AGI - 55 milioni di abitanti, 70 etnie una crescita al 5%. Il Kenya, dove Sergio Mattarella volerà in visita di Stato da lunedì, è considerato uno dei Paesi piu' avanzati e stabili dell'Africa sub-sahariana, con progetti all'avanguardia nei campi della tecnologia e della lotta ai cambiamenti climatici. La composizione della popolazione, come in molti paesi africani, è varia: le etnie sono appunto 70, le famiglie linguistiche quattro ma suddivise in 66 dialetti, i grandi gruppi religiosi sono 4 (presbiteriani e protestanti il 45%, cattolici e ortodossi 35%, musulmani 11%, religioni tradizionali 9%).
Una economia 'vivace'
Il Kenya è considerato un Paese a medio reddito, è la terza economia nell'area sub-sahariana anche se la distribuzione è diseguale e solo il 2% della popolazione è in condizioni di benessere, mentre il 50% della popolazione vive sotto il livello di povertà come dimostrano gli slum di Nairobi. Il reddito pro-capite medio annuo è di 1.800 euro ma è in costante crescita da più di dieci anni.
La spina dorsale dell'economia keniana rimane il settore agricolo, che contribuisce al PIL per circa il 25%. Ma si vedono già avanzare numerose piccole e medie imprese, un comparto legato ai cambiamenti climatici in forte sviluppo e uno tecnologico in forte espansione tanto che si parla del Paese come di una 'Silicon Savannah' e solo Google prevede di investire un miliardo di dollari dal 2021 al 2026.
La crescita, prevista anche per i prossimi tre anni in oltre il 5%, è sostenuta dal consolidamento della classe media e dall'incremento dei consumi. Il Kenya, grazie all'accesso al mare e al buono sviluppo infrastrutturale, è diventato un hub per i Paesi dell'area, favorito sia dall'industria manifatturiera che da un sistema finanziario al quarto posto nell' Africa sub-sahariana (la borsa di Nairobi è la prima nell'Africa Orientale).
Il Kenya ha un'ampia copertura internet ed è all'avanguardia nei mezzi di pagamento digitali grazie al servizio M-Pesa, una collaborazione Vodafone-Safaricom, di micropagamenti e microfinanza via telefono cellulare. Questo approccio va di pari passo con il tentativo delle autorita' di favorire la crescita del libero mercato con privatizzazioni e liberalizzazioni.
Nairobi dipende dall'estero per l'energia, ma sta sviluppando i settori solare, eolico e della geotermia. La bilancia dei pagamenti, anche se ancora negativa, sta migliorando grazie ai settori dell'estrazione mineraria, della fornitura di servizi per il commercio regionale, del turismo e delle rimesse dall'estero.
La situazione politica
Politicamente il Kenya è un paese stabile, rispetto agli standard regionali. Dopo due mandati del Presidente Uhuru Kenyatta, il 9 agosto 2022 si sono tenute nuove elezioni presidenziali che hanno sancito la vittoria dell'ex vicepresidente William Ruto, che ha sconfitto il delfino di Kenyatta Raila Odinga. Nonostante diverse contestazioni e un ricorso alla Corte suprema di Nairobi, il passaggio di consegne si è svolto in un clima teso ma senza rivolte popolari sanguinose come invece era successo nelle tornate precedenti.
Il Kenya è un punto di riferimento regionale, si propone spesso come mediatore in conflitti dell'area, da quello tra Etiopia e tigrini a quello ai confini est della Repubblica democratica del Congo. Piu' complesso il rapporto con la Somalia, la cui instabilità ha a volte contagiato il Kenya, anche se resta aperto comunque un forte dialogo.
Nairobi sostiene i processi di integrazione regionale nell'ambito dell'East African Community (EAC) e continentale tramite l'African Continental Free Trade Area (AfCFTA), ma lavora anche ad accordi di partenariato economico e commerciale con i maggiori partner extra-africani (UK, USA e UE). Il profilo di multilateralismo è simboleggiato dalla presenza a Nairobi del terzo Polo ONU piu' grande del mondo. I Paesi con cui e' aperto il maggior dialogo sono Stati Uniti, Israele, Cina, India e Sud Africa.
Nairobi intrattiene anche un buon rapporto con la UE grazie al Dialogo Strategico del gennaio 2022 che poggia sui tre pilastri di pace e sicurezza, sviluppo sostenibile, commercio e investimenti.
Il rapporto tra Nairobi e Roma
Nei rapporti bilaterali con l'Italia, il Kenya vanta una forte e positiva tradizione, tanto che quella italiana è la seconda comunità straniera dopo quella britannica. Se l'interscambio non è ancora a livelli elevati, resta comunque in attivo. L'Italia esporta soprattutto macchinari industriali, prodotti chimici, elettrodomestici e prodotti alimentari e importa prodotti agricoli, alimentari, tessili e minerari.
Molto forti sono gli investimenti italiani nel settore del turismo. Dopo un boom fino agli anni '80 (grazie alla presenza di aziende del calibro di Agip, Alitalia, Fiat), la presenza italiana per oltre trent'anni si e' assottigliata ma sta ora registrando un ritorno d'interesse da parte di alcuni grandi gruppi industriali italiani tra i quali Eni (in ambito di economia circolare, agribusiness, decarbonizzazione), Enel, Leonardo, Gruppo ICM. Un punto di forza dei rapporti tra Roma e Nairobi è la cooperazione scientifica, caratterizzata da accordi di scambio e collaborazione tra istituti universitari e simboleggiata dal Centro Spaziale Lugi Broglio di Malindi, dell'Agenzia Spaziale Italiana.
Anche la cooperazione allo sviluppo vede un livello qualitativo di valore, grazie all'accordo di riconversione del credito, a interventi di formazione del capitale umano e di sostegno a incubatori di imprese.