AGI - "Sicuramente è un tema che si può affrontare come ipotesi volontaria, alternativa al servizio civile". Giorgia Meloni lo dice a margine dell'adunata degli alpini a Udine, a chi le chiedeva se fosse favorevole al ripristino della leva.
E si riapre così il dibattito sulla reintroduzione del servizio militare, che periodicamente si riaffaccia sulla scena politica. Un vecchio pallino del ministro Matteo Salvini, ma anche il presidente del Senato Ignazio Larussa si è spesso espresso a favore.
Nel 2005 fu abolito l'obbligo della 'naja'
L'obbligo di indossare una divisa per i giovani che avessero compiuto i 18 anni di età è finito il 1 gennaio del 2005. Dopo 143 anni. La legge che istituiva il servizio militare risale infatti al Regno d'Italia, esattamente al 1961, quando avvenne l'unificazione.
E la Repubblica, nata sulle ceneri di una guerra, con l'Italia divenuta ormai zona di confine rispetto all'Est europeo a trazione sovietica, confermò la naja, che durava due anni, poi ridotti a 18 mesi, per passare a 15 e infine a un anno nel 1972 per Esercito e Aeronautica. In Marina l'obbligo venne ridotto soltanto nel 1989.
Nel 1972 chi riceveva la famosa cartolina verde, che disponeva la visita medica per l'idoneità al servizio di leva, aveva una scelta: l'obiezione di coscienza e la possibilità di prestare servizio civile. Nel 1997 il servizio militare viene portato a dieci mesi e il millennio si chiude con la fine di un tabù: le donne sotto le armi.
Nel 1999 infatti il Parlamento approva una legge delega che consente alle donne di entrare nell'Esercito, Marina e Aeronautica su base volontaria. Cinque anni più tardi, indossare una divisa diventa una scelta per tutti e le forze armate italiane diventano, come in molti altri Paesi del mondo, "professioniste".