AGI - Sette ore di visita. E, ad eccezione di una pausa pranzo di tre quarti d'ora all'interno del padiglione Toscana, tutte spese tra degustazioni (poche a dire il vero), selfie (molti) e stand stracolmi di persone (tantissimi). Una lunga visita quella della premier Giorgia Meloni alla 55esima edizione del Vinitaly di Verona. è il mondo del "Made in Italy" e delle eccellenze dell'Italia. Nel corso di un punto stampa, Meloni ha ribadito di essere alla guida di un governo "fieramente produttivista, fieramente schierato con chi produce ricchezza". "Non è lo Stato che produce ricchezza, ma le imprese con i loro lavoratori, e lo Stato non deve mettersi di traverso", ha aggiunto la premier.
Un fil rouge che ha caratterizzato tutta la giornata di Meloni e che già in mattinata, nel corso di una premiazione degli studenti degli istituti agrari, aveva visto la presidente del Consiglio ricordare che il Governo sta pensando ad un "liceo del made in Italy" capace di unire il "legame profondo che esiste tra la nostra cultura e la nostra identità".
"E' un dovere sostenere questo settore perché funziona anche grazie alla capacità di mettere insieme tradizione e modernità. L'impegno del governo è anche con i provvedimenti che abbiamo immaginato non solo per le imprese, ma anche per i giovani per un ricambio generazionale" ha spiegato al suo arrivo a Verona". Considerazioni che fanno il paio con le dichiarazioni del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida che è tornato anche oggi a ribadire, come già fatto ieri, che non c'è nulla di vergognoso o imbarazzante nel lavoro dei campi. E che semmai c'è qualcosa di imbarazzante quando "una persona rinuncia ad un lavoro e pretende che chi va a lavorare alla mattina gli paghi lo stipendio".
"Sono d'accordissimo con le parole del ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, sul reddito di cittadinanza - ha spiegato - quello che accade qui dentro, quello che accade nell'agricoltura in Italia produce un pezzo molto significativo del nostro Pil" ha detto la premier, dribblando le polemiche seguite alle frasi del ministro. "Voi mi state dicendo che le imprese e che i giovani che lavorano in questo mondo fanno un lavoro indegno? Mi sa che qualcuno non ha capito come cammina questo Paese", ha concluso.
Rassicurazioni sono infine arrivate sul fronte del Pnrr. "Non sono preoccupata dai ritardi sul Pnrr. Stiamo lavorando molto su questo, anche per favorire soluzioni a problemi che oggi nascono ma che non sono figli delle scelte di questo governo - ha spiegato - la Commissione su alcuni progetti che erano già inseriti nel Pnrr sta chiedendo maggiore documentazione e noi la stiamo fornendo. Mi pare però che complessivamente il clima di collaborazione sia ottimo e quindi non mi convince questa ricostruzione allarmista che leggo sul tema del Pnrr".