AGI - Con l'elezione dei capigruppo di Camera e Senato, la cornice del puzzle degli assetti del Partito Democratico può dirsi completa. Ora la segretaria è al lavoro per definire la squadra dell'esecutivo dem. Una squadra che dovrà muoversi di raccordo con i gruppi parlamentari, come ha sostenuto Elly Schlein durante la due giorni di confronto con i parlamentari.
Perché, è la convinzione della leader dem, dalla mancata comunicazione fra questi due piani sono discesi molti dei problemi che si è trovato ad affrontare il Pd. "Noi abbiamo da ricostruire gli assetti politici e istituzionali del partito. Le due cose stanno insieme, non sono da prendere a compartimenti stagni", spiega: "Noi riusciamo nella missione che abbiamo davanti se riusciamo ad ancorare sempre di più il lavoro nel partito e il lavoro che facciamo dentro a queste Aule. Questo ci consentirà di raccordare meglio anche i nuovi assetti, la segreteria e i gruppi".
Un riferimento ai tempi in cui erano proprio i gruppi parlamentari, con maggioranze diverse e opposte a quelle che governavano gli organismi statutari del partito, a cannoneggiare il Nazareno e qui vi sedeva. Da qui anche la volontà di Schlein di convocare con regolarità le assemblee dei gruppi. L'era Schlein, da questo punto di vista, ha l'ambizione di scardinare questo schema, non attraverso l'unanimismo, ma ricercando una unità nei fatti, sulle azioni da mettere in campo e che saranno ispirate alle domande provenienti dai territori.
"Inizieremo un lavoro parlamentare di raccordo con il partito che avrà l'ascolto delle piazze, dei luoghi della protesta, e i luoghi delle sofferenze degli italiani il centro della sua azione", spiega il neo capogruppo al Senato, Francesco Boccia, fra i più attivi nel lavoro di costruzione dei nuovi assetti del partito. Lui, assieme a Chiara Braga alla Camera, sono le scelte della segretaria per guidare i gruppi parlamentari. Due scelte annunciate da tempo e confermate anche dopo l'assemblea dell'area Bonaccini che ha portato alla defezione del gruppo dei neoulivisti tra i quali Marco Meloni, Anna Ascani, Enrico Borghi, Matteo Mauri, Ilenia Malavasi.
Un segnale di come la linea dettata dalla segretaria avrebbe tenuto. Non si tratta, tuttavia, degli unici strascichi del confronto seguito all'assemblea dem del 12 marzo. Lo si è capito anche dagli interventi critici di senatori come Graziano Delrio o Sandra Zampa. Il primo, in particolare, ha segnalato come sarebbe stati importante riconoscere l'autonomia dei gruppi e della comunità che essi rappresentano perché il Pd è un gruppo dirigente che decide e che discute insieme.
Sul metodo, poi, Delrio avrebbe auspicato "maggiore condivisione" sulla scia di quanto visto co Enrico Letta. A queste critiche, Schlein ha replicando assumendosi completamente la responsabilità delle scelte fatte: "Si è trattato di una scelta del tutto personale e non il frutto di accordi nascosti". Schlein rimarca inoltre come i contatti con Stefano Bonaccini siano continui, anche in queste ore che vedono il presidente del Pd a Huston.
"Stiamo lavorando a un assetto complessivo ed equilibrato, rispettoso del pluralismo e dell'esito delle primarie", assicura la segretaria. "Per questa ragione ci stiamo sentendo spesso in queste ore anche con Stefano Bonaccini. Entro pochi giorni ho intenzione di chiudere gli assetti e tornare a costruire insieme alla nostra comunità democratica proposte politiche alternative alle destre e a parlare dei temi che riguardano la vita delle persone". Il timing per il varo della segreteria dovrebbe prevedere una manciata di giorni.
C'è, nel Pd, chi scommette sulla giornata di venerdì, dopo il tour elettorale che la segretaria farà in Friuli Venezia Giulia, prima a Udine e poi a Trieste. Altri, più cauti, rimandano l'appuntamento all'inizio della prossima settimana. Di fatto c'è che la segreteria risponderà ai valori usciti dalle primarie, come dice Schlein. Tra i nomi che si danno per sicuri in quota maggioranza ci sono quelli di Marco Furfaro come vice segretario unico con delega all'informazione.
Una scelta che risponderebbe anche all'altolà arrivato da Schlein al governo: "Sulla questione degli assetti dell'informazione nel servizio pubblico dobbiamo seguirla con particolare attenzione. Mi pare che il governo stia cercando di metterci un po' troppo le mani. Vigileremo". C'è poi Alessandro Zan sui diritti, Marco Sarracino, Marta Bonafoni, Stefania Bonaldi per gli enti locali. E ancora: Michela De Biase, Antonio Misiani e Andrea Pacella.