AGI - Avete rotto con Matteo Renzi? "Ah boh, ho visto dichiarazioni molto dure e attacchi molto personali nei miei confronti da parte di molti dirigenti di Italia viva. Non ho sentito Renzi, ma non risponderò per rispetto ai 2 milioni e 400 mila elettori, l'8 per cento dei voti che abbiamo preso con il mio nome sul simbolo e che odiano le polemiche da cortile e qi quali abbiamo promesso di fare un partito unico con lo scioglimento dei due partiti, Azione e Italia viva e su questo Renzi non sta rispondendo e questo non va bene, bisogna farlo in modo serio e trasparente, altrimenti non si fa".
Carlo Calenda, a Di Martedi' su La7, racconta la sua versione della tensione che si registra tra i due partiti che devono dar vita al Terzo polo. Ma Renzi ha cambiato idea? "Può avere legittimimamente un'idea diversa, nulla questio, l'importante è che lo faccia in modo chiaro. Lui vuole mantenere Italia viva ma non si può fare, altrimenti sono tre partiti, non uno. Renzi deciderà e io ne prenderò atto", aggiunge
La risposta di Renzi
"Non c'è alcun motivo per rompere il progetto del Terzo Polo", risponde il leader di Italia viva. Esulla questione de "Il Riformista" spiega: "Qualcuno dice che tutto nasce per il Riformista. Nella telefonata che ha preceduto la mia conferenza stampa, Carlo Calenda era entusiasta e mi diceva che bisognava fare il quotidiano del Terzo Polo". E ancora: "Io ho spiegato a Calenda che non aveva senso. Questi sono elementi fattuali che nessuno può discutere"
Renzi ha toccato anche il tema del 'partito unico'. "Non può che essere fondato su un passaggio democratico dal basso, come abbiamo sempre detto. Non c'è nessun cambio di linea da parte nostra. Anzi, noi abbiamo accettato di tutto. Abbiamo Accettato il mio passo indietro, abbiamo accettato di fare prima la federazione e poi il partito unico. È chiaro che se fai il partito unico devi fare il congresso e se fai il congresso deve essere democratico".
E ancora: "Quanto allo scioglimento di Italia Viva, è evidente che se facciamo il partito unico poi si scioglie Italia Viva cosi' come si scioglie Azione. Lo scioglimento anticipato non si è mai visto nella storia, va contro le leggi della fisica".
Gli scenari
La rottura "è una delle ipotesi sul tavolo, al pari di quella che vede Azione e Italia Viva andare avanti nel percorso verso il partito unico". Lo spiegano fonti di Italia Viva che parlano di "rapporti ormai tesissimi" fra le due anime del Terzo Polo. Una situazione che è andata precipitando dalla conferenza stampa in cui Matteo Renzi si è presentato come nuovo direttore del Riformista.
Una scelta della quale ha reso partecipe la controparte nel Terzo Polo, Carlo Calenda, soltanto qualche ora prima di annunciarlo alla stampa. L'asse fra i due, tuttavia, ha cominciato a mostrare delle crepe da alcuni mesi a questa parte. Prima, con la presidenza di Italia Viva affidata a Renzi, tornato leader non solo 'de facto', ma anche da statuto.
Poi con la sconfitta in Friuli che ha visto Azione e Italia Viva fermarsi ben al di sotto della soglia di sbarramento. Rispetto a tutto questo, la conferenza di Renzi da neo direttore di un quotidiano ha rappresentato la scintilla che ha dato fuoco alle polveri.
A tentare di mettere da parte le polemiche è Maria Elena Boschi: "Leggo polemiche dentro il Terzo Polo. Mi dispiace. Abbiamo scelto di fare un partito unico e abbiamo già definito le date. Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione", scrive l'esponente di Italia Viva sui social. Questa sera, alle 21,30, una riunione di Italia Viva farà il punto sulla situazione. L'appuntamento era già fissato, ma servirà a capire che aria tira nel partito di Renzi.
Fatto sta che dopo il 'richiamo' degli scorsi giorni di Calenda a Renzi - perché l'ex premier "non confonda" politica e informazione - oggi è il capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti, ospite a Skystart, a tornare sul doppio ruolo del leader di Italia Viva: "Deve decidere se fare politica o informazione", spiega. Il riferimento è all'incarico di direttore del Riformista assunto la scorsa settimana da Renzi.
"Quando mi telefona, Renzi mi parla del partito o mi intervista come direttore?", si chiede Richetti. Ma a far discutere è soprattutto il ruolo destinato ai due leader. Carlo Calenda contro Matteo Renzi. L'ex premier, a onor del vero, ha detto di essere pronto a farsi da parte e, in questo senso, l'incarico di direttore del Riformista sembra essere coerente.
Tuttavia, da dicembre scorso, Renzi è tornato a vestire i panni del leader politico non solo 'de facto', ma anche sulla carta, assumendo la carica di presidente di Italia Viva. "Chi vuole sfidare Carlo Calenda per la leadership è il benvenuto", sottolinea Richetti: "Prima di definire le caratteristiche della leadership, dico che la leadership l'abbiamo messa in campo e scritta nel simbolo. Quella leadership la sosteniamo con forza", aggiunge Richetti: "Il Terzo Polo è forte se ha un progetto chiaro per tutti. Carlo Calenda correrà supportato da tutti noi. Credo che siano gli iscritti a decidere. Lo dico anche rispetto a quello che ha fatto Schlein. Da noi decideranno gli iscritti".
A rispondere, per Italia Viva, è Ivan Scalfarotto: "Leggiamo che Richetti ha dubbi sulle scelte di Renzi. Prima gli chiedono il passo indietro, poi non sono convinti. Fortunatamente con il 10 giugno parte il congresso del partito unico e tutti i dubbi saranno sciolti nel fisiologico gioco democratico", spiega il senatore renziano. Ma non basta: fonti di Azione parlano di "tatticismi insopportabili" da parte di Renzi.
Una osservazione che mette benzina sul fuoco di uno scontro congressuale di fatto già aperto. "Non c'è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime", spiegano Alessia Cappello e Ciro Buonajuto, portavoce nazionali di Italia Viva.
"Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C'è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi", aggiungono. Duro anche il deputato Iv Davide Faraone: "Stiamo aspettando che Calenda convochi il tavolo di lavoro delle regole, stiamo aspettando che Calenda convochi il comitato politico, stiamo aspettando che Calenda spieghi come candidarsi al congresso. I tatticismi sono tutti di Calenda, non di Renzi. Meno male che dal 10 giugno si vota in modo democratico". Da Azione, tuttavia, viene assicurato che "non ci sarà alcuna rottura".