AGI - Presidenzialismo o premierato innanzitutto. Poi, autonomia differenziata, ripristino delle Province, poteri di Roma Capitale e modifica della legge elettorale dei grandi Comuni, con l'eliminazione del ballottaggio.
C'è abbondanza di materiale sul fronte riforme, terreno da sempre 'scivoloso' per le maggioranze di turno e che spesso è stato teatro di dure contrapposizioni. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, prende in mano il dossier e, assieme al governo, avvia il confronto con le forze di opposizione sulla riforma della Costituzione.
Il calendario degli incontri
L'appuntamento è fissato per martedì a Montecitorio, con un calendario fitto di incontri. Si parte alle 12.30 con il primo confronto, quello con la componente +Europa. Alle 13 sarà la volta del Gruppo per le Autonomie e componente Minoranze linguistiche.
A seguire, alle 13.45 toccherà al Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, poi alle 15.30 Meloni e la delegazione di governo vedranno il Gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe. Alle 17 toccherà al Gruppo Movimento Cinque Stelle per chiudere poi alle 18.30 con il Gruppo del Partito Democratico. Sarà questo, forse, l'appuntamento più atteso, per il primo vero faccia a faccia tra la presidente del Consiglio e la segretaria dem Elly Schlein.
L'esatto perimetro del confronto, però, si capirà martedì: intanto, scorrendo i componenti della delegazione governativa (i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati; il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, e il costituzionalista Francesco Saverio Marini), la non presenza del ministro Roberto Calderoli lascerebbe presupporre che l'autonomia differenziata, il cui ddl è all'esame del Senato (a breve sarà avviato un lungo ciclo di audizioni) e da sempre cavallo di battaglia leghista, non sarà al centro degli incontri.
È dunque presumibile, anche alla luce della scelta di Meloni di far partecipare il costituzionalista Marini, che i vari faccia a faccia verteranno sulla riforma costituzionale in senso presidenziale.
Il presidenzialismo alla francese
Il presidenzialismo alla francese è da tempo uno dei punti programmatici di FdI e del centrodestra, ma la stessa Meloni non ha mai chiuso alla possibilità di valutare, nell'ambito del confronto politico, anche altre strade, tra cui il premierato. Ipotesi che potrebbe trovare la 'sponda' dei centristi di Azione e Italia viva.
Un primo confronto con le forze di minoranza è già stato condotto dalla ministra Casellati, che ha anche annunciato, al termine del giro di tavoli, la presentazione di un testo entro l'estate. "Ho sempre detto che entro il mese di giugno avrei presentato un ddl costituzionale. I tempi che avevo previsto sono osservati", conferma oggi Casellati.
"Se non ci sono dall'altra parte giudizi o barriere di carattere ideologico, io penso che il punto di incontro si possa e si debba trovare. Quindi l'auspicio è che si possa arrivare a una soluzione positiva. Sentiamo tutti la necessità di trovare un'intesa, mi auguro sia un incontro fruttuoso", aggiunge.
Dopo gli incontri di Meloni con le opposizioni, quindi, - nei quali non ci sarà una proposta del governo, ma un ascolto - l'esecutivo tirerà le somme.
Ma chi ha risposto alla 'chiamata' della premier e quali sono le posizioni in campo?
- PD: i dem saranno presenti. A confermarlo la stessa segretaria, che ha convocato una segreteria e ha annunciato anchew un confronto con le commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, prima di a sentire "cosa il governo avra' da dirci", dice Schlein.
Della delegazione, guidata dalla leader dem, dovrebbero far parte i capigruppo Braga e Boccia e il responsabile riforme della segreteria, Alfieri. Il Pd è contrario al presidenzialismo, ma mal digerisce anche il premierato.
Semmai si dovesse entrare nel merito, una apertura ci potrebbe essere sul premierato alla tedesca. Piuttosto, per il Pd sarebbe opportuno introdurre correttivi alla Carta come la sfiducia costruttiva. Il partito del Nazareno è nettamente contrario anche all'autonomia differenziata e all'eliminazione dei ballottaggi per i grandi comuni.
- M5S: i pentastellati hanno risposto siì alla 'chiamata' di Meloni. Ma il leader, Giuseppe Conte, potrebbe non prendere parte all'incontro a causa della convocazione a Brescia dal Tribunale dei ministri per l'inchiesta sulla prima fase della gestione dell'emergenza Covid.
Della delegazione dovrebbero far parte i due capigruppo, Patuanelli e Silvestri. I 5 stelle non sono favorevoli al presidenzialismo, così come criticano fortemente l'autonomia differenziata.
AZIONE-ITALIA VIVA: gli ex terzopolisti hanno accettato 'l'invito' della premier. La delegazione dovrebbe essere composta da Carlo Calenda e il capogruppo alla Camera Richetti, l'ex ministra Maria Elena Boschi e la capogruppo al Senato Paita.
Sia Azione che Italia viva non hanno chiuso la porta all'ipotesi di elezione diretta del premier con un sistema elettorale a doppio turno.
- VERDI E SINISTRA: Avs sarà presente all'incontro con la premier. Verdi e Sinistra sono contrari al presidenzialismo, così come all'autonomia differenziata. Della delegazione dovrebbero far parte Fratoianni e Bonelli e i capigruppo Zanella e De Cristofaro.
- PIÙ EUROPA: anche il partito guidato da Riccardo Magi sarà presente all'incontro. Della delegazione dovrebbero far parte lo stesso Magi, Della Vedova, il presidente Pizzarotti e non si esclude anche la presenza di Emma Bonino. La posizione di PiÙ Europa non è di chiusura netta, ma viene posta innanzitutto una questione di metodo: dar vita a una assemblea costituente da eleggersi insieme alla tornata elettorale delle elezioni europee per discutere di come dare stabilità al governo ma anche ridare un ruolo effettivo al parlamento.