AGI - Il 21 gennaio l'assemblea Pd per la presentazione del manifesto dei valori, domenica il confronto fra i quattro candidati a In Mezz'Ora. I dem entrano così nel vivo della fase congressuale, cercando di lasciarsi alle spalle le polemiche sui tempi e le regole delle primarie, per concentrarsi sui temi. Dal lavoro, ai diritti, passando per energia e crisi climatica, l'AGI li ha intervistati e ne ha raccolto le proposte principali.
Il lavoro
Al centro di questo congresso c'è il lavoro, pilastro di tutte le mozioni in campo e 'nodo' che si sono trovati a dipanare gli estensori del manifesto dei valori. In particolare è sul Job's Act che, in sede di Comitato Costituente, si sono trovati a fronteggiarsi le aree liberal e quella socialista presenti nel partito. Se la prima rivendica la norma del governo Renzi, per la seconda il Job's Act è da superare.
Per Stefano Bonaccini "il lavoro è la questione centrale per l'identità e le battaglie che il nuovo Pd farà in Parlamento e nel Paese. All'Italia serve un cambiamento profondo, radicale e complessivo, non basta quello di una singola norma". Gianni Cuperlo ricorda che "all'epoca non lo votai e penso sia stata una scelta giusta perchè quella misura, persino al di là degli effetti prodotti, ha incrinato un rapporto di fiducia con pezzi interi del nostro mondo". Oggi, aggiunge Cuperlo, il Job's Act "andrebbe cambiato per offrire un sistema certo di garanzie ai lavoratori a tempo determinato".
Per Paola De Micheli bisogna, invece, riconoscere che "il Job's Act è superato perchè l'obiettivo di una forza riformista e di sinistra deve essere quello di scrivere un nuovo statuto dei lavoratori, anzi uno statuto dei lavori".
Elly Schlein è convinta che "il Job's act è stato l'errore che ha provocato una frattura profonda con il mondo del lavoro e con i lavoratori che non si sono riconosciuti in quelle scelte. Oggi", aggiunge Schlein, "è tempo di contrastare la precarietà limitando i contratti a termine" e "promuovendo una legge sulla rappresentanza per il rafforzamento dei contratti collettivi". Assieme a questo c'è la necessità di una legge sul salario minimo, del quale parlano tutti i candidati. Schlein, in particolare, fa appello a tutte le opposizioni per una battaglia comune su questo tema.
La lotta alla povertà
Il principale nodo da sciogliere è quello del Reddito di Cittadinanza. Fra i dem è ormai ampia la schiera di chi difende la norma come rete di salvataggio dalla povertà, ma contemporaneamente emerge la necessità di rivederne l'impianto, prevedendo diverse e più efficienti politiche attive del lavoro.
E' la posizione di Bonaccini, per esempio, per il quale bisogna "affiancare alla misura di contrasto alla povertà il sostegno effettivo ed efficace all'occupabilità delle persone". Un concetto, quello di persona 'occupabilè, che non piace a Gianni Cuperlo: "Questo governo ha coniato il termine 'occupabilì che è insensato", spiega Cuperlo: "La maggior parte dei disoccupati vorrebbe essere occupabile, ma mancano politiche di formazione e risorse adeguate da investire nelle politiche attive e nei centri per l'impiego. E intanto? Cosa facciamo? Li abbandoniamo al loro destino?".
A questo, Paola De Micheli aggiunge la proposta di far gestire la parte operativa del reddito di cittadinanza "e la sua erogazione ai comuni, per garantire una risposta anche qualitativa e personalizzata. Come si è potuto constatare con il Reddito di inclusione (misura voluta dal Pd) i Comuni dispongono di una mappatura e quindi di una percezione più profonda dei cittadini che necessitano di aiuto".
Elly Schlein vede una "guerra ai poveri" condotta dal governo e dalla maggioranza di centrodestra e chiede, per questo, "di battersi contro questo governo" e "contro la povertà anzichè contro i poveri". Per Schlein, "il governo sta cancellando l'unico sostegno al reddito che esiste in quasi tutti gli altri paesi europei.Uno strumento che può essere migliorato anche seguendo le indicazioni date da Chiara Saraceno nella relazione del Comitato Scientifico di valutazione del Reddito di Cittadinanza".
Il futuro del pianeta
Sul clima, Bonaccini osserva che "la destra nega il problema e alimenta la sindrome 'nimby'. Eppure, le condizioni climatiche si aggravano ad ogni stagione, la crisi energetica ha messo in ginocchio il Paese e senza scelte coraggiose e politiche di respiro rischiamo disastri". Risparmio energetico e rinnovabili sono, per Bonaccini, le risposte da cercare anche attraverso le comunità energetiche.
Il ritardo fatto registrare dall'Italia su questi temi è alla base della preoccupazione di Gianni Cuperlo. "Energie rinnovabili, elettrico, sapendo che la transizione sarà un processo carico di problemi connessi anche ai livelli occupazionali, appunto per questo serve che la politica agisca con efficacia, rapidità e saggezza".
Da questo punto di vista, per Cuperlo, "i fondi del Pnrr sono una risorsa preziosa per incamminarsi più velocemente sulla via di una vera sostenibilità ambientale, economica e sociale".
