AGI - Un Papa innovativo, quasi rivoluzionario, che ha saputo rinunciare al potere e tenere in equilibrio la Chiesa, evitando che si aprisse un conflitto con il nuovo Pontefice. Fabrizio Cicchitto, storico esponente socialista, è colpito dalle decine di migliaia di persone che in questi giorni hanno voluto dare l'ultimo saluto a Benedetto XVI. La sua riflessione non può che partire da qui. "Credo che sia stata una sorpresa per le gerarchie vaticane e per gli analisti italiani che, con tutta evidenza, lo hanno sottovalutato" spiega all'AGI. Non ha mai avuto "l'opportunità di incontrarlo" ma, precisa, "l'ho seguito fin da quando era cardinale".
"Questo enorme movimento di persone, non certo organizzato ma spontaneo, per omaggiarlo è anche la risposta a chi, in Vaticano, ha cercato in qualche modo di tenere basse le celebrazioni". Cicchitto sottolinea la profondità del pensiero di Ratzinger. "Il papa emerito sfugge allo schema idiota che l'ha catalogato come un ultraconservatore, un reazionario, un nemico dei cattolici di sinistra. Uno schema - insiste Cicchitto - che in Italia ha avuto un grande peso, basti pensare alla vergogna di quando gli fu impedito di parlare all'università di Roma con una petizione firmata da settanta professori".
L'esponente socialista è convinto del contrario: Ratzinger ha rappresentato "una versione del cristianesimo europeo con caratteristiche tutt'altro che reazionarie". Insomma, "era profondamente innovativo".
"Anche quando denunciò 'la sporcizia nella Chiesa' non fu banale, anzi colse una contraddizione che non può essere interpretata solo in chiave criminale". Pure nel discorso di Ratisbona, "in quella che passò come una frase sbagliata, lui poneva un tema giusto. Il confronto con l'islamismo bisogna farlo sia in termini positivi ma anche prendere in esame l'oppressione, la deriva fondamentalista, il terrorismo. Non è l'Islam ma c'è pure questo. Una posizione cattolica deve misurarsi anche con questa dimensione. Il punto fondamentale sotteso alla riflessione di Ratzinger è di evitare una subalternità, che è diversa dall'islamofobia. Insomma - continua Cicchitto - bisogna misurarsi anche con le contraddizioni altrui, sennò nella subalternità si perde la grande capacità innovativa del cristianesimo". Altro punto decisivo le 'dimissioni'.
"Sono state rivoluzionarie: la rinuncia al potere. Ma chi ha mai rinunciato al potere? Lui sì, e io penso che le persone siano andate a omaggiarlo in Vaticano anche per questo". Infine, l'equilibrio che ha saputo dare alla Chiesa da Papa emerito: "Pur ribadendo sempre le sue posizioni, è stato attento a non aprire uno scontro, ad evitare un possibile conflitto con la visione del cristianesimo di Begoglio. Mi chiedo: cosa può accadere ora nella Chiesa?".