AGI - "Una grande vittoria dello Stato". Il mondo della politica, per un giorno, mette da parte le polemiche ed esulta per la cattura del boss numero 1 della criminalità organizzata, Matteo Messina Denaro, latitante da 30 anni. L'arresto del capo di 'Cosa nostra' ha messo d'accordo le forze politiche di maggioranza e quelle di opposizione, "lo Stato vince sempre, la mafia è destinata a perdere".
Tra i primi a congratutarsi con le forze dell'ordine e la magistratura il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha telefonato questa mattina al ministro dell'Interno e al comandante genrale dell'Arma dei Carabinieri.
Il presidente del Consiglio ha raggiunto Palermo in mattinata per complimentarsi: "È un giorno di festa per il Paese - ha detto ai giornalisti nel palazzo di giustizia siciliano- per i familiari delle vittime, per quanti combattono la mafia. Anche per me. È un giorno di festa per le persone perbene, perché il sacrificio di tanti eroi non è stato vano perché qualcuno ha raccolto il testimone e la guerra è stata portata vanti. È un giorno di festa per le tante donne e tanti uomini che in silenzio lontani dai riflettori per 356 giorni all'anno dedicano la loro vita a questo. Mi piace immaginare - ha detto ancora la Meloni - che questo possa essere il giorno nel quale viene celebrato il lavoro di questi uomini e di queste donne. Ed è una proposta che farò".
Il vicepremier Matteo Salvini, leader della Lega, ha ringraziato "con profonda emozione le donne e gli uomini dello Stato che non hanno mai mollato, confermando la regola che prima o poi anche i più grandi criminali in fuga vengono braccati e assicurati alla giustizia. È una bella giornata per l'Italia e che serve da ammonimento per i mafiosi: le istituzioni e i nostri eroi in divisa non mollano mai".
Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri: "Con l'arresto di Messina Denaro l'Italia assesta un duro colpo alla mafia. Grazie ai Carabinieri che hanno portato a termine questa straordinaria operazione. Grazie, siamo orgogliosi di voi. Lo Stato vince sulla mafia".
"Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia", è stata espressa dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. "Complimenti alla Procura della Repubblica di Palermo e all'Arma dei Carabinieri - ha sottolineato - che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie".
Ignazio La Russa, presidente del Senato: "Desidero rivolgere il mio sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito all'arresto di Matteo Messina Denaro, la cui cattura è una notizia bellissima per la nostra nazione. All'indomani dell'anniversario dell'arresto del capo dei capi Totò Riina, magistratura e Forze dell'ordine hanno inferto oggi un altro colpo durissimo alla criminalità organizzata. Bene così, la lotta alla mafia non conosca tregua".
Lorenzo Fontana, presidente della Camera: "Desidero esprimere i sentimenti della più viva soddisfazione per la cattura di Matteo Messina Denaro e rivolgere a tutte le istituzioni e all'Arma dei Carabinieri la più sentita riconoscenza per questo risultato straordinario. Oggi hanno vinto lo Stato e gli italiani che credono nei valori della legalità e della giustizia. Un pensiero commosso va a tutte le vittime della mafia, alle loro famiglie e a tutti i magistrati che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla criminalità organizzata come i giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e il Beato Rosario Livatino".
Silvio Berlusconi: "Un altro importante passo nella lotta contro la criminalità organizzata. L'arresto di Matteo Messina Denaro, dopo 30 anni di latitanza e di ricerca senza sosta da parte delle Forze dell'Ordine, dimostra ancora una volta che lo Stato è più forte e la mafia non vincerà. Congratulazioni a tutti coloro che sono stati coinvolti nelle operazioni, alla magistratura, e a chi ogni giorno, lontano dai riflettori, lavora per difenderci e assicurarci una giustizia giusta. Con i nostri governi abbiamo dato nuovo impulso alla lotta contro la criminalità organizzata, con regole più efficaci: continueremo questa battaglia fino alla vittoria definitiva contro chi uccide e calpesta la dignità umana, contro chi opprime intere aree del nostro a Mezzogiorno".
Maurizio Lupi: "L'arresto è una grande vittoria dello Stato di diritto, il cui merito va soprattutto alle forze dell'ordine, cui va il ringraziamento nostro e di tutti gli italiani. Molti uomini e donne hanno lavorato per anni in un contesto difficile con coraggio, dedizione e tenacia per individuare ed infine catturare il boss mafioso. Un esempio per tutti ed anche la dimostrazione che lo Stato c'è e che non esistono in Italia 'zone franche', sacche di impunità in cui non valgano le leggi ed i principi del Diritto. Questo arresto dimostra anche quanto fossero strumentali e insulse le accuse al governo ed al Centrodestra di voler abbassare la guardia contro la mafia: i parolai bugiardi sono stati smentiti dai fatti".
Giuseppe Conte: "Complimenti ai magistrati e alle forze dell'ordine per l'arresto del boss Messina Denaro. La mafia non deve vincere, la mafia non può vincere. Lo Stato non deve abbassare le difese né ora né mai".
Enrico Letta: "Complimenti alle forze dell'ordine, alla magistratura e a tutti coloro che hanno reso possibile la cattura. La mafia alla fine perde sempre. Un messaggio fondamentale di questo storico 16 gennaio".
Nicola Fratoianni: "Una bella giornata per i siciliani e gli italiani onesti. Grazie alle forze dell'ordine e alla magistratura che non si sono mai rassegnati nel continuare a combattere la mafia. Ora tocca alla politicafare il proprio mestiere: recidere fino in fondo i rapporti opachi fra criminalità organizzata e mondo degli affari, ed esigere istituzioni trasparenti. E il Parlamento costituisca subito la commissione antimafia. La lotta alla mafia continua".
Benedetto Della Vedova: "L'arresto del super latitante è una notizia straordinariamente positiva. Siamo tutti grati ad autorità inquirenti e forze dell'ordine che lo hanno catturato. Con la fine della latitanza del boss più ricercato, la mafia perde un'altra importante partita con lo stato di diritto".