AGI - Dimissioni "per difendere le istituzioni". Augusta Montaruli lascia l'incarico di sottosegretaria all'Università dopo la condanna a un anno e sei mesi in via definitiva per il reato di peculato. Al centro del processo, conclusosi con una sentenza della Cassazione, l'accusa di uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte negli anni dal 2010 al 2014.
FdI ha fatto quadrato intorno ad Augusta Montaruli, attaccata nei giorni scorsi da Pd e M5s, tanto da provocare scintille con il vicepresidente della Camera, l'azzurro Giorgio Mulè, che in mattinata aveva chiesto al partito di Giorgia Meloni di "trarre le conseguenze" dopo una condanna che poteva "mettere in imbarazzo il governo". Mentre le opposizioni ora chiedono che la stessa decisione venga presa dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro per il caso Cospito.
"Ho deciso di dimettermi dall'incarico di Governo per difendere le istituzioni certa della mia innocenza" ha annunciato con una nota Montaruli nel primo pomeriggio. "Se ciò non avvenisse sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni", ha spiegato l'esponente di FdI, assicurando che "questo sì è stato decisamente imbarazzante". La deputata ha annunciato anche che valuterà "l'opportunità di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea".
"Ho creduto, credo e continuerò a credere nella Magistratura", "mi sono difesa in un tribunale non da un tribunale e non intendo ora in ragione di quello in cui credo assumere una mia difesa fuori da questo contesto" ha concluso. FdI, con i due capigruppo Tommaso Foti e Lucio Malan, hanno voluto sottolineare come la scelta di Augusta Montaruli sia stata "generosa e spontanea": "Nel momento in cui, con una scelta personale, decide di lasciare questo ruolo che si era guadagnata sul campo, la abbracciamo con l'amicizia di sempre. La aspettiamo attiva e determinata, sia nel gruppo parlamentare sia nel partito" hanno scritto ancora Foti e Malan, attaccando "gli avvoltoi, che pensavano di poter speculare politicamente e personalmente su una vicenda che ha toccato tanti, anche tra coloro che si erigono a censori, e colpito pochi".
"A Fratelli d'Italia la morale non la fa nessuno, tantomeno la sinistra del professionale malcostume". Pd e M5s accolgono con favore le dimissioni di Augusta Montaruli. In mattinata i Pentastellati avevano definito "doverose le dimissioni". E il Pd le aveva chieste "dopo la condanna definitiva", e aveva affidato alle capigruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi il compito di attaccare governo e maggioranza dopo i casi Montaruli, Donzelli e Delmastro: "Tutto questo avviene nel silenzio imbarazzato degli alleati di governo e con la copertura politica di Giorgia Meloni. È la conferma dell'inadeguatezza di questa destra che, unita alle ambiguità della maggioranza sulla nostra collocazione internazionale, mette a rischio la credibilità del nostro Paese". Una linea condivisa anche da Stefano Bonaccini e da Elly Schlein.
Mentre da Verdi-Si giunge la richiesta che ora si dimettano anche il coordinatore di FdI Giovanni Donzelli e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Ma ad agitare la maggioranza, che non si era particolarmente sperticata in difesa della sottosegretaria, ci sono state le parole di Giorgio Mulè, che in mattinata ha affermato: "Lei o il suo partito devono trarre le conseguenze e capire cosa fare, nel suo caso c'è una condanna definitiva, si deve valutare se mette in imbarazzo il governo".
Piccata e secca la replica di ambienti di FdI dopo le dimissioni: "Mulè pensava di metterci in difficoltà con le sue provocazioni: ha preso uno schiaffo morale dalla Montaruli la cui impronta gli manterrà la faccia ben più rossa di quanto rubiconda già sia. Che provocatorie insinuazioni vengano da un personaggio come Mulè, che di pregiudicati eccellenti nel suo partito ne vanta piu' di uno, è intollerabile".
Le parole di Mulè, rilevano in Fratelli d'Italia, "hanno creato infatti non poco subbuglio in ambienti, visto che anche Berlusconi è un condannato in via definitiva e ciò nonostante resta il deus ex machina degli azzurri. Senza contare, fanno notare le stesse fonti di Fdi, che la vicenda Rimborsopoli in Piemonte, ha toccato punti drammatici con il suicidio dell'ex assessore regionale Angelo Burzi, tra i fondatori di Forza Italia nella Regione".
"Desidero esprimere vicinanza e sostegno ad Augusta Montaruli per il gesto responsabile e meritorio compiuto ieri. Non avendo alcun obbligo di dimettersi, ha dimostrato una grande e non scontata coscienza delle Istituzioni, tutelandole e proteggendole da futili e strumentali provocazioni alimentate da più parti. Sono certo che quanto accaduto non fermerà l'impegno politico e istituzionale di Augusta, da sempre connotato da competenza, serietà e determinazione", ha poi scritto su Instagram il leader di FI, Silvio Berlusconi.