AGI - Ci vogliono tre anni per rifare un vigneto, e cinque per un frutteto di peschi”. Gli agricoltori contano i danni e valutano in mesi e anni di lavoro l’effetto dell’alluvione che ha colpito la Romagna. Qui Sergio Mattarella è venuto a portare la solidarietà sua e di tutta l’Italia, delle istituzioni locali e nazionali a una popolazione che si è già rimboccata le maniche, aiutata dai volontari giunti da tutto il paese, ma che chiede comunque di non essere dimenticata.
"Un paesaggio di ferite"
“Non sarete soli, le istituzioni nazionali vi saranno accanto, il governo è intervenuto subito e io sarò al vostro fianco” ha promesso il capo dello Stato durante tutte le molte tappe della sua visita. Prima in elicottero su Modigliana, ancora isolata: “è un paesaggio di ferite” dice colpito dal panorama di frane e campi allagati. Con lui Stefano Bonaccini, presidente della regione, che difende la sua gente dalle accuse di mala gestione del territorio: “siamo la regione più boscosa d’Italia”. Poi di corsa Forlì, per salutare i volontari e garantire che “la ricostruzione sarà veloce, deve esserlo e con l’aiuto dello Stato c’è la farete”. +
Il Presidente visita poi il centro di smistamento di cibo e vestiti per gli sfollati a Cesena. Qui studenti e volontari gli cantano “Romagna mia”, un inno popolare che lo segue per tutta la giornata, intonato a ogni tappa insieme allo slogan ‘Presidente, Presidente’. Terza fermata a Ravenna, per ringraziare i volontari e i responsabili delle cooperative agricole che hanno sacrificato le loro terre per salvare la cittadinanza. A Lugo, atteso da una piccola folla emozionata, Mattarella ha visitato il teatro difeso dalle acque dagli stessi abbonati che di notte hanno messo in salvo platea e poltrone. “Tornerete come prima” si dice sicuro il Presidente.
Un gilet da soccorritore per il presidente
E infine Faenza: qui sono ancora duemila gli sfollati, e dramma nel dramma, sono state colpite soprattutto le case popolari. Durante la visita molti i doni, dalla frutta scampata ai frutteti alluvionati a foto delle aree e colpite e soprattutto un gilet giallo da soccorritore con il motto ‘tin bota’, resisti in dialetto romagnolo.
Molti sindaci cominciano a chiedere quali siano i protocolli per chiedere i risarcimenti. Perché, certo, la priorità sono strade, scuole, fabbriche e aziende agricole. Ma molte famiglie hanno la casa distrutta, l’auto danneggiata e i mobili rovinati. Ai lati delle strade il fango segna ancora il passaggio e le vie cittadine, i mucchi di mobili da buttare sono accatastati e andranno in discarica.
“Non sarete soli, io sarò al vostro fianco” ha promesso Mattarella prima di ripartire per Roma. “Grazie presidente” gli rispondono i tanti sindaci riuniti al municipio di Faenza. Un abbraccio, un sorriso e poi di nuovo al telefono: “la stagione mi comincia adesso - spiega un primo cittadino del litorale adriatico - devo tornare di corsa in comune ma abbiamo fiducia”.