Milleproroghe: Mattarella firma ma con ‘riserva’ sulle concessioni balneari
AGI - Sergio Mattarella ha firmato il dl Milleproroghe approvato ieri in via definitiva dalle Camere, ma ha accompagnato la promulgazione della legge con una lettera al Presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa, al Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, e al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, in cui esprime le sue riserve sia sul merito del provvedimento, sia sul metodo che sulla norma sui balneari per la quale chiede al governo di intervenire con un nuovo provvedimento.
Si tratta del decimo richiamo mandato dal Presidente alle Camere e ai diversi premier che si sono succeduti nei suoi due mandati, da Gentiloni a Draghi passando per i due esecutivi Conte, mentre uno solo è stato il caso di rinvio secco di una norma alle Camere.
Da Palazzo Chigi la risposta è immediata: "Rispetto alla norma che formalmente è in vigore, quanto richiamato dal Capo dello Stato meriterà attenzione e approfondimento da parte del governo nel confronto con le forze parlamentari".
Nel metodo il presidente della Repubblica sottolinea l'eccessiva "disomogeneità" degli articoli della legge, e quindi dei suoi contenuti. Le varie nuove disposizioni introdotte dalle camere, nota il capo dello Stato "non corrispondano ai principi e alle norme costituzionali in materia. Riscontro infatti la presenza di norme che non recano proroghe di termini in senso stretto ma provvedono a introdurre o a modificare la disciplina sostanziale a regime in diverse materie, ovvero risultano funzionali a disporre un mero finanziamento ovvero un rifinanziamento di misure già scadute.
Numerose risultano, in particolare, le norme prive di riferimenti di carattere temporale in materia di personale e di organizzazione della pubblica amministrazione, o, ancora, di carattere ordinamentale o anche con oneri per le finanze pubbliche. Nel corso dell’esame parlamentare dei decreti-legge emerge assai di frequente la tendenza a soddisfare esigenze normative eterogenee rispetto al contenuto originario dei singoli provvedimenti".
Nel merito il Capo dello stato esprime talmente tanti richiami alla norma sui balneari da spiegare che avrebbe potuto rinviare l'intero testo alle Camere, in base alla "facoltà attribuitami dall’articolo 74 della Costituzione", ed ha deciso di soprassedere solo per evitare la decadenza "con effetti retroattivi, in molti casi in maniera irreversibile, di tutte le numerose altre disposizioni che il decreto-legge contiene, determinando incertezza e disorientamento nelle pubbliche amministrazioni e nei destinatari delle norme".
La materia dei balneari "è da tempo all’attenzione della Corte di giustizia europea che ha ritenuto incompatibile con il diritto europeo la proroga delle concessioni demaniali marittime disposta per legge, in assenza di qualsiasi procedura di selezione tra i potenziali candidati" scrive il Presidente, che nota come "le modifiche odierne, apportate a tre articoli del decreto-legge e all’articolo 1 della legge di conversione, modificano in misura rilevante il quadro normativo sopra delineato".
Le modifiche potrebbero avere "l’effetto di creare ulteriore incertezza considerato che la delega in questione verrà meno fra tre giorni. Inoltre ai titolari di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali viene consentito il mantenimento dei manufatti amovibili fino al 31 dicembre 2023, con possibili casi di interferenza anche con provvedimenti giudiziari di demolizione in corso".
La norma cozza dunque sia con le norme Ue che con il Pnrr: le norme varate ieri "oltre a contrastare con le ricordate definitive sentenze del Consiglio di Stato, sono difformi dal diritto dell’Unione europea, anche in considerazione degli impegni in termini di apertura al mercato assunti dall’Italia nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza".
Il Presidente ritiene dunque "indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di Governo e Parlamento. Sarà infatti necessario assicurare l’applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti, in conformità con il diritto dell’Unione, nonché garantire la certezza del diritto e l’uniforme applicazione della legge nei confronti dei soggetti pubblici e privati che operano in tale ambito".
Mattarella loda invece nella lettera l'annunciata volontà del Presidente del Consiglio contro "l’abuso della decretazione d’urgenza" ed esorta alla "piena collaborazione istituzionale" invitando "tutte le forze politiche a valutarla con senso di responsabilità".
Infine un richiamo finale: "Rilevo, infine, che l’articolo 1-bis, commi 1-6, reca una copertura finanziaria insufficiente in proiezione temporale che, al fine di assicurare il pieno rispetto dell’art. 81 della Costituzione, dovrà essere integrata con il primo provvedimento legislativo utile”.