AGI - Seggi aperti, domenica e lunedì, in circa 760 Comuni. Un passaggio elettorale che è anche un testo sullo stato di salute dei partiti a sette mesi dall'inizio della legislatura, dopo le elezioni nel Lazio e in Lombardia e le consultazioni regionali e amministrative in Friuli Venezia Giulia. Dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì si voterà in 598 Comuni di Regioni a Statuto ordinario. In Sicilia e Sardegna (128 e 37 Comuni) si voterà il 28 e il 29 maggio.
Novantuno i Comuni sopra i 15 mila abitanti, tra i quali 17 capoluoghi di provincia chiamati a rinnovare i consigli comunali: Vicenza, Treviso, Sondrio, Brescia, Imperia, Siena, Massa, Pisa, Latina, Terni, Brindisi, Teramo, Catania, Siracusa, Ragusa e Trapani.
Ancona è il solo capoluogo di Regione che va a rinnovare giunta e consiglio comunale. Dei 17 capoluoghi di provincia, otto amministrazioni uscenti sono guidate dal centrodestra (Vicenza, Treviso, Sondrio, Imperia, Siena, Massa, Pisa, Ragusa); cinque dal centrosinistra (Ancona, Brindisi, Brescia, Teramo, Trapani), due sono gestite da un commissario prefettizio (Latina e Catania) e una da Azione (Siracusa).
Il centrodestra guidato da Giorgia Meloni sogna di 'strappare al centrosinistra qualche 'feudo come Ancona e punta a confermare le amministrazioni uscenti. Anche se, tra i Comuni dove governa, potrebbe registrare qualche difficoltà a Terni, Massa e Vicenza.
La coalizione di governo, inoltre, punta molte delle sue fiches su Brescia. Nella città lombarda i tre leader Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, chiudono oggi la campagna elettorale di questa prima tornata, per poi ritrovarsi il 26 a Catania, dove contano di vincere con Enrico Trantino.
Elly Schlein punta sull'effetto Udine
Sull'altro fronte, il centrosinistra, e la segretaria dem in particolare, punta sull'effetto Udine: nella città friulana, poco più di un mese fa, la coalizione larghissima di cui facevano parte anche M5s e Pd ha vinto contro ogni pronostico. Alle amministrative, infatti, la coalizione è la strada obbligata al secondo turno.
Ed è a quell'obiettivo che Elly Schlein e Giuseppe Conte puntano: superare il primo turno per ritrovarsi insieme ai ballottaggi. Uno schema con il quale sperano di vincere contro la destra in molti Comuni, primi tra tutti Latina e Ancona.
La coalizione di governo ambisce in primo luogo a confermare le amministrazioni uscenti e punta a 'strappare Ancona e Brescia al centrosinistra. La conquista di Ancona, capoluogo di una Regione conquistata al centrosinistra tre anni fa con l'elezione del 'melonianò Francesco Acquaroli, segnerebbe un punto significativo per il centrodestra.
Qui, lunedì scorso si sono trovati Meloni, Salvini e Tajani per il primo comizio di coalizione di questa tornata elettorale. Ad Ancona il centrodestra sostiene Daniele Silvetti, civico vicino a FI, avvocato e presidente del parco del Conero.
La sfida è impegnativa in un capoluogo mai guidato dal centrodestra e dove Valeria Mancinelli ha governato con un buon gradimento per due mandati, prima di sostenere la corsa della sua assessora Ida Simonella.
Sfida del centrodestra a Brescia
È forse ancora più impegnativa la sfida che il centrodestra lancia a Brescia con la corsa dell'ex assessore lombardo all'Agricoltura, Fabio Rolfi, contro Laura Castelletti, attuale vicesindaco del dem Emilio Delbono. In una Regione di provata 'fede di centrodestra, dove però da almeno il 2012 il centrosinistra governa in quasi tutti i capoluoghi (tranne Sondrio), il leghista Rolfi prova a invertire il trend e far vincere FdI-Lega-FI anche nei capoluoghi. La coalizione di governo si attende conferme invece nei 'feudì di Treviso e Sondrio dove ricandida Mario Conte e Marco Scaramellini.
Più incognite gravano sulle ricandidature di Francesco Rucco a Vicenza e Michele Conti a Pisa. Sempre in Toscana, a Massa, il centrodestra si presenta diviso: il sindaco uscente Francesco Persiani, questa volta è sostenuto solo dalle liste Forza Italia e Lega, mentre Fratelli d'Italia sostiene la corsa dell'assessore Marco Guidi, insieme a Noi Moderati e Nuovo Psi. Altra piazza complicata per la coalizione è quella di Terni, dove, dopo le pressioni FdI, non si è ripresentato il sindaco uscente di centrodestra, Leonardo Latini, ed è stato candidato Orlando Masselli.
Coalizione divisa, tra le città più piccole della Lombardia anche a Cologno Monzese: la Lega (insieme a due liste civiche) si presenta con Dania Perego, ex assessora e moglie del consigliere regionale Riccardo Pase; Fratelli d'Italia e Forza Italia, invece, candidano Giuseppe Di Bari, anche lui ex assessore. Sull'altro fronte, Schlein e lo stato maggiore del Partito Democratico puntano sull'effetto Udine: passare il primo turno, anche divisi, per colpire e vincere uniti al secondo turno.
Nella città friulana, il Pd ha vinto contro ogni pronostico appena un mese fa. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si sono presentati insieme, in una coalizione molto larga nella quale trovavano posto numerose liste civiche.
Un "laboratorio" che ha dimostrato ancora una volta che, al di là di ogni considerazione di opportunità dettata dai consensi, per vincere bisogna fare alleanze larghe. Da qui la linea morbida che tanto Schlein quanto Giuseppe Conte stanno tenendo l'una nei confronti dell'altro: nessun attacco, nessuna furbizia. L'ultimo strappo, ormai archiviato, è stato quello sull'elezione dei membri delle magistrature speciali. Conte, ma non solo.
Il Pd si rivolge a tutte le forze di opposizione
Anche nei rapporti con Carlo Calenda e Matteo Renzi, Schlein e tutti i dem mantengono un certo understatement. L'obiettivo del Pd, infatti è quello di rivolgersi agli elettori di tutte le forze politiche di opposizione, secondo la formula delle alleanze con gli elettorati prima ancora che con i partiti. "L'importante è non perdere al primo turno", conferma una fonte parlamentare del Pd: "Laddove si riuscirà a passare al primo turno, si vince al secondo".
Parole improntate a un ottimismo alimentato dal successo registrato in questi giorni di campagna elettorale. La segretaria Pd sta girando in lungo e in largo l'Italia, facendo anche quattro-cinque tappe al giorno. E a ogni tappa la partecipazione è quantomeno incoraggiante.
A Brescia si sono registrate circa duemila persone, a Cinisello Balsamo erano 1.400 in piazza. E ieri il teatro delle Muse di Ancona ha fatto registrare il tutto esaurito con oltre 1.200 persone arrivate ad ascoltare la leader dem. Ma non solo. A dare fiducia ai dirigenti del Pd c'è anche la convinzione che la destra stia iniziando a pagare "il peso del governo" in termini di consenso.
A confermarlo ci sarebbe anche il successo in termini di ritorno mediatico dell'incontro sulle riforme con Giorgia Meloni da cui, per un esponente a lei vicino, "Schlein è uscita come unica antagonista della premier Giorgia Meloni".
Schlein si tiene lontana dai dirigenti storici del Pd
A scandagliare fonti Pd vicine alla segretaria, parte di questo successo deriverebbe dalla scelta di Schlein di tenersi lontana dai dirigenti storici del Pd. Al punto che è assai difficile trovare un video o una fotografia recente in cui Schlein appaia accanto a un leader di area, un ex ministro o un esponente di primo piano. Se questo primo test elettorale dovesse rivelarsi un successo, per Schlein la strada per il secondo e più importante esame sarebbe in discesa.
Fra un anno si voterà per il parlamento europeo. Lo stato maggiore del Pd ha posto l'asticella al 30 per cento. Molto in alto. Forse troppo: ma anche il 25 per cento consentirebbe al Pd di diventare primo partito della famiglia socialista, viste le difficoltà in cui si dibattono i socialisti tedeschi, per non parlare dei francesi.
L'appuntamento, tuttavia, presenterà anche una difficoltà per Schlein perchè molti dei pesi massimi del partito sono dati in rampa di lancio per le candidature. Da Nicola Zingaretti a Dario Nardella, passando per Stefano Bonaccini e Paolo Gentiloni, sono tanti i nomi che circolano per un posto in lista alle europee.
Per Schlein si renderà necessario trovare dei contrappesi. Anche perchè, "la forza di Elly è la novità che rappresenta nel panorama italiano", osserva un deputato vicino alla segretaria. L'idea, quindi, è quella di presentare cinque donne a guidare le liste del partito.