AGI - "Soddisfazione e fiducia" per un Partito democratico che "si rialza, mentre la destra arretra". Elly Schlein, sull'onda dell'entusiasmo per i risultati del primo turno delle amministrative, rivede all'ultimo momento la scelta di tenere dichiarazioni alla stampa, trasformando l'appuntamento al Nazareno in una conferenza a tutto tondo.
Accanto a lei ci sono i titolari di Enti Locali e Organizzazione del partito, Davide Baruffi e Igor Taruffi. A loro spetta la più classica delle analisi del voto. Il Partito democratico è il primo partito nei capoluoghi italiani andati alle urne il 14 e 15 maggio per le elezioni amministrative. Nei 13 capoluoghi coinvolti nella tornata elettorale, i partiti principali (Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Partito democratico e Movimento 5 stelle) hanno presentato una loro lista in 12 casi.
Il Pd raggiunge una media del 16,6 per cento, con la punta massima a Brescia, dove prende il 26,6 per cento, e la punta minima a Teramo, dove si ferma al 9,3. Male il Movimento 5 stelle, con una media del 2,7 per cento: il risultato più alto è a Terni, dove i Cinque Stelle prendono il 6,5, e quello più basso a Brescia, dove si attesta all'1,3 per cento.
"Il quadro di partenza non era semplice, ma riusciamo ad andare al ballottaggio in sette capoluoghi e in due anche a vincere al primo turno", spiega Baruffi che considera le partite dei ballottaggi "tutte aperte" e da giocare "fino all'ultimo voto". Partite che vedono il Pd in vantaggio "in quasi tutti i capoluoghi: ad Ancona con quattro punti e anche lì ce la giocheremo all'ultimo voto. Abbiamo ottenuto vittorie inaspettate anche nei comuni dove non vincevamo da tanti anni. Ce la giochiamo fino in fondo anche a Pisa e Siena".
Future, possibili, alleanze
Questi i motivi di ottimismo. Ma la partita del secondo turno riparte dallo zero a zero e, dall'altra parte, c'è una destra che sa presentarsi unita nei momenti cruciali. L'auspicio dichiarato di Schlein è che ci si possa compattare in vista dei ballottaggi. Ma per i dem gli alleati M5s quanto quelli del Terzo Polo rimangono una incognita.
Stando ai numeri visti al primo turno, infatti, l'apporto di Conte, Renzi e Calenda alla causa sembra residuale anche rispetto alle liste civiche a sinistra del Pd, osservano fonti parlamentari dem. Lo sforzo della leader dem, dunque, è quello di parlare all'elettorato. "Si vince anche se riusciamo a portare al voto lo stesso numero di persone che ha votato per noi al primo turno", spiega una fonte dem.
Il ragionamento si basa sul presupposto che "la destra frena", come detto anche da Schlein, e il suo elettorato potrebbe sentirsi soddisfatto dal primo turno. Al contrario, "l'elettorato Pd e' un elettorato responsabile che sa mobilitarsi", aggiungono fonti parlamentari, "specie al ballottaggio, che è anche un voto contro". Contro il governo, è il sottointeso.
Al momento, comunque, Schlein non esita a chiamare a raccolta tutte le forze di opposizione. Lo fa in virtu' dei numeri che investono il Pd della responsabilita' di federare. Nei comuni in cui si è votato, le coalizioni hanno seguito schemi diversi: a Brescia il Pd era alleato con Azione e Italia Viva, senza i Cinque Stelle che, invece, erano presenti a Teramo, altra città vinta dai dem al primo turno, sebbene trascinati dalla lista civica del candidato sindaco.
"Noi non pensiamo all'un per cento di consenso, ma a vincere in tutte le città che ci vedono al ballottaggio contro questa destra"
Una destra che per la segretaria dem ha mostrato primi segni di cedimento in questa tornata. "La destra frena e anche coloro che hanno votato la destra si rendono conto delle difficoltà del governo sul Pnrr, sul lavoro: una destra che sceglie di aumentare la precarietà e non vede come questa sia legata alla crisi della natalità", dice Schlein sottolineando che "per una destra che frena c'è un Partito Democratico che rialza la testa".
Anche per questo, Schlein è sicura che sia ora il momento di spingere sull'acceleratore: sia per quello che riguarda l'impegno dei dirigenti e dei militanti dem nei territori. Sia per quello che concerne i temi sui quali sfidare l'esecutivo e la destra in generale. "Il Pd deve continuare a stare sui territori, a dare ascolto alle persone perché quell'ascolto consente di dare risposte alle persone. Noi tradurremo questo in un impegno costante, ci rimettiamo subito in pista e lancio un appello a chi si e' mobilitato in questa campagna elettorale perché continuino nel loro lavoro per vincere ai ballottaggi", spiega la segretaria.
E se gli alleati seguiranno, in forza della legge elettorale che costringe ad alleanza al secondo turno, rimane da vedere come lo faranno. Fin qui, Schlein e Conte hanno evitato di farsi vedere sullo stesso palco. La stessa cosa è accaduta con gli altri leader dell'opposizione. Questione di percentuali, spiegano al Pd.
La partita dei ballottaggi, tuttavia, potrebbe rappresentare un 'colpo per la maggioranza': i dem ci credono e non mollano l'idea di uno schieramento larghissimo con il resto delle opposizioni. Con una freccia in piu' al loro arco: la forza dimostrata dalle liste civiche di centrosinistra, è il ragionamento. Seppure gli alleati dovessero continuare a tenersi alla larga, i dem potranno contare sui candidati in campo e sulle liste che li sostengono.
Nonostante questo, Schlein tiene la porta aperta: "Non abbiamo fatto l'agenda" dei prossimi appuntamenti elettorali nei comuni al ballottaggio, ma l'auspicio è quello di condividere le agende con le altre forze alleate con noi. Confermiamo la piena disponibilita' ad incrociarsi sui territori anche con gli altri leader. Speriamo di allargare ulteriormente rispetto alle alleanze sui temi del primo turno".
In attesa che si allarghi il perimetro delle alleanze, Schlein può festeggiare l'aumento delle iscrizioni da quando, un giorno dopo le primarie, ha riaperto i termini del tesseramento. "Il tesseramento sta andando molto bene, siamo oltre 20mila nuovi iscritti in poco meno di due mesi: e' un segnale di buona salute", sottolinea il capo dell'organizzazione, Taruffi.