AGI - Nel day after delle elezioni regionali che hanno visto il centrodestra vincere a man bassa nel Lazio e in Lombardia nel fronte progressista le polemiche non si placano. Ma, secondo quanto apprende l'AGI, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, ai suoi, raccomanda prudenza e rispetto per l'esito del voto: "Non facciamo come Calenda che dà la colpa agli elettori. In politica ci vuole umiltà. Siamo in ottima salute a livello nazionale ma dobbiamo accelerare sui territori".
Proprio per questo in giornata, come già annunciato da Conte, - è prevista l'indicazione dei coordinatori provinciali sui territori per portare a pieni giri la nuova macchina organizzativa territoriale. Intanto, anche se non pubblicamente, si analizza il risultato. Ci si aspettava qualcosa in più - riferiscono fonti che guardano molto da vicino al Movimento - ma forse non molto di più, almeno per il Lazio, consapevoli di correre da outsider, per precisa scelta e con una campagna elettorale iniziata in ritardo rispetto agli altri partiti.
Dichiarazioni alla stampa in diretta dalla sede del @Mov5Stelle: https://t.co/qGhnCGgitF pic.twitter.com/Ogws1I6F92
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) February 13, 2023
Insomma nessun 'trauma' o shock dalle urne anche se il M5s ce l'ha messa tutta, ma il trend, si osserva, è in linea con quello che ha caratterizzato tutta la storia pentastellata nel caso di elezioni amministrative non trainate dalle politiche.
In Lombardia, altra storia, visto che si correva con gli altri per Majorino. Ma anche qui, osservano, c'è un tema Nord che va posto. Ma tant'è. Lunedì sera era stato Enrico Letta a rivendicare il ruolo di maggior partito dell'opposizione, subito insidiato dalla risposta del leader del Movimento 5 stelle che è stato tranchant nei suoi confronti. Oggi è Carlo Calenda, leader di Azione a dire che gli elettori hanno sbagliato.
"Io capisco che il Pd è in fase congressuale e ha i suoi problemi interni, ma ascoltare il redivivo Letta rendere dichiarazioni entusiastiche, che sembra stappare bottiglie di champagne sulla performance del Pd, francamente... Se immaginiamo in particolare il Lazio dove c'è un candidato" indicato da Renzi e Calenda, "e dopo aver consegnato dopo dieci anni il Lazio al centrodestra, avrei poco da festeggiare, ma se si accontentano cosi'...", ha replicato l'ex presidente del Consiglio all'uscente segretario dei Dem.
Lo ha fatto dopo aver detto che il risultato ottenuto non è stato "soddisfacente" per il Movimento. Ma anche dopo aver rivendicato due punti che ritiene fermi: "I risultati ci dicono che la somma algebrica non ci avrebbe portato da nessuna parte, un'accozzaglia e un cartello elettorale non ci avrebbero portato da nessuna parte".
E poi, lo stato di buona salute di M5s: "Vedo che c'è chi suona le campane a morto per il M5s, ma io non esagererei la portata di queste elezioni" che restano circoscritte alle Regioni. "Io non faccio troppo affidamento sui sondaggi, ma poco fa ne è uscito uno che ci vede in continua crescita".
Tra i pentastellati viene sottolineato come Conte sia stato uno dei pochi leader politici a metterci la faccia in conferenza stampa al termine delle votazioni. Calenda, per parte sua in un'intervista rilasciata dopo la chiusura delle urne ha dichiarato di non avere "timore di dirlo" e alla domanda se abbiano sbagliato gli elettori risponde: "Sì. È la maledizione italiana: si vota per appartenenza. Sono di destra, voto la destra. Sono di sinistra voto la sinistra, prescindendo dal candidato e dalla qualità delle sue proposte. E poi mi lamento di chi governa".