AGI - Come sbagliare un goal a porta vuota. Enrico Letta spiega così la giornata di eiri del Partito Democratico caratterizzata da quella sorta di psicodramma collettivo che è stato il confronto sulle regole. E sul voto online in particolare.
Un goal sbagliato perché, nel momento in cui "il governo mostrava le sue crepe" sulla vicenda delle accise sui carburanti, i dem non ne approfittavano per affondare il colpo, preferendo parlare di loro stessi, scontrandosi sulle modalità di voto delle primarie, fra chi vuole renderle più larghe possibili, anche ricorrendo al voto da remoto, e chi difende il 'marchio di fabbrica' del Partito Democratico, ovvero i gazebo e il voto in presenza. Un confronto che va avanti per due giorni, da martedì mattina, che raggiunge livelli di tensione parossistici, tanto da costringere a rinviare la direzione per evitare "lacerazioni", come paventato anche dal segretario.
Enrico Letta, in questo quadro, cerca di mediare, prova a ricomporre le distanze, ma si trova davanti un muro contro muro. In zona Cesarini, per continuare sul registro calcistico, passa l'ipotesi di accordo: il voto rimane in presenza, ai gazebo, ma sono previste deroghe nei casi in cui risulti difficile raggiungere le urne. E quindi: residenti all'estero, persone malate, anziani che hanno difficoltà a spostarsi, residenti in zone di montagna o, comunque, in quelle aree geografiche da cui è difficile o impossibile raggiungere l'urna. Il tutto, previa richiesta con apposito modulo (da scaricare dal sito del Pd) e dotazione di una piattaforma a prova di hacker e Spid che garantisca l'identità del votante.
Un compromesso che accontenta tutti o quasi La candidata Paola De Micheli, per la quale il voto online mortifica l'impegno di tanti militanti ed iscritti, non vota il dispositivo. Il documento passa con un contrario e nove astenuti. Il primo a tirare un sospiro di sollievo è, tuttavia, Enrico Letta: "Abbiamo evitato spaccature deleterie. Adesso concentriamoci su ciò che il congresso e la fase costituente possono dare per il nostro rilancio. Vedo rispetto reciproco tra i candidati, valorizziamolo", dice il segretario: "Il punto di equilibrio trovato oggi scontenta qualcuno ma è il più avanzato possibile".
Per l'area che sostiene Elly Schlein si tratta di "una vittoria per tutto il Pd. Rompere il muro della partecipazione con primarie online è importante per definire il profilo di un partito unito e inclusivo", viene sottolineato. Dal comitato Bonaccini ci si dice soddisfatti dell’accordo raggiunto perchè "sarebbe stato folle spaccare il Partito democratico e abbiamo fatto di tutto oggi per evitarlo, con grande senso di responsabilità".
Oltre a questo, tuttavia, si ribadisce che "è molto importante che la Direzione abbia confermato che il voto delle primarie sarà in presenza ai gazebo”. Ma si segnala anche: "Siamo un partito solido e radicato, una comunità, non una piattaforma virtuale". Un modo per rimarcare le distanze dal Movimento 5 Stelle e dai suoi riti.
Ora la palla passa alla Commissione nazionale del Congresso la cui composizione è stata approvata per i due terzi dalla direzione. Una commissione improntata all'equilibrio fra le varie anime del Pd con nomi che vanno da Stefano Ceccanti all'esponente di Articolo Uno, Nico Stumpo, passando per Marco Miccoli, rappresentante della sinistra dem, alla cuperliana Barbara Pollastrini e all'esponente franceschiniana Marina Sereni.
Sarà in quella sede che si definiranno nel dettaglio le modalità di partecipazione, compresi i requisiti per accedere al voto online. Alla fine della maratona, Letta dice ai suoi di essere "molto soddisfatto e confortato dall'esito del voto in direzione. Il migliore punto di caduta possibile, date le condizioni".