AGI - L'Aula della Camera ha approvato in via definitiva il decreto Rave. I voti a favore sono 183, i contrari 116 e 1 astenuto. Il decreto è legge. Pochi secondi prima del voto, quando il presidente Fontana ha spiegato i motivi del ricorso alla 'ghigliottina', le opposizioni hanno rumorosamente protestato. Ogni deputato del Pd ha mostrato in Aula il testo della Costituzione, una protesta simbolica contro le misure contenute nel provvedimento. L'esito del voto, con il via libera definitivo del decreto, è stato invece accolto da un applauso della maggioranza. Sono circa una cinquantina le assenze (tra cui anche quelle giustificate) tra i banchi delle forze che sostengono il governo.
Prima del voto, il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha motivato la scelta di ricorrere alla cosiddetta 'ghigliottina'. "La presidenza, considerato che tutte le fasi di esame del provvedimento si sono svolte e considerato che, nell'ambito delle dichiarazioni di voto finale, tutti i gruppi hanno potuto esprimere le loro posizioni, si trova costretta nell'esercizio delle responsabilità che l'ordinamento le affida, a porre direttamente in votazione" il decreto Rave "per assicurare che la deliberazione dell'assemblea avvenga nei termini costituzionali".
Ma i 'mal di pancia' per il provvedimento non sono stati un'esclusiva delle opposizioni. Che il decreto Rave presentasse alcune criticità per i parlamentari di Forza Italia non è una novità. Non per le norme sul reato di rave o per l'ergastolo ostativo, bensì per le misure che prevedono il reintegro dei medici no vax. Tanto che già in prima lettura al Senato, la stessa capogruppo Licia Ronzulli non ha partecipato al voto.
Malessere che si è ripetuto alla Camera: in occasione del voto definitivo, scorrendo i tabulati ufficiali della votazione, sono 13 i deputati azzurri che non hanno partecipato al voto pur non essendo in missione, mentre gli assenti per missione sono 4. "Non ho partecipato al voto non perché non condividessi tutti i contenuti del decreto ma perche' al suo interno, all'articolo 7, c'è una norma che non condivido e cioè la revoca della sospensione dell'attività professionale per i cosiddetti medici 'no vax'", spiega ad esempio il presidente della commissione Affari costituzionali Nazario Pagano.
In tutto le assenze nella maggioranza sono 53, di cui 30 quelle per così dire non giustificate, ovvero i deputati che non hanno votato ma non compaiono nell'elenco di quelli in missione. Nel dettaglio, sono 9 i leghisti in missione e 9 quelli che non partecipano al voto; 9 in missione per FdI e 6 non partecipano al voto. Infine, 1 in missione e 2 non partecipano al voto tra i deputati di Noi moderati.