De Micheli propone di ripartire dalla "visione di Papa Francesco, dell'ecologia integrale, l'ambiente a misura d'uomo. Penso a un 'testo unico' per la transizione ambientale che preveda massicci investimenti sulle fonti energetiche alternative, affinchè si trovi il modo di garantire la stessa densità energetica dei fossili. La destra sta già provando a far apparire la transizione ambientale un nemico", avverte De Micheli: "Contrastare questa visione con misure eque e concrete finalmente accelererà questo processo".
Schlein propone di puntare decisamente sulla produzione di energia pulita e rinnovabile attraverso un "un piano per infrastrutturare una massiccia produzione di energia pulita e rinnovabile in un paese ricco di sole, vento e acqua come il nostro. Questo, sapendo che le rinnovabili hanno tecnologie mature che hanno ridotto i costi di produzione di venti volte in venti anni", sottolinea la candidata Pd sottolineando come questa sia una richiesta che non viene solo dalla società civile e dalle associazioni che si battono attivamente contro l'emergenza climatica, ma anche da un pezzo del mondo dell'impresa: "Elettricità Futura chiede con insistenza di velocizzare l'iter per messa a terra 85 gigawatt energia rinnovabile da qui al 2030 che porterebbe alla creazione di nuovi posti di lavoro calcolati fra le sessanta e le settemila unità".
Al contrario, sul nucleare di ultima generazione i dubbi dei dem vertono sui tempi e i costi proibitivi di produzione. Se per Bonaccini "si tratterebbe di una rivoluzione, la risposta ce la dovrà però dare la scienza. Ma mentre la ricerca deve proseguire noi non possiamo aspettare: serve una risposta sia immediata che di medio termine, che si chiama elettrico ed idrogeno".
Forti dubbi sulla percorribilità della strada che porta al nucleare pulito sono nutriti anche da Gianni Cuperlo: "Non sono un esperto e però mi sembra di capire che ci vorrebbe un decennio e colossali investimenti per poter disporre del nucleare cosiddetto di ultima generazione. Siamo certi che le ragazze e i ragazzi che riempiono le piazze e abiteranno un pianeta da noi così offeso vogliano e possano attendere così a lungo?", si chiede Cuperlo. "Sono aperta a tutti agli sviluppi della ricerca sul fronte energetico, ma sul nucleare non si profilano nè tempi brevi per la sua applicazione nè, ad oggi, garanzie sulla sicurezza", dice De Micheli.
"La mia fiducia nella scienza e su sperabili future scoperte mi rafforzano nella convinzione di non voler lasciare a mio figlio Pietro, che ha quasi 7 anni, un mondo uguale o peggiore di questo dal punto di vista ambientale", aggiunge De Micheli. Netta Elly Schlein: "Non è la strada da prendere. Il nucleare ha tempi di industrializzazione e costi proibitivi rispetto all'urgenza immediata di andare verso una maggiore indipendenza energetica.
Sulla fusione nucleare, tecnologia diversa da quella della fissione, ho sempre sostenuto la ricerca, ma anche chi se ne occupa da vicino dice che servono decenni per immaginare l'industrializzazione di quella energia. E poi resta il problema delle scorie sulle spalle delle prossime generazioni".
Capitolo diritti
Bonaccini si dice favorevole allo Ius Soli come allo Ius Culturae, a condizione che "i diritti, dalla salute all'istruzione, dal lavoro alla cittadinanza, vanno sempre tenuti insieme. Ad un operaio che non arriva alla fine del mese, di origine italiana o straniera che sia, non possiamo rispondere con lo ius soli", aggiunge Bonaccini.
Per Gianni Cuperlo, "Garantire a chi è nato in Italia o compie un percorso di studi nel nostro paese di sentirsi parte di questa stessa comunità è' nell'interesse di tutti. Come è stato detto, il problema dei prossimi anni non è che gli immigrati 'arrivanò, il vero problema è che se ne vanno".
De Micheli rivendica di aver "condiviso fin dall'inizio la battaglia sullo 'Ius Soli', che avrei continuato anche in campagna elettorale e che sarà nella nostra mozione".
Netta Schlein: "Il Pd nuovo è quella dello Ius Soli. è una legge di civiltà perchè nella storia non si è mai fatta inclusione negando il riconoscimento delle identità e dei diritti. Ci sono più di un milione di ragazze e ragazzi nati e cresciuti in questo paese a cui nessuno può togliere il diritto di sentirlo come casa, ragazze e ragazzi che pagano le tasse qui, lavorano e studiano qui. è una ingiustizia insopportabile".
I prossimi passi
Proposte e idee su cui ci si confronterà a partire da lunedì, quando, dopo l'assemblea nazionale, la fase congressuale del Pd entrerà nel vivo. Dal 23 al 27 gennaio, infatti, saranno presentate le candidature per la segreteria; il 31 gennaio è la data fissata per il termine del tesseramento; dal 3 al 12 febbraio si terrà il voto nei circoli su piattaforme e candidature, dopo il quale si aprirà l'ultima fase, quella del confronto fra i due candidati più votati dagli iscritti. Il 22 febbraio è il termine ultimo per la presentazione delle liste collegate alle candidature. Infine, il 26 febbraio, dall 8 alle 20, appuntamento con i gazebo - e, per chi lo richiede e ne ha diritto, con il voto online - per le primarie aperte.