AGI - Ora c'è l'ufficialità, con una nota congiunta dei partiti della coalizione. Il quadro della corsa alle regionali si completa con la discesa in campo di Francesco Rocca, individuato dal centrodestra come candidato da contrapporre ad Alessio D'Amato, nome sul quale punta il Partito Democratico. Con un annuncio sul sito della Croce Rossa Italiana, Rocca si è dimesso dalla carica di presidente spiegando di volersi mettere "a disposizione del territorio".
"Come esperto di sanità pubblica", ha continuato, "penso di poter portare un valore aggiunto: ho accettato una nuova sfida in cui credo fortemente". Un messaggio che si conclude con "una promessa solenne: in questo nuovo viaggio, in questo nuovo capitolo della mia vita, non userò la Croce Rossa per fini elettorali né permetterò che qualcuno lo faccia. Rimarrò sempre, invece, un volontario Cri che aderira' fermamente ai suoi Principi, portandoli con me nelle Istituzioni".
"Tra le autorevoli proposte pervenute Francesco Rocca rappresenta una sintesi di grande esperienza amministrativa della quale la Regione Lazio ha urgente bisogno", si legge nel comunicato, "con l'esperienza maturata da presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Societaàdi Croce Rossa, Francesco Rocca rappresenta una garanzia di assoluta capacità e competenza per i cittadini del Lazio".
Il leader M5s attacca D'Amato
Completato il rebus del centrodestra, rimane aperto quello che riguarda la composizione dell'alleanza di centrosinistra. Il candidato Alessio D'Amato potra' contare, salvo sorprese, sull'appoggio del Terzo Polo, di Europa Verde e delle liste che hanno sostenuto la giunta Zingaretti fino a questo momento. Meno i Cinque Stelle: Giuseppe Conte l'aveva detto nel corso di una conferenza stampa a fine ottobre: con l'attuale classe dirigente del Pd non sarà possibile alcun accordo. E lo ha ribadito nelle ultime ore, attaccando frontalmente D'Amato: "Io non posso accettare che in una lista del Movimento 5 Stelle ci possa essere una persona che deve alla Regione Lazio quasi 300 mila euro perché ha creato un danno erariale accertato dallo Stato".
Ferma la risposta del Pd che, con il responsabile Sicurezza, Enrico Borghi, spiega: "Giuseppe Conte dimostra di essere garantista solo con congiunti o amici da lui nominati. Il presidente M5S dovrebbe sapere, infatti, che, nella vicenda a cui maldestramente ha fatto riferimento, Alessio D'Amato è ricorso in appello. L'uscita di Conte sorprende a maggior ragione perché, proprio su questa prima sentenza, ormai vecchia di mesi, nessuno ha mai sentito proferire una singola parola da parte delle due assessore 5 Stelle che ancora siedono quotidianamente in giunta con D'Amato, continuando il loro buon lavoro".
Fibrillazioni a sinistra
L'idea di Conte, viene spiegato da fonti del M5s, sarebbe quella di individuare un candidato terzo, da contrapporre a D'Amato e Rocca e sostenuto, oltre che dai Cinque Stelle, da Sinistra Italiana - che, nel Lazio, si muove senza i verdi di Angelo Bonelli - e Coordinamento 2050, la creatura che raccoglie pezzi di sinistra e che con Conte ha avviato una collaborazione che dura da mesi. Una scelta che Bonelli giudica "incomprensibile".
In ogni caso, spiega il co-portavoce di Europa Verde, "ci sarà una lista rosso-verde con il centrosinistra nel Lazio. Per quanto ci riguarda, la posizione di Conte non è assolutamente comprensibile sul piano politico. Oggi governano insieme al Partito Democratico e insieme a Calenda, ma nessuno lo fa notare, con due assessore di valore, Corrado e Lombardi. Non capisco la ragione per la quale si debba consegnare alla destra la regione Lazio", aggiunge Bonelli. Incomprensibile il comportamento del leader Cinque Stelle anche per Debora Serracchiani: "Bisogna dirlo a Conte: siamo riusciti a fare l'accordo in Lombardia, mi sembra assurdo non farlo nel Lazio dove abbiamo governato insieme per cinque anni. È incomprensibile".
La "questione morale" è agitata da Conte anche in Lombardia, questa volta contro Pierfrancesco Majorino, candidato del Pd sul quale gli iscritti M5s hanno scelto di convergere votando online. In questo caso è la vicenda Qatargate a dare l'incipit a Conte: "Servono garanzie" sul candidato Pd, dice il leader M5s. E Majorino risponde: "Hanno voluto sapere cosa ho votato sul Qatar. Lo stanno capendo". L'europarlamentare ha escluso di temere una qualche "ricaduta sulle regionali" del Qatargate, ribadendo che sul Qatar ha sempre votato contro, "come è verificabile facilmente. Io rappresento un modello politico molto differente dalla cricca".