Meloni: "L'antisemitismo riemerge, pronti a combatterlo"
AGI - "La sfida della lotta alla discriminazione e all'antisemitismo non è una sfida che abbiamo vinto, perché l'antisemitismo riemerge con altre facce e strumenti nuovi e diversi". A dirlo è il premier Giorgia Meloni.
"Il governo è sempre pronto e attento a combattere ogni forma di discriminazione e antisemitismo che rischia ancora di essere presente fra noi", ha sottolineato il presidente del Consiglio in occasione dell'inaugurazione della lapide commemorativa dei giornalisti ebrei perseguitati a seguito delle leggi razziali
Manovra, Ucraina ed Europa
Difende, e rivendica, le misure contenute nella legge di Bilancio. 'Bacchetta' l'Europa su Ucraina ("deve avere un ruolo piu' incisivo") e sull'energia ("per ora la risposta della commissione europea è insoddisfacente e inattuabile"), insiste sul cambio di rotta in tema di immigrazione e ribadisce il pieno sostegno dell'Italia a Kiev.
La presidente del Consiglio (che arriva in ritardo beccandosi il 'rimprovero' del renziano Giachetti), ha parlato poi nell'Aula della Camera in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì prossimi e traccia la linea del suo governo, senza accennare alcun passo indietro sulle misure più contestate della manovra, dall'innalzamento del tetto al contante fino ai pagamenti con pos.
E assicura: sul taglio del cuneo fiscale "il nostro obiettivo è fare di più". L'obiettivo "di legislatura è un taglio di 5 punti". La presidente del Consiglio incassa a Montecitorio il sostegno di Pd e Terzo polo sul fronte Ucraina, mentre è netto il no del Movimento 5 stelle e di Sinistra e Verdi al nuovo invio di armi.
Con uno 'scambio' di voti di astensione - l'esecutivo si rimette alla volontà dell'Aula, modificando l'iniziale parare contrario - dem e terzopolisti ottengono il via libera alle rispettive risoluzioni e a loro volta si astengono sulla risoluzione di maggioranza. Uno 'scambio' che, quasi in contemporanea, viene bissato al Senato, dove si votano le risoluzioni sulle comunicazioni del titolare della Difesa Guido Crosetto sul nuovo decreto Ucraina.
Ma se sul fronte del conflitto causato dall'aggressione russa il governo puo' contare anche sul sì di Pd e Terzo polo, altrettanto non si puo' dire sugli altri fronti aperti, a partire dalla manovra. "Il sostegno all'economia reale passa anche dall'innalzamento del tetto dei pagamenti in contante da mille a cinquemila euro e dalla possibilità che l'obbligo di accettare i pagamenti elettronici sia previsto solo per quei pagamenti che superano una certa soglia. Sono due scelte che il governo rivendica", scandisce Meloni in un videomessaggio all'assemblea di Confesercenti.
La premier nega che la manovra preveda un condono: "La verità è molto piu' semplice di quella che spesso viene raccontata, nessun condono o colpo di spugna, nella manovra ci sono norme di buon senso, vantaggiose per lo Stato, per le famiglie e per le imprese" e "sostegno all'economia reale". Quanto all'Europa, la premier chiarisce: "Il nostro obiettivo, piuttosto che più Europa in Italia, è più Italia in Europa, come si conviene a una grande nazione fondatrice".
Le 'bachettate' della premier
La prima è sul conflitto: "L'Unione europea deve continuare a essere unita nel sostegno all'Ucraina in difesa dall'aggressione russa. Il governo ribadisce il suo pieno appoggio a Kiev, con convinzione e a viso aperto continueremo a sostenere il cammino europeo dell'Ucraina". Ma "l'Italia crede che l'Ue debba assumere su questo un ruolo più incisivo", osserva Meloni.
La seconda sull'energia: "L'obiettivo è un percorso di sicurezza energetica e da mesi l'Italia è in prima fila per un tetto dinamico dei prezzi. Per ora la risposta della commissione europea è insoddisfacente e inattuabile". Sul prezzo del gas e contro le speculazioni, Meloni garantisce che il governo è "pronto a fare tutto" per fermarle. E avverte: "Siamo pronti a intervenire a livello nazionale se le misure europee dovessero tardare o essere inefficaci".
Quanto al tema migranti, la presidente del Consiglio sostiene la necessità di "passare dal dibattito sulla redistribuzione dei migranti a quello sulla difesa comune dei confini esterni dell'Unione europea". La maggioranza tiene a evidenziare l'unità delle forze politiche che sostengono l'esecutivo: lo fanno in Aula il capogruppo azzurro Cattaneo, il leghista Candiani, il leader di Noi moderati Lupi e anche il presidente dei deputati FdI Foti.
Dalle fila delle opposizioni - che si presentano ancora una volta divise all'appuntamento - si distingue il durissimo intervento del leader pentastellato: "Crediamo che l'Italia debba esser capofila di una azione diplomatica. La pace va costruita in modo serio, non con gli slogan", dice Giuseppe Conte, ricordando che "nessuno ha mai messo in discussione la Nato o l'Alleanza Atlantica, il problema è come ci si pone rispetto a questi consessi. Oggi vediamo un atteggiamento incoerente, una totale acquiescenza a Washington e una strada in continuità con il governo Draghi rispetto all'invio di armi", attacca Conte.
Che poi critica il governo anche sulla manovra: "State confezionando la manovra di bilancio piu' recessiva, nel seno dell'austerity, degli ultimi anni". Per il segretario del Pd Enrico Letta (che non manca di spiegare come quello che sta svolgendo in Aula è l'ultimo intervento sull'Europa da leader dem) il sostegno al governo sul prosieguo della linea sull'Ucraina non è in discussione. Ma sugli altri dossier Letta non è certo morbido: "Capire se si vuole piu' Europa o piu' Italia non conta - dice - serve un'Europa che decida". E ancora: "Il doppio linguaggio sull'immigrazione non funziona. C'è bisogno di politiche che funzionino e non di propaganda perchè si fa sulla pelle delle persone piu' deboli".