una volta che entrerà in vigore il decreto legge per la ricostruzione.
Chi è Fabio Panetta
L'economista Fabio Panetta torna a palazzo Koch. Questa volta al vertice, sulla poltrona più prestigiosa. Quella di governatore. L'attuale membro dell'esecutivo della Bce prende il posto di Ignazio Visco, dopo che a via Nazionale è stato vicedirettore generale con lo stesso Visco e, per poco più di sei mesi, direttore generale di Bankitalia e presidente dell'Ivass. Considerato una 'colomba' della Bce - in piena sintonia con Visco - Panetta è portavoce di coloro che chiedono equilibrio: rialzo dei tassi sì, ma sulla base del reale andamento dell'inflazione e dell'economia europea. La sua dipartita da Francoforte apre ora un posto nel board della Banca centrale.
Visto che il consiglio, di sei membri, ha sempre incluso i rappresentanti delle tre maggiori economie della zona euro - Germania, Francia e Italia - anche se non c'è una regola scritta cui attenersi. Il suo approdo sulla poltrona di governatore non sorprende. Il suo cursus honorum all'interno dell'istituto non ha mai conosciuto intoppi sin da quando, giovanissimo, preparava le analisi sui mercati monetari per Carlo Azeglio Ciampi. Romano, classe 1959, il suo ingresso a Palazzo Koch risale al 1985 dopo la laurea in Economia alla Luiss, il master alla London School of Economics e il Phd alla London Business School. I primi passi li muove al Servizio studi, presso la direzione Monetaria e finanziaria, di cui assume la guida nel 1999. A notarlo in quegli anni è Antonio Fazio, che ne farà il suo primo 'consiglierè per i temi bancari.
Ma l'ascesa di Panetta non si ferma qui. Anche Mario Draghi ne apprezza doti e capacità e nel 2007 lo nomina capo del Servizio studi di congiuntura e politica monetaria. Dal 2010 è anche responsabile del Rapporto sulla stabilità finanziaria. Nel 2011 diventa direttore centrale con il compito di coordinare le attività collegate alla partecipazione della Banca d'Italia all'Eurosistema e l'analisi della stabilità finanziaria. L'8 ottobre 2012, Ignazio Visco, lo sceglie come componente del direttorio. E il suo ruolo di vicedirettore generale viene confermato anche nel 2018. In questi anni, Panetta ha seguito i dossier più caldi sotto il profilo bancario e ha anche fatto parte della vigilanza della Bce.
Anche all'interno dell'Eurotower l'instancabile economista mostra di avere una competenza tecnica indiscussa. è la chiave del suo successo, che lo porta dal primo gennaio 2020 a sedere al tavolo del comitato esecutivo della Banca centrale europea. Per tre anni difficili - quelli pandemici e della ripresa post Covid, per intenderci - Fabio Panetta si dimostra competente e pragmatico. "Dobbiamo essere determinati ma giudiziosi", ama ripetere nelle interviste. E a chi gli chiedeva di una recente fino a che punto continuare ad alzare i tassi di interesse, ha risposto: "L'obiettivo è ridurre l'inflazione evitando di arrecare danni inutili all'economia reale".