AGI - La statuetta di Lenin sopra al frigorifero 'fa la guardia' alle bottiglie di Lambrusco messe al fresco (pronte per la prossima polentata) e lancia un'occhiata alla quercia del Pds con la falce e il martello incorniciate dentro una bandiera di tessuto rosso autografata da Achille Occhetto.
"Questa è la fila per votare?". Nel (piccolo) quartier generale del circolo della Bolognina, cuore rosso di Bologna, si sente la voce incredula di una anziana sorpresa dai tanti elettori dem in fila dalla mattina per partecipare alle primarie. "Chiediamo una nuova svolta. Serve un deciso cambio rotta del partito verso sinistra" il coro del popolo della Bolognina, quartiere della prima periferia del capoluogo emiliano, simbolo della resistenza partigiana.
Il 12 novembre 1989, a pochi metri di distanza dal seggio, nella sala comunale di via Tibaldi (ora diventata un salone di parrucchiera) l'allora segretario comunista pronunciò a sorpresa il discorso di sette minuti che fece virare per sempre il corso del Pci e della politica italiana. Una svolta storica allora. Una svolta fortemente pretesa adesso. "Se il Pd ricandida un'altra volta Casini non mi vedono più", assicura Antonella, 44 anni, tornata ai gazebo dopo anni "perché mi piacciano i due candidati". Il tempo è scaduto per gli elettori dem della Bolognina.
"Il Pd è in agonia, in rianimazione, intubato con l'ossigeno per sopravvivere", parole di piombo sussurrate da Laura, 33enne insegnante di letteratura al liceo. Nell'ora di pranzo le persone in fila sono oltre una cinquantina. Soprattutto donne (non interessate alla partita del Bologna vinta al Dall'Ara contro l'Inter). E i tempi di attesa raggiungono anche i 60 minuti. "Sono finite le schede vidimate", la presidente del seggio corre ai ripari dopo che i primi 500 'moduli' sono stati messi dentro alle urne in poche ore.
"Abbiamo altre 500 schede originali - spiega il segretario di circolo Mario Oliva - poi se dovessero finire faremo delle fotocopie. Qui l'affluenza da una prima impressione è superiore a quella delle primarie del 2019. Già prima dell'apertura dei seggi, c'erano persone in fila". Baffi grigi, come il basco che traballa sul capo, Nicola ha 89 anni ed è un elettore di sinistra di lungo corso. "Serve un cambio radicale - dice - soprattutto dei dirigenti, mentre la base di questo partito è meravigliosa".
Per una mattina la Bolognina si tuffa nel passato con uno sguardo al futuro. Gli occhi di Claudio Mazzanti, consigliere comunale e storico militante rosso, brillano quando ricorda quel 12 novembre 1989. "Ero proprio qui in sezione. Sapevamo che Occhetto avrebbe fatto visita all'Anpi. Arrivò un compagno partigiano e ci disse: 'Venite a sentire cosa dice il segretario, chiudiamo il partito'. Allora io mi fiondai giù in strada e raggiunsi la sala". Il racconto viene interrotto dal segretario di circolo che preso dall'entusiasmo per la coda al seggio si lascia andare ad un concitato "Si" con tanto di pugno chiuso verso il soffitto. "Quando fini' il discorso - riprende Mazzanti - Occhetto ci disse: 'ragazzi ormai non possiamo stare più fermi. Dopo il discorso di Berlinguer bisogna andare avanti'. La partecipazione di oggi alle primarie, almeno qui alla Bolognina, dimostra che c'e' ancora un attaccamento al partito e al suo ruolo. Il lavoro nel territorio è fondamentale e noi siamo un punto di riferimento per il quartiere".