AGI - Chiusa la partita esterna delle elezioni, inizia il derby tutto interno degli assessori. A quasi 48 ore dall’elezione di Francesco Rocca alla presidenza della Regione, i nomi più accreditati in giunta rimangono quelli storici della destra romana e laziale, ma la novità portata dalle urne è il peso specifico di ognuno di loro. Se di alcuni profili si parla già da giorni, le preferenze raccolte fanno ora la differenza.
Ecco quindi in pole position Giancarlo Righini, al suo terzo mandato in Regione con Fratelli d’Italia e vicino al ministro Lollobrigida. Quasi 38mila preferenze e un posto in Giunta prenotato. Nello scacchiere complessivo la parte da leone spetta infatti a Fratelli d’Italia dove, oltre a Righini, si fanno i nomi di Antonello Aurigemma e soprattutto di Fabrizio Ghera, primo a Roma con oltre 18mila preferenze e vicino all’altra ala di Fratelli d’Italia, quella legata al vicepresidente della Camera Fabio Rampelli.
Tra i nomi più accreditati anche Massimiliano Maselli mentre, tra le donne, appare certa Roberta Angelilli, che nel suo curriculum ha un passato da vicepresidente del Parlamento Europeo. In quota Lega, invece, si parla di Pino Cangemi. Per i forzisti, si guarda a Giorgio Simeoni, già vicepresidente e assessore ai tempi della Giunta Storace, ma la partita è tutta aperta. Viene ritenuta meno probabile l’ipotesi che un assessorato vada anche alla lista Civica ma, nel caso, si guarda al nome di Carolina Casini, pediatra della Croce Rossa molto legata a Rocca e considerata una sua fedelissima.
Non è ancora sicura la presenza di profili tecnici. Ciò che è certo è che, anche se dovessero esserci, certo non verrebbero dall’area di Fratelli d’Italia, che ci tiene a rimarcare la volontà di esprimere nomi prettamente politici, come del resto già fatto anche al Governo.
Altro nodo da sciogliere è quello della Sanità, dove il neoeletto presidente dovrà decidere se tenere la delega ad interim o meno. E proprio sulla sanità era filtrata nelle ultime ore la possibilità di un profilo tecnico legato allo staff del ministro Schillaci. Un’ipotesi non confermata dagli uffici del ministero. Bocche cucite per ora da tutti i partiti. Anche gli stessi diretti interessati preferiscono non commentare.
Nessuno vuole rischiare di entrare Papa e uscire cardinale. Maggiori dettagli filtreranno forse già da domani, quando Rocca proseguirà gli incontri con i partiti che dovrebbero iniziare già oggi pomeriggio. Lo stesso Rocca, appena eletto, aveva detto di voler comporre la giunta in fretta, a differenza dei suoi predecessori che, secondo l’ex presidente della Croce Rossa, ci avevano impiegato anche quindici giorni. Per i papabili assessori parte quindi il conto alla rovescia. Quindici giorni passano in fretta. Ne sono rimasti già tredici.