AGI - Una vittoria più che simbolica, quella di Laura Castellini a Brescia. È il 'colpo' che cercava Elly Schlein, nella città su cui la destra aveva puntato tutte le sue fiches, tanto da sceglierla come location del gran finale di campagna elettorale. E non è un caso che il primo 'acuto' di Schlein a spoglio ancora in corso sia stata la telefonata a Castellini. Una indicazione anche al partito e ai candidati attesi ai ballottaggi: battere la destra si può.
Udine come modello
Tanto più al secondo turno, quando le alleanze che non si sono potute stringere al primo si materializzeranno in forza della stessa legge elettorale. Schlein e lo stato maggiore del Partito Democratico puntano infatti sull'effetto Udine: passare il primo turno, anche divisi, per colpire e vincere uniti al secondo turno.
Nella città friulana, il Pd ha vinto contro ogni pronostico appena un mese fa. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si sono presentati insieme, in una coalizione molto larga nella quale trovavano posto numerose liste civiche. Un "laboratorio" che ha dimostrato ancora una volta che, al di la' di ogni considerazione di opportunità dettata dai consensi, per vincere bisogna fare alleanze larghe.
Da qui la linea morbida che tanto Elly Schlein quanto Giuseppe Conte stanno tenendo l'una nei confronti dell'altro in questo passaggio. Nessun attacco, nessuna furbizia. L'ultimo strappo, ormai archiviato, è stato quello sull'elezione dei membri delle magistrature speciali. Conte, ma non solo. Anche nei rapporti con Carlo Calenda e Matteo Renzi, Schlein e tutti i dem mantengono un certo understatement.
L'obiettivo del Pd
È quello di rivolgersi agli elettori di tutte le forze politiche di opposizione, secondo la formula delle alleanze con gli elettorati prima ancora che con i partiti. Il primo turno di amministrative ha dato "poche conferme al primo turno, molti gli scontri diretti", spiega Davide Baruffi, responsabile Enti Locali dem: "In alcuni casi è stato possibile costruire alleanze più larghe, in altri casi non è stato possibile. Io credo che sia questo l'elemento che fa la differenza", spiega Baruffi che considera già vinta la sfida a Teramo mentre, per i ballottaggi, il Pd punta forte su Siena, Vicenza ma anche Ancona.
"Ad Ancona non è stato possibile trovare l'accordo con i Cinque Stelle, confido possa accadere al secondo turno", sottolinea l'esponente dem: "Confido che ad Ancona il risultato di Simonella sia un risultato positivo. Lo scarto è di cinque punti e si deciderà al secondo turno. A Vicenza, in un comune governato dalla destra nel profondo Nord, noi corriamo per vincere fra due settimane". Anche "quello di Siena è un dato molto importante perché la città può essere riconquistata con un progetto di qualità. Sono ballottaggi e si riparte dallo zero a zero. L'importante è che siano città contendibili", conclude Baruffi.
"Ovunque si passi al primo turno, sarà possibile vincere bene al ballottaggio". Una impressione condivisa dalla maggior parte dei dirigenti dem di prima fascia. Ad alimentare l'ottimismo sono state le piazze gremite che hanno accolto la segretaria Elly Schlein in campagna elettorale. Ad ogni tappa la partecipazione è stata fin qui incoraggiante.
A Brescia si erano registrate circa duemila persone, a Cinisello Balsamo erano 1.400 in piazza. E al teatro delle Muse di Ancona, Schlein ha fatto il tutto esaurito con oltre 1.200 persone arrivate ad ascoltare la leader dem. Un successo di partecipazione che ha sorpreso positivamente anche esponenti della minoranza dem: "Tante persone a sentire il segretario non si vedevano dati tempi di Renzi".
E la leader dem ha tutta l'intenzione di continuare nella sua campagna 'boots on the ground' anche nelle prossime due settimane. Schlein chiamera' tutti i candiati per cercare di dare la carica per la volata finale e sarà al loro fianco anche nei prossimi giorni, viene spiegato.