AGI - Gli attacchi di Francia e Spagna al governo italiano? "Una questione di politica interna" di Parigi e Madrid che "segnalano qualche difficoltà di consenso". Giorgia Meloni, a Praga per una missione di un giorno nella Repubblica Ceca dall'alleato conservatore Petr Fiala, smorza così le nuove tensioni con la Francia, rilanciate dalle parole di Stephane Séourné, presidente di Renaissance, il partito di Emmanuel Macron, che ha definito "ingiusta, inumana e inefficace" la politica italiana in tema di migranti e della ministra del Lavoro spagnola, Yolanda Diaz, che ha criticato le misure sul lavoro dell'esecutivo di Roma.
Meloni incontra il primo ministro ceco per oltre un'ora, conferma l'asse Roma-Praga a Bruxelles in tema di immigrazione, e l'impegno comune a fianco dell'Ucraina ("scommettiamo sulla vittoria di Kiev", dice), e rilancia la necessità di un nuovo fronte europeo che guardi a Sud in tema di energia, dopo che gli avvenimenti legati all'invasione russa hanno portato la Ue a cercare una via di approvvigionamento alternativa a quella di Mosca. Ma è sul doppio affondo Parigi-Madrid che i cronisti insistono. E Meloni risponde in due occasioni.
La risposta a Parigi
Subito dopo le dichiarazioni congiunte con Fiala, replica al presidente del partito di Macron che "utilizzare la politica degli altri governi per regolare i conti interni non è l'ideale dal punto di vista della politica e del galateo. Evidentemente c'è qualche problema" che il governo francese "deve risolvere, ma non credo che sia un problema che hanno con noi. Evidentemente c'è qualche problema di tenuta del consenso che bisogna affrontare".
Meloni ripete lo stesso concetto qualche ora dopo sul piazzale del Castello di Praga, sede della presidenza della Repubblica Ceca. "A me non risulta che ci siano problemi bilaterali tra Italia e Francia", dice parlando con i giornalisti dopo l'incontro con il presidente ceco Petr Pavel, "devo presumere che siano delle discussioni legate alla politica interna. È l'unica spiegazione sensata che vedo. Non credo che sia molto proficuo utilizzare le relazioni internazionali per risolvere i propri problemi di politica interna, ma ognuno fa le scelte che vuole fare", ripete.
Al momento non c'è stato nessun contatto con Macron, dice ancora Meloni rispondendo ai cronisti, "a me interessa quello che dicono gli italiani" e comunque con il capo dell'Eliseo ci sarà occasione di vedersi nei prossimi impegni internazionali, al G7 in Giappone o al summit del Consiglio d'Europa di Reykyavik. Insomma, "non ci sono problemi" con la Francia - stempera Meloni dopo le nuove tensioni con Parigi seguite alle parole di qualche giorno fa del ministro dell'Interno francese Darmanin e alla decisione di Antonio Tajani di cancellare la sua visita a Parigi dalla sua omologa Catherine Colonna - "anzi, mi pare che si lavori ai tavoli sui quali bisogna lavorare per affrontare insieme le questioni. Quindi diciamo, queste dichiarazioni cosi' aggressive fatte a favore di telecamera mi pare che parlino alla opinione pubblica francese e secondo me segnalano anche qualche difficoltà".
La risposta a Madrid
Lo stesso discorso, secondo Meloni, vale per le critiche della ministra spagnola Diaz alle politiche del lavoro del governo: "Mi pare che sia la stessa dinamica", dice la premier, "perché si cita il governo italiano e si fa riferimento ai partiti dell'opposizione interna. Secondo Meloni inoltre le critiche della ministra del governo socialista di Pedro Sanchez dimostrano che non si "conosce bene la situazione, visto che in Italia si è segnato il record storico di occupati e di contratti stabili. Forse non si conosce bene il lavoro che sta facendo il governo italiano, ma ripeto, è una dinamica che francamente è poco sensata se non per difficoltà interne che si hanno e per la quale si utilizzano altri governi. Ma la cosa non mi preoccupa particolarmente: se in Europa c'è molta gente che parla di noi è perché il nostro lavoro lo stiamo facendo molto bene", aggiunge.
Italia, Cina e la Via della Seta
Prima di lasciare Praga, Meloni risponde anche alle domande dei giornalisti sul memorandum della Via della Seta, accordo voluto dal Governo Conte I, poi messo temporaneamente da parte dal governo Draghi e oggi rilanciato dal portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, secondo cui Cina e Italia godono di una cooperazione "fruttuosa" all'interno dell'iniziativa Belt and Road (Bri), la Nuova Via della Seta, ed entrambi i Paesi dovrebbero "sfruttare ulteriormente questa cooperazione".
"È una decisione che ancora non abbiamo preso, è un dibattito aperto e gli attori da coinvolgere debbano essere molti e a vari livelli, compreso il Parlamento", replica Meloni. "È una decisione delicata che in passato non ho condiviso - conclude la premier - ma oggi è una situazione che va maneggiata con attenzione perché riguarda molte dinamiche internazionali".