AGI - Il ministro Piantedosi cementa il muro delle opposizioni che ora, quasi in coro, ne chiedono le dimissioni. A fare insorgere la minoranza in parlamento è stata la vicenda dei migranti morti in mare a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Crotone e le parole che il ministro ha usato subito dopo. Da Elly Schlein a Carlo Calenda, passando per Verdi e Sinistra, Più Europa e Movimento 5 Stelle, è un fronte compatto quello che chiede il passo indietro del titolare dell'Interno. In attesa di fare chiarezza sulle responsabilità di quello che è accaduto, una cosa è chiara per il Partito Democratico: le responsabilità politiche riguardo ai migranti morti in mare davanti alla spiaggia di Cutro suggeriscono che il ministro Piantedosi si dimetta.
Elly Schlein lo dice guardando in faccia il responsabile del Viminale, durante l'audizione che Piantedosi ha tenuto alla Commissione Affari Costituzionali. "Noi vogliamo che si chiariscano dinamiche e responsabilità di quello che è accaduto.", dice Schlein annunciando che il suo partito farà ricorso a ogni strumento di tipo ispettivo, non solo per accertare le eventuali responsabilità dell'Interno, ma anche quelle dell'Economia (a cui fa capo la guardia di Finanza) e il ministero dei Trasporti (per quello che riguarda la Guardia Costiera). Insomma, la segretaria dem vuole chiarezza su tutta la catena di comando dietro a quanto avvenuto nelle acque di Crotone. E chiede che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rompa il silenzio tenuto fino a questo momento: "Rimarco l'assenza grave della voce della presidente del Consiglio Giorgia Meloni". Non solo su Crotone, "ma anche su quello che è avvenuto a Firenze", sottolinea Schlein: "Quella è stata una aggressione di tipo squadrista che non può essere giustificata. Stigmatizzo le parole del ministro Valditara sulla preside che si è solo rivolta ai suoi studenti per sollecitare maggiore attenzione".
Il segretario di Più Europa interviene qualche minuto prima di Schlein: "Crediamo che lei dovrebbe rassegnare le dimissioni", dice Riccardo Magi. "Lei ha citato Kennedy: 'Non chiedetevi cosa può fare il vostro Paese per voi ma cosa potete fare voi per il vostro Paese'. Ma cosa può fare un ragazzino afghano per il proprio paese? E una famiglia di iraniani? Secondo me, dal nostro paese, possono aspettarsi quello che prevede la Costituzione", aggiunge.
Sulla stessa linea il rappresentante dell'Alleanza Verdi e Sinistra Fliberto Zaratti. Quella sciagura non può essere derubricata a incidente: per questo chiediamo le dimissioni di un ministro che da quando è in carica ha legato il suo nome al decreto anti-Rave è quello anti-Ong".
Stefano Colucci, componente dei Cinque Stelle nella stessa commissione, reitera la richiesta: "Data l'evidente lacunosità del comportamento del ministero, le reitero la richiesta di dimissioni e di venire urgentemente a riferire in Aula". Lontano dalla sala al quarto piano di Montecitorio, il leader di Azione Carlo Calenda è ugualmente netto nel ricordare che "dal decreto Rave al 'carico residuale' per finire alle orripilanti dichiarazioni sui migranti e ai balbettamenti successivi, "li andremo a prendere noi", ha dimostrato di non essere adatto a fare il Ministro. Sarebbe saggio per il Governo chiedergli un passo indietro".
Al momento la richiesta rimane, tuttavia, verbale. Non si parla ancora di mozione. Una fonte parlamentare del Pd spiega che si deve, per prima cosa, fare chiarezza su quanto avvenuto, tramite gli atti ispettivi di cui parla Schlein, e solo in un secondo momento agire con una mozione. Che, c'è da immaginare, potrebbe essere unitaria e tenere insieme tutte le forze politiche di opposizione: "Lo stiamo valutando", spiega Magi parlando con i cronisti in Transatlantico, "e se decideremo di presentare la mozione di sfiducia ci confronteremo sul testo con gli altri gruppi". Una fonte parlamentare dem si dice pronta: "Ci sembrerebbe il modo migliore di cominciare a lavorare insieme con le altre forze di opposizione